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Sardegna, contrae il tetano a 10 anni: non era vaccinato

Camilla Mantegazza | Web Editor e Social Media Manager a Pazienti.it

Ultimo aggiornamento – 29 Giugno, 2017

In Sardegna un bambino contrae il tetano: non accadeva da oltre 30 anni

Contrarre il tetano a 10 anni, per colpa di un vaccino mancato. È successo in Sardegna, a un bambino in vacanza con la famiglia.

Il piccolo è ora ricoverato all’Ospedale San Martino di Oristano. Sembra fuori pericolo, nonostante presenti alcuni sintomi tipici della patologia, come le contrazioni muscolari e la paralisi dei nervi cranici. In Italia, un fatto simile non invadeva le pagine di cronaca da oltre 30 anni.

All’origine della brutta infezione contratta dal bambino proprio in vacanza, vi è una caduta in bicicletta e una piccola ferita sulla fronte. Ai genitori, arrivati allarmati in pronto soccorso, è stata suggerita una terapia con immunoglobulina antitetanica, così come previsto dalla norma. La proposta, come riferiscono gli operatori sanitari, sembra essere stata rifiutata. E il tetano si è sviluppato.

Il tetano: cos’è e come si manifesta

Il tetano è una malattia infettiva, non contagiosa, causata dal batterio Clostridium tetani, presente in natura sia in forma vegetativa sia sotto forma di spore. Quando queste penetrano nell’organismo umano attraverso ferite producono quella letale tossina, detta tetanospasmia, che dà origine ai sintomi clinici della malattia.

Nella maggioranza dei casi, il periodo di incubazione varia dai 3 ai 21 giorni. Gli esperti sostengono che più breve è il periodo di incubazione, più grave è il decorso della patologia. E, ricordiamo, la malattia risulta fatale in un caso su 10.

Le prime manifestazioni del tetano sono assolutamente peculiari. Si registrano, in tutti i casi, contrazioni muscolari che, partendo dal capo, invadono prima il tronco e poi gli arti.

Si ha poi un caratteristico sintomo iniziale, individuabile nel cosiddetto trisma, che dà al paziente un aspetto caratteristico – detto riso sardonico – seguito da rigidità del collo, da difficoltà nel deglutire, così come da rigidità dei muscoli addominali. Non mancano poi febbre, tachicardia e sudorazione incontrollata. Proprio come è successo al piccolo ricoverato ad Oristano, in Sardegna.

Dal tetano è possibile proteggersi: l’importanza del vaccino

Per proteggersi esiste un vaccino somministrato dal 1968 in tre dosi al terzo, quinto e dodicesimo anno di età. Non solo. Una dose di richiamo viene eseguita nel sesto anno e un’altra compiuti i 14 anni di età. Il vaccino, anche in questo caso, non ha funzionato, per il semplice motivo che questo bambino un vaccino contro il tetano non l’aveva mai ricevuto.

il vaccino contro il tetano: per proteggersi dal batterio che causa l'infezione

La vicenda – dichiara il direttore dell’Unità di Pediatria di Oristano, dr. Giovanni Zanda ripropone il tema della scelta da parte di alcuni genitori di non vaccinare i propri figli, esponendoli a rischi apparentemente banali, che potrebbero avere conseguenze molto pesanti e persino letali sulla salute dei propri figli. Il caso di tetano rappresenta un’eccezione che, certamente, sarebbe stata evitabile se il piccolo fosse stato vaccinato”.

Mentre si delineano i dettagli di questo caso, le prime pagine dei quotidiani riportano un’altra triste notizia, sebbene giunta alla ribalta della cronaca con un lieve ritardo. Lo scorso 28 aprile, presso l’Ospedale Bambino Gesù di Roma, una bambina di 9 anni, affetta da una rara malattia genetica, è morta a causa delle complicanze dovute al morbillo, contro il quale – ancora una volta – non era stata vaccinata.

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Camilla Mantegazza | Web Editor e Social Media Manager a Pazienti.it
Scritto da Camilla Mantegazza | Web Editor e Social Media Manager a Pazienti.it

Con Pazienti.it ho l’occasione di “impugnare la penna” ogni giorno, costruire piani editoriali su misura dei lettori e rispondere attraverso i contenuti a tutte le curiosità di salute di chi ci segue. Il blog e i social rappresentano un canale di comunicazione immediato e ricco di stimoli, che cerco di cogliere pienamente.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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