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Annusati: il tuo odore potrebbe svelare alcune malattie

Simona Fenzi | Blogger

Ultimo aggiornamento – 10 Maggio, 2022

Qual è il tuo odore? Annusati... per diagnosticare alcune malattie

Gli odori sono importanti, anche per quanto riguarda lo stato della nostra salute. 

Un odore  – sgradevole e non – può essere infatti un campanello di allarme molto utile per sviluppare diagnosi di alcuni disturbi piuttosto comuni. 

Vediamo insieme quali sono gli odori ai quali prestare la massima attenzione.

La mappa degli odori del corpo

Una ricerca del Monell Chemical Senses Center di Philadelphia si è concentrata sugli odori del corpo come possibili indicatori della presenza di alcune malattie, comuni e meno comuni.

Lo studio elenca, infatti, una serie di associazioni che in molti casi potrebbero indurre le persone a rivolgersi a un medico per la conferma di una sospetta patologia. 

Alcune di queste sono molto note. Ad esempio, l’alito che sa di acetone è sintomo di diabete, mentre l’odore di pesce crudo potrebbe indicare un disturbo a livello del fegato.

L’urina che odora di ammoniaca può far pensare a un’infezione della vescica, mentre la rosolia modifica l’odore del sudore.

L’olfatto, dunque, è un senso molto importante che, in alcuni casi, viene in aiuto per formulare diagnosi mediche.

Malattie e odori del corpo

Alcune malattie possono essere infatti riconosciute proprio a causa della presenza di un odore, non per forza sgradevole. Ecco dunque la mappa degli odori:

Pane 

Senti un forte odore di pane, come se ti trovassi accanto a un forno? 

Potresti essere in presenza di una persona che soffre di febbre tifoide, una malattia causata da ceppi di salmonella e che si manifesta con: 

  • disturbi a carico dell’apparato digerente
  • dolori addominali 
  • nausea 

La terapia si basa sulla somministrazione di antibiotici, e un trattamento che porti a riacquistare il giusto livello di idratazione.

Norme igieniche corrette e una vaccinazione preventiva sono consigliati a chi vive in aree rurali, che sono le zone dove la malattia è maggiormente presente.

Mele 

Sentire un odore dolciastro nell'alito che richiamano alla mente la frutta è un chiaro riferimento alla chetoacidosi, una complicanza del diabete.

L’alito di chi ne soffre avrà questo odore sgradevole a causa della presenza dei corpi chetonici e alla carenza di insulina, con un eccesso di glucagone. 

Questo “aroma” è tipico del diabete di tipo 1.

Dolci – Molto gravi sono le patologie correlate al sentire gli odori dolciastri. La difterite è una di queste, provocata dal batterio Corynebacterium Diphtheriae, che inibisce le funzioni del cuore, dei reni e del sistema nervoso. Il mezzo di contagio è il contatto diretto con persone infette e, più di rado, tramite oggetti contaminati dal batterio.

Carne 

La febbre gialla, causata dal Flavuvirus, si presenta con un odore tipico molto simile a quello che si può percepire entrando in una macelleria. 

La patologia è endemica in alcune zone caratterizzate da un clima tropicale ed è trasmessa dalla zanzara Aedes. 

Il sintomo principale con il quale si presenta è l’ittero. La migliore cura per questa malattia resta sempre la vaccinazione.

Birra 

La scrofola è da sempre associata a un forte aroma di birra

Si tratta di un’infezione da microbatteri, che entrano in circolo nel sistema linfatico provocando un rigonfiamento delle ghiandole del collo. 

Rappresenta una patologia molto rara, ma comune in epoca medioevale, in Francia ed in Gran Bretagna, associata alla malnutrizione e alla depressione del sistema immunitario.

Lo avresti mai detto che il tuo naso potesse essere un medico così preciso nelle sue diagnosi? Anche se la medicina si è evoluta, non vanno mai sottovalutati anche i vecchi metodi diagnostici!

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Scritto da Simona Fenzi | Blogger

La scrittura mi ha sempre accompagnata durante ogni fase della mia vita, prima per imparare adesso per diffondere un messaggio. Su Pazienti.it cerco di trasmettere come possiamo prenderci cura di noi ogni giorno, seguendo la regola che volersi bene aiuta a vivere meglio.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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