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Attacchi di panico: perché è importante capirne le cause

Redazione

Ultimo aggiornamento – 14 Aprile, 2020

attacchi di panico: sintomi

Dr.ssa Martina Valizzone, specialista in psicologia. 


Senso di soffocamento e pressione sul petto? Potrebbe essere un attacco di panico, soprattutto se state vivendo un periodo particolarmente stressante.

Abbiamo chiesto alla dr.ssa Martina Valizzone, psicologa, di spiegarci quali sono i sintomi e, soprattutto, come fare a riconoscerne le cause.

Come si manifestano gli attacchi di panico?

Quando parliamo di attacchi panico, parliamo essenzialmente di una reazione di intensa apprensione, paura e ansia, correlata a delle specifiche reazioni fisiche e psichiche, in risposta a quello che viene percepito come un pericolo (reale o fantastico) alla nostra incolumità. Di solito, cominciano in maniera improvvisa e la loro durata è piuttosto breve, ma l’intensità dei sintomi è piuttosto severa.

Le manifestazioni tipiche che si associano agli attacchi di panico sono:

  • palpitazioni/tachicardia
  • paura di perdere il controllo o di impazzire (ad esempio, la paura di fare qualcosa di imbarazzante in pubblico o la paura di scappare quando si manifesta l’attacco di panico, o ancora di perdere il controllo di sé stessi)
  • capogiri e vertigini
  • tremori fini o grandi scosse
  • sudorazione e/o brividi
  • dolore o fastidio al petto

E ancora:

  • sensazioni di derealizzazione (ovvero quando si percepisce il mondo esterno come strano e irreale, e si hanno sensazioni di confusione e stordimento) e/o depersonalizzazione (alterata percezione di sé caratterizzata da una sensazione di estraneità dai propri processi di pensiero e/o dal proprio corpo)
  • formicolio o intorpidimento
  • nausea o vomito
  • sensazione di asfissia

Non tutti i sintomi sono necessari perché si parli di attacco di panico. Vi sono, infatti, molti attacchi caratterizzati solo da alcuni di questi sintomi. Va specificato che la frequenza e la gravità dei sintomi degli attacchi di panico varia ampiamente nel corso del tempo e delle circostanze, così come da persona a persona.

I soggetti che hanno avuto esperienza di uno o più attacchi di panico, vivono nella costante paura che questi possano ripetersi e che possa accedergli qualcosa di molto grave. Questo modo di pensare contribuisce a peggiorare i sintomi e i pensieri ansiosi anticipatori che li caratterizzano, creando un circolo vizioso che alimenta l’ansia.

Cosa fare in questi casi? Si possono prevenire?

Quando si ha un attacco di panico, il consiglio principale è quello di evitare di resistervi o fare finta che vada tutto bene, in quanto entrambe queste strategie portano solo a un peggioramento della situazione. In questi casi, invece, è bene cercare di respirare regolarmente e profondamente, mettersi comodi (meglio se sdraiati) in un ambiente quieto (quando possibile) e senza troppe persone intorno.

È molto utile praticare il rilassamento muscolare progressivo. Si tratta di una tecnica basata sull’alternanza contrazione/rilassamento di alcuni gruppi muscolari. Il suo scopo principale è quello di concentrare l’attenzione su qualcosa di diverso dalla paura dell’imminente attacco di panico e al contempo rilassare i muscoli.

Per quanto riguarda le strategie utili a prevenirli, numerosi studi concordano nell’affermare che praticare regolare esercizio fisico, come yoga, pilates, training autogeno o altre tecniche di rilassamento, abbia la capacità di ridurre i livelli di ansia e di stress percepiti, condizioni potenzialmente in grado di prevenire l’insorgere degli attacchi di panico.

Quando gli attacchi di panico comportano una compromissione del funzionamento sociale o lavorativo della persona che ne soffre, è necessario rivolgersi a uno psicoterpeuta. La terapia a indirizzo cognitivo-comportamentale è raccomandata per giungere a una completa e definitiva remissione dei sintomi.

Alla psicoterapia spesso sono associati farmaci ansiolitici, utili a prevenire il susseguirsi degli attacchi di panico e a interrompere i pensieri anticipatori su un eventuale altro attacco di panico e a ridurre lo stato d’ansia generale.

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a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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