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Diabetici: quando la glomerulonefrite danneggia i reni

Tania Catalano | Biologa

Ultimo aggiornamento – 05 Giugno, 2018

glomuronefrite e diabete: ecco il legame

Non è più una novità. La correlazione tra patologie renali e diverse condizioni patologiche – quali pressione alta, diabete, ipercolesterolemia, infezioni batteriche e virali – è stata ormai sdoganata dalla scienza.

Quelli appena elencati, sono, infatti, fattori di rischio per lo sviluppo di malattie renali, tra cui spicca la glomerulonefrite, una patologia che, spesso, troppo spesso, colpisce i pazienti che già soffrono di diabete.

Glomerulonefrite: quando i filtri renali smettono di funzionare correttamente

Partiamo da principio, sottolineando che ciascun rene è riccamente vascolarizzato da una fitta rete di capillari sanguigni che si raggruppano a gomitolo per formare strutture chiamate glomerulo renali.

Ogni glomerulo renale funge da filtro, permettendo ai prodotti di scarto e all’acqua presenti nel sangue di passare in un piccolo canale chiamato tubulo, sotto forma di urina. Dai tubuli renali, poi, l’urina viene convogliata nell’uretere e, da qui, alla vescica.

In alcune occasioni, però, i glomeruli renali possono infiammarsi, in modo acuto o gradualmente: in questo caso, siamo in presenza di una glomerulonefrite cronica.

Attenzione, però. Le prime fasi della malattia potrebbero essere asintomatiche. In questi casi, la prima indicazione che qualcosa non funziona come dovrebbe arriverà dall’esame delle urine.

Se la patologia, invece, dovesse manifestarsi, ricordiamo che i sintomi della glomerulonefrite possono includere:

  • Ematuria (sangue nelle urine), con urina di colore rosa
  • Proteinuria (proteine nelle urine), con urina schiumosa
  • Ipertensione arteriosa
  • Ritenzione idrica (edema), con gonfiore evidente del viso, delle mani, del piedi e dell’addome

Di conseguenza, il modo migliore per scovare questa condizione, è quello di sottoporsi a dei test per valutare la funzione renale, per poi eventualmente procedere con una diagnosi di glomerulonefrite.

Ecco quali sono gli esami consigliati:

  • Esame delle urine
  • Proteinuria delle 24 ore
  • Esami del sangue, tra cui i valori di creatinina e azotemia
  • Ecografia del rene
  • TAC
  • Biopsia renale, per confermare una diagnosi

Glomerulonefrite e diabete: il legame

Purtroppo, tra le numerose complicanze, il paziente diabetico è soggetto a sviluppare la glomerulonefrite. In questi casi, la nefropatia diabetica danneggia lentamente, e irreversibilmente, la funzionalità renale. Questa condizione colpisce il 30-40% dei pazienti affetti da diabete di tipo 1 e il 10-20% dei soggetti con diabete di tipo 2.

Segni e sintomi della nefropatia diabetica includono:

  • Microalbuminuria persistente (tra 50 e 300 mg/die)
  • Lento e graduale peggioramento della funzionalità renale con tendenza alla proteinuria e all’insufficienza renale
  • Ipertensione arteriosa
  • Alto rischio di mortalità cardiovascolare

Il rischio aumenta in funzione del tempo ma anche, e soprattutto, in base alla qualità del controllo glicemico. Per questo motivo è estremamente importante prendersi cura dell’alimentazione, dello stile di vita, della pressione sanguigna, rispettando le terapie farmacologiche prescritte dai medici specialisti.

Dunque, dopo l’insorgenza, la progressione della nefropatia diabetica verso l’insufficienza renale è legata soprattutto ai valori della colesterolemia, della glicemia e della pressione arteriosa: tanto più questi sono elevati, tanto più rapida e grave risulta l’evoluzione della nefropatia verso l’insufficienza renale.

Complicazioni e prevenzione: consigli (e avvertimenti)

Come abbiamo visto, la glomerulonefrite può danneggiare i reni fino a far perdere la loro capacità di filtraggio. Di conseguenza, liquidi, tossine e elettroliti e sostanze di rifiuti si accumulano nel corpo, danneggiandolo.

Le possibili complicanze della glomerulonefrite nel paziente diabetico, e non solo, includono:

  • Insufficienza renale acuta, con la perdita di funzionalità nella parte filtrante del nefrone, che può determinare un rapido accumulo di prodotti di scarto nel sangue. Potrebbe essere necessaria la dialisi, una macchina artificiale per rimuovere liquidi e rifiuti extra dal sangue
  • Malattia renale cronica e perdita graduale della capacità di filtraggio. La funzionalità renale che si deteriora a meno del 10% della capacità normale si traduce in una malattia renale allo stadio terminale, che richiede la dialisi o un trapianto di rene
  • Ipertensione arteriosa, con danni ai reni e conseguente accumulo di rifiuti nel flusso sanguigno possono determinare aumento della pressione sanguigna
  • Sindrome nefrotica e riduzione di proteine ematiche. La sindrome nefrotica può essere associata a colesterolo alto e gonfiore (edema) delle palpebre, dei piedi e dell’addome.

E qual è la cura per la glomerulonefrite? In generale, l’obiettivo è proteggere i reni da ulteriori danni, soprattutto se si soffre di diabete. Le terapie a lungo termine sono, putroppo, la dialisi renale e il trapianto di rene. Ma quando un trapianto non è possibile, spesso a causa della scarsa salute generale, la dialisi è l’unica opzione.

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Tania Catalano | Biologa
Scritto da Tania Catalano | Biologa

Sono laureata in Scienze Biologiche e sto per conseguire la laurea Magistrale in Biologia Sanitaria e Cellulare Molecolare. Nei lavori di stage presso diversi laboratori di analisi biochimico cliniche ho approfondito la diagnostica clinica e immunologica. Mi occupo di giornalismo medico scientifico e approfondisco spesso la relazione tra nutrizione e patologie cronico-degenerative.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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Tania Catalano | Biologa
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