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Gli obiettori di coscienza nei reparti di ginecologia

Stefania Virginio

Ultimo aggiornamento – 24 Ottobre, 2016

obiettori di coscienza: chi sono e come agiscono

Quando si parla della salute della donna, l’obiettore di coscienza ricopre un ruolo molto delicato. Attualmente, in Italia, dopo i gravi fatti di cronaca, se ne sta parlando molto. Vediamo cosa ne pensano gli esperti.

Gli obiettori di coscienza: le polemiche in Italia

Come probabilmente ormai tutti sapranno, una settimana fa, una donna incinta di due gemelli è morta nell’ospedale Cannizzaro di Catania. Poco dopo la sua morte, anche i due feti che portava in grembo sono estratti ormai privi di vita.

La causa della morte della futura mamma sembra sia stata imputata all’obiettore di coscienza che in quel momento stava assistendo la donna. Secondo i principi dei medici che seguono questa idea, nessuno di loro dovrebbe eseguire aborti. L’ospedale, però, per giustificare l’operato del medico di turno, ha portato a testimonianza del fatto che egli comunque li eseguisse, nonostante l’obiezione.

Tutta la documentazione e la testimonianza del marito della donna, unico presente oltre alla mamma nella stanza in cui l’obiettore si sarebbe rifiutato di aiutarla, sono ora in mano alla magistratura che dovrà verificare quanto successo. Sembra comunque che nell’ospedale di Catania, nel reparto di ostetricia e ginecologia, siano presenti dodici obiettori di coscienza su dodici medici operativi.

In questa circostanza, la pratica abortiva si sarebbe rivelata necessaria, in quanto rivolta a salvare la vita della mamma e di uno dei due feti.

Questo drammatico episodio ha riaperto una questione che in Italia è sempre rimasta semi-aperta, ovvero l’elevato numero di medici obiettori, estremamente alto rispetto al resto d’Europa.

Obiettori di coscienza: chi sono?

L’obiettore di coscienza è una persona che si rifiuta, per legge, di eseguire determinati interventi. La legge è la numero 194 del 22 maggio 1978, articolo 9 e recita: “L’obiezione di coscienza esonera il personale sanitario ed esercente le attività ausiliarie dal compimento delle procedure e delle attività specificamente e necessariamente dirette a determinare l’interruzione della gravidanza, e non dall’assistenza antecedente e conseguente all’intervento”.

Nel caso specifico, l’aborto si rivelava indispensabile, in quanto la circostanza era determinante per la salvezza della futura madre e di uno dei due feti.

I diritti che vanno rispettati, come quello all’aborto

Quello che si va a toccare è il diritto all’aborto, una scelta che è garantita a livello costituzionale. Allo stesso livello, si trova anche la libertà del medico di obiettare tale intervento. Visto però il caso della donna di Catania, l’obiettore di coscienza avrebbe dovuto valutare bene la situazione, rendendosi conto che poteva essere, e così è stata, una scelta di vita o di morte.

Non solo c’è la tutela della salute del cittadino italiano, previsto dalla Costituzione, ma bisogna tener conto anche del giuramento d’Ippocrate, secondo cui il medico deve mettere in primo piano la sopravvivenza del paziente. Sono due i diritti che vengono tenuti in considerazione: il diritto alla salute e il diritto dell’obiettore di far valere i propri principi. In questa particolare circostanze, prevale il primo in assoluto.

La situazione in Italia: quanti sono gli obiettori di coscienza?

Tra i ginecologi italiani si può contare il 70% di obiettori di coscienza. I tassi più alti si hanno:

  • Molise: 93,3%
  • Bolzano: 92,9%
  • Basilicata: 90,2%
  • Sicilia: 87,6%
  • Puglia: 86,1%
  • Campania: 81,8%
  • Lazio e Abruzzo: 80,7%

Il tasso più basso si riscontra in Valle d’Aosta, con il 13,3%.

Nel resto dell’Europa, la situazione cambia considerevolmente, se si pensa che in Finlandia e in Svezia l’ordine dei medici non prevede la possibilità di scegliere. In Inghilterra, il tasso di obiezione, in caso di intervento abortivo, varia da un 13% al 44%. Nel 90% dei casi, invece, il medico preferisce delegare l’intero caso a un altro collega, estromettendosi dalla situazione.

In Italia, secondo alcune statistiche, sembra che la scelta fatta dagli obiettori sia spinta da una comodità, ovvero quella di evitare di dover compilare documenti o di giustificare determinate scelte. È chiaro che dover decidere di praticare un aborto sia una scelta estremamente drammatica e difficile, soprattutto a livello psicologico.

Per evitare queste decisioni difficili, viene in soccorso la legge, la quale dichiara che, nel momento in cui un obiettore di coscienza non può effettuare un aborto, l’ospedale deve comunque avere a disposizione delle persone che possano prendere una decisione repentina e salvavita. Questo, però, porta a un elevato costo a livello di personale, costo che il Servizio Sanitario Nazionale non è in grado di sobbarcarsi.

In altri Paesi europei, la scelta di non effettuare determinate procedure viene “punita” tramite una penalizzazione a livello economico del personale sanitario che si è rifiutato. Nei Paesi del Nord Europa, invece, gli obiettori vengono assegnati ad altri reparti.

Quello che ci si augura è che questo drammatico episodio non capiti più in nessun ospedale del mondo.

 

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Scritto da Stefania Virginio

Sono Stefania e sono una friulana doc! Da quando mi hanno dato in mano la prima matita alle elementari non ho mai smesso di scrivere, e nemmeno di leggere tutto quello che mi passa sotto gli occhi.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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