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Finti vaccini per 500 bambini: denunciata un’operatrice sanitaria

Stefania Virginio

Ultimo aggiornamento – 20 Aprile, 2017

Finti vaccini: la storia di un infermiera di Treviso

Una notizia che ha dell’incredibile, eppure è vera: un’infermiera è stata scoperta dai colleghi a gettare le fiale dei vaccini invece che iniettarle nei bambini.

La donna gettava la siringa con il vaccino

È successo in un ospedale di Treviso e il fatto si è protratto per mesi, da febbraio a giugno del 2016, coinvolgendo quasi 500 bambini. L’operatrice sanitaria agiva indisturbata, fingendo di iniettare il vaccino nel braccio, invece buttava la siringa ancora contenente il siero, nel cestino delle immondizie.

La donna, interrogata sulle motivazioni che l’hanno spinta a compiere un gesto così sconsiderato, non ha dato alcuna spiegazione e ora è in attesa di giudizio per violazione dei doveri professionali e degli obblighi assistenziali.

A segnalare l’accadimento sono stati due colleghi che avevano avuto sentore di un’anomalia nel suo operato.

Finti vaccini: le reazioni dei bambini potevano far insospettire

Gli altri operatori sanitari, colleghi della donna, si erano vagamente insospettiti, in particolar modo non sentendo piangere i bambini durante la somministrazione dei richiami e della tetravalente, cosa piuttosto anomala. Spinti da questo presentimento, i due infermieri hanno provato a controllare nei cestini e hanno fatto l’amara scoperta: il vaccino era rimasto completamente nelle siringhe.

È partita subito la segnalazione di negligenza al direttore Giovanni Gallo, che ha allarmato il gruppo Nas, il quale ha iniziato a effettuare le dovute verifiche del caso. Gli elementi che erano stati raccolti non erano sufficienti per incriminare immediatamente la donna, che era stata temporaneamente trasferita a un altro incarico. Nel frattempo, però, la l’USL ha deciso di richiamare a campione alcune famiglie che erano state vaccinate all’interno dell’istituto, sia dalla donna colpevole che da altre infermiere.

Immediatamente dalle analisi effettuate è apparso evidente il fatto che i bambini che erano stati “vaccinati” dalla prima non avevano sviluppato nessun anticorpo. A questo punto, la direzione del dipartimento di prevenzione si è vista costretta a segnalare la dipendente all’ufficio disciplinare e alla Procura. Di conseguenza, tutte le persone interessate, sia adulti che bambini, sono state contattate per completare l’iter della vaccinazione nel modo corretto.

È previsto, infatti, dalle indicazioni nazionali e internazionali che, in caso di certezza di non avvenuta corretta vaccinazione, la dose deve essere ripetuta per garantire la copertura a lungo termine.

Nonostante questi accertamenti, la donna è tutt’ora operativa in un altro reparto.

La parola al Direttore generale

Francesco Benazzi, Direttore generale, ha dichiarato che il loro obiettivo principale è quello di garantire la salute e i servizi che sono incaricati a erogare. Fortunatamente, i colleghi si sono accorti nell’intemperanza della donna e hanno provveduto immediatamente a segnalarlo a chi di competenza.

Dovranno ora venir effettuati ulteriori accertamenti e saranno richiamati tutti quei cittadini che non hanno potuto usufruire della completezza del servizio. Proprio per questo motivo, l’USL del territorio ha previsto delle giornate vaccinali straordinarie presso il Dipartimento di Prevenzione di Treviso per ottemperare i doveri che si erano preposti. Tutte le famiglie coinvolte verranno avvisate tramite lettera e saranno libere di decidere se completare o meno il ciclo vaccinale che risulterebbe a oggi non effettivo.

Nella questione, si è sentito di intervenire anche il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, dichiarando che la vicenda è veramente preoccupante, essendo la sanità un valore primario che dovrebbe garantire delle certezze e delle sicurezze.

La posizione del sindaco di Treviso sull’importanza dei vaccini 

Giovanni Manildo, sindaco di Treviso, chiede chiarezza al più presto possibile sulla questione. Il Comune è sempre stato a favore delle vaccinazioni e questo è un atto gravissimo che va a discapito della tutela della salute pubblica e del benessere. Per questa ragione, è previsto dal prossimo anno scolastico l’obbligo di vaccinare tutti i bambini sia dell’asilo che delle scuole materne. È dal 2007, infatti, che l’obbligo vaccinale è stato abolito, lasciando la libera scelta ai genitori se somministrare il siero ai propri bambini o meno.

Anche il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha dichiarato che il fatto è veramente sconcertante, che a pagarne saranno ovviamente i bambini che non hanno possibilità di scelta.

L’importanza dei vaccini

È stato ribadito il fatto che vaccinare sia fondamentale per debellare alcune malattie che potrebbero anche procurare un’invalidità nei pazienti. Purtroppo, il numero dei bambini vaccinati sta diminuendo drasticamente e i rischi per la salute di tutti sta aumentando.

Il calo delle vaccinazioni obbligatorie ha portato all’incremento del numero delle persone che non sono state immunizzate contro malattie molto gravi, come per esempio la poliomelite e la difterite, che si credevano ormai debellate. Il rischio è quello di far ricomparire patologie che erano scomparse, o almeno così sembrava, definitivamente.

È fondamentale somministrare i vaccini secondo un calendario prestabilito, per non ritardare il loro effetto protettivo nei confronti dei bambini, soprattutto, che non hanno ancora un sistema immunitario ben definito. Il neonato porta con sé il repertorio di anticorpi che gli ha trasferito la madre durante la gravidanza; al momento della nascita è coperto, ma lentamente, gli anticorpi iniziano a diminuire per poi sparire definitivamente entro i primi 6 mesi di vita.

Il bambino quindi, a questo punto, deve essere coperto con i giusti vaccini altrimenti rimarrebbe scoperto a pericoli realmente gravi. Prevenzione, vaccinazione e controllo: basta poco per stare bene!

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Scritto da Stefania Virginio

Sono Stefania e sono una friulana doc! Da quando mi hanno dato in mano la prima matita alle elementari non ho mai smesso di scrivere, e nemmeno di leggere tutto quello che mi passa sotto gli occhi.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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