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Stitichezza e fastidio alla vagina: come riconoscere un prolasso vaginale

Simona Fenzi | Blogger

Ultimo aggiornamento – 20 Luglio, 2017

quali sono i sintomi del prolasso vaginale

Il prolasso vaginale è un fastidioso disturbo ginecologico che colpisce molte donne: questo accade quando gli organi pelvici “scendono verso il basso” attraverso la vagina, a causa dell’indebolimento del tappeto pelvico e del muscolo elevatore dell’ano, che fungono da supporto dell’uretra-vescica, dell’utero e del retto.

Come riconoscere e come curare un prolasso vaginale? Vediamolo insieme!

I primi sintomi del prolasso vaginale

I sintomi con i quali si manifesta il prolasso vaginale variano in base a quella che è la sua gravità, anche se la sensazione più comune, da chi ne è colpito, è quella di un “qualcosa che scende” e di una “vagina fuori posto”.

Questa sensazione è dovuta al fatto che la vagina va a esercitare una pressione sulle zone circostanti. La sensazione di “qualcosa che cade” non è il solo sintomo del prolasso vaginale. Altri sintomi possono essere:

  • Dolore durante i rapporti sessuali
  • Pressione nella zona della vagina e del bacino
  • Presenza di una massa, in corrispondenza dell’apertura della vagina
  • Infezioni frequenti alle vie urinarie
  • Diminuzione dei sintomi quando ci si trova in posizione abbassata
  • Difficoltà a svuotare completamente l’intestino

E ancora:

  • Difficoltà a svuotare la vescica
  • Costipazione
  • Incontinenza da stress urinario
  • Sensazione dolorosa che aumenta se si sta seduti a lungo
  • Allargamento dell’apertura vaginale

Come curare questa patologia?

Una volta che il ginecologo avrà diagnosticato un prolasso vaginale, giunge il momento di passare all’azione e cercare il metodo migliore per risolvere il problema.

Il trattamento varia in base a vari fattori, come la gravità dei sintomi e del prolasso, l’età e lo stato di salute generale. Se i sintomi sono leggeri potrebbe anche non essere necessario nessun tipo di trattamento, specialmente se questi non ti provocano dolore o disagio.

Se il prolasso vaginale è lieve, il consiglio è quello di praticare esercizi per il pavimento pelvico. Anche la perdita di peso può essere un aiuto, soprattutto se l’indice di massa corporea è sopra la norma. Anche un’alimentazione ricca di fibre, frutta fresca e verdure, pane integrale e cereali, potrebbe essere utile per andare a contrastare la stitichezza. Infine è sconsigliato anche stare in piedi per molte ore al giorno, magari sollevando pesi. Stai tossendo? Fumi? È ora di smettere, ogni colpo di tosse potrebbe aggravare il tuo prolasso vaginale!

Come abbiamo visto, se il prolasso è lieve è consigliato praticare esercizi per il tappeto pelvico, formato da tutti i muscoli che avvolgono la zona compresa tra il retto e la vagina.

Come praticare nel modo corretto la ginnasta pelvica? Intanto, siediti e mantieni le ginocchia leggermente distanziate tra loro. Lavora adesso sui muscoli della vagina, facendo forza per 8 volte di fila, almeno 3 volte al giorno. Fai attenzione a non andare a stringere i muscoli dello stomaco, dei glutei o delle cosce. I risultati, ovviamente, non saranno immediati… ma è un primo passo avanti!

Ginnastica pelvica per il prolasso vaginale: ecco come fare

Se il prolasso vaginale, invece, si presenta in una forma grave, è necessario ricorrere a delle cure più specifiche. Tra queste, indichiamo:

  • Terapia ormonale sostitutiva – Per dare sollievo ad alcuni sintomi del prolasso vaginale si può fare ricorso alla terapia ormonale sostitutiva, che va a eliminare la sensazione di secchezza vaginale e il dolore durante il sesso. L’ormone si può applicare, tramite crema, nella vagina oppure usando una compressa, sempre da inserire nella vagina, un patch o un impianto da inserire sotto pelle. Di solito questa soluzione si applica per donne che sono in menopausa.
  • Anello vaginale – Un’altra soluzione usata per trattare il prolasso vaginale è quella di usare un dispositivo, da inserire all’interno della vagina stessa, che andrà a mantenere in posizione le sue pareti. La sua struttura è morbida, in gel o silicone e sono disponibili in varie forme e dimensioni. L’anello vaginale viene utilizzato quando il prolasso è grave e non si vuole fare ricorso a un intervento chirurgico. Di solito questi supporti vanno sostituiti ogni 4/6 mesi. Trattandosi però di un corpo estraneo, alle volte può provocare effetti collaterali, come sanguinamento e lesioni, ma anche difficoltà intestinali.
  • Chirurgia – Nei casi più gravi, per trattare un prolasso vaginale, si fa ricorso alla chirurgia. Si stima che una donna su 10, in età avanzata, si sottoporrà a questo tipo di intervento. È un intervento che si fa in anestesia generale e comporta incisioni nella vagina. Non è consigliato se si vogliono avere ancora figli, perché una gravidanza potrebbe portare al presentarsi, nuovamente, del prolasso.
  • Maglia vaginale – Questa tecnica prevede l’inserimento di maglie sintetiche o biologiche nella parete vaginale, per andare a supportarne la parete interna, e gli organi circostanti. Il sistema non è adatto a tutte. Infatti, sono molte le donne che evidenziano problemi dopo l’inserimento di queste maglie.
  • Isterectomia vaginale- È l’isterectomia vaginale il metodo più radicale per risolvere un prolasso vaginale. Consiste nella rimozione dell’utero ed è quindi consigliabile soltanto a donne che non vogliono più avere figli.

Qual è la soluzione perfetta per te? Chiedi al tuo ginecologo, saprà indicarti la strada da percorrere.

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Simona Fenzi | Blogger
Scritto da Simona Fenzi | Blogger

La scrittura mi ha sempre accompagnata durante ogni fase della mia vita, prima per imparare adesso per diffondere un messaggio. Su Pazienti.it cerco di trasmettere come possiamo prenderci cura di noi ogni giorno, seguendo la regola che volersi bene aiuta a vivere meglio.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
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a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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