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Cause e rimedi per il prurito anale

Elisabetta Ciccolella | Farmacista

Ultimo aggiornamento – 14 Dicembre, 2017

Cause e rimedi per il prurito anale

Inutile negarlo. Soffrire di prurito anale è certamente un problema molto fastidioso e imbarazzante. In alcuni casi, però, è necessario dover «far vedere» questa parte del corpo a un medico, per riuscire a comprendere la causa del disturbo e trovare il modo migliore per risolverlo.

Ma quali saranno quindi le possibili cause del prurito anale e, soprattutto, quali sono i rimedi più efficaci? Scopriamoli insieme!

Le cause del prurito anale

Il prurito anale rappresenta un fastidioso disturbo che può essere dovuto a molteplici e svariate cause quali:

  • Emorroidi
  • Fistole o ragadi rettali
  • Tumori dell’ano
  • Diarrea
  • Incontinenza rettale
  • Dermatite atopica
  • Infezioni
  • Ossiuriasi
  • Candidosi
  • Scarsa igiene intima

Inoltre, il prurito all’ano può avere un’origine idiopatica, ovvero non presentare una causa evidente e può essere dunque legato alla sfera psicologica. Può essere correlato anche a un eccessivo attrito dovuto allo sfregamento della carta igienica a livello dell’ano o a irritazioni e allergie provocate dall’esposizione a profumi o coloranti presenti nella carta igienica, nei detergenti intimi o nei detersivi utilizzati per lavare gli indumenti.

In alcuni casi, le cause del prurito anale sono da ricercare in una dieta particolarmente ricca in alimenti piccanti e speziati, oltre ai fritti, agli alcolici, alle bevande contenenti caffeina, al cioccolato, ai pomodori o agli agrumi.

In linea generale, il prurito anale è correlato ad altri sintomi secondari quali:

  • Bruciore
  • Gonfiore
  • Dolore locale
  • Eritema
  • Fuoriuscite ematiche a livello dell’ano

Porre rimedio, però, è assolutamente possibile. Ecco come fare.

Cosa fare in caso di prurito anale

Se si accusa una sensazione di prurito nell’area rettale, è opportuno prediligere detergenti intimi delicati e carta igienica prodotta senza profumo e coloranti, ovvero priva di sostanze chimiche che possono rappresentare la potenziale causa del prurito stesso.

Risulta utile detergere la zona anale con acqua fredda, poiché lo spasmo della muscolatura anale causato dal freddo può determinare lo strozzamento di eventuali noduli emorroidali, spesso associati a prurito anale.

In seguito, dopo la detersione, si consiglia di asciugare la zona ano-genitale con asciugamani in cotone o in morbida spugna tamponando delicatamente ed evitando l’abrasione e lo sfregamento (altra possibile causa del prurito) e di scegliere slip in cotone bianco, traspiranti non eccessivamente aderenti.

In caso di prurito anale, è opportuno applicare creme formulate per le parti intime dopo avere asciugato in modo accurato la zona ano-genitale optando per prodotti privi di profumo che può risultare irritante per la mucosa anale.

Se si ha prurito anale, è importante cercare di regolarizzare la frequenza con cui avviene l’evacuazione in quanto questo disturbo interessa comunemente sia coloro che soffrono di diarrea sia chi soffre di stipsi poiché feci troppo dure possono causare ragadi anali e prurito. Laddove il prurito anale sia accompagnato da perdite ematiche dall’ano risulta necessario rivolgersi al proprio medico.

Pruriti all’ano: rimedi naturali (e non solo)

Per trattare il prurito anale, è possibile ricorrere a rimedi naturali e, più precisamente, a prodotti a uso topico contenenti attivi naturali dall’azione lenitiva e capaci di contrastare il prurito.

Ecco dunque i rimedi per il prurito anale:

  • Amamelide, utilizzata soprattutto in caso di emorroidi
  • Uncaria tormentosa, dall’azione antinfiammatoria
  • Olio di mandorle dolci
  • Iperico, sostanza derivante dal mondo vegetale dall’azione cicatrizzante e utile perciò in caso di prurito anale accompagnato da abrasioni e ragadi
  • Camomilla
  • Avena
  • Ossido di zinco

Se il ricorso a trattamenti topici a base naturale non risulta sufficiente alla eradicazione del prurito anale, è consigliabile rivolgersi al proprio medico che, in linea generale, prescriverà una eventuale terapia farmacologica in funzione di ciò che ha causato il prurito all’ano.

Laddove il disturbo sia provocato da infezioni micotiche, il paziente seguirà una terapia con antimicotici per via orale; al contrario, in caso di prurito anale idiopatico, si ricorre all’applicazione per via topica di derivati del cortisone e di anestetici locali come la lidocaina. Infine, in caso di allergie da contatto, risulta opportuno assumere antistaminici.

In linea generale, il prurito anale è un disturbo reversibile che scompare da solo in un breve arco temporale o necessita dell’applicazione di formulazioni ad uso topico specifiche; tuttavia, in rari casi, il prurito anale rappresenta un sintomo di patologie quali emorroidi, ragadi anali o neoplasie del colon-retto.

Prevenire quel fastidioso prurito

Per evitare l’insorgenza di un disturbo fastidioso come il prurito anale, è consigliabile seguire pochi e semplici consigli. In particolare, è sempre bene:

  • Seguire un regime alimentare sano
  • Praticare regolare esercizio fisico al fine di favorire la regolarità della funzione intestinale prevenendo diarrea ed emorroidi

In particolare, per ciò che concerne l’alimentazione, è consigliabile adottare un regime alimentare che favorisca una buona regolarità intestinale mediante l’assunzione delle giuste quantità di fibre, cereali integrali (crusca), yogurt, frutta e verdura.

Inoltre, è opportuno mantenere una buona igiene a livello ano-genitale e indossare abiti larghi prodotti con fibre naturali e traspiranti per minimizzare il rischio di irritazioni a livello anale.

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Elisabetta Ciccolella | Farmacista
Scritto da Elisabetta Ciccolella | Farmacista

La salute è il bene più importante. Questo è ciò che credo e che, da brava farmacista, cerco di trasmettere ogni giorno ai pazienti con cui mi rapporto.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
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