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Individuati grassi buoni per sconfiggere il diabete

Andrea Salvadori | Blogger

Ultimo aggiornamento – 24 Ottobre, 2014

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Anche se comunemente il termine “grasso” ha connotazioni negative, alcuni grassi sono essenziali per la stessa sopravvivenza e apportano numerosi benefici all’organismo.

Un gruppo di ricercatori ha appena scoperto una classe di grassi che potrebbero essere usati per sviluppare nuovi trattamenti per combattere il diabete e le malattie infiammatorie.

La ricerca, guidata da Mark Yore e Ismail Syed del Beth Israel Deaconess Medical Center (BIDMC) di Boston e pubblicata sulla rivista Cell, ha cioè permesso di isolare dei grassi “buoni” che si trovano nelle cellule di grasso e in altre cellule del corpo.

Questi grassi si chiamano “Fahfas” (acid hydroxyl fatty acids) e, come gli omega 3, sono buoni, con la differenza però che sono prodotti all’interno del corpo umano.

La ricerca

I ricercatori hanno osservato che gli esseri umani che sono resistenti all’insulina – e quindi più inclini a sviluppare il diabete e le malattie metaboliche – mostrano una minore concentrazione di GLUT-4, molecole trasportatrici di glucosio, e concentrazioni di Fahfas dal 50 al 75% più basse di quelle degli individui con normale sensibilità insulinica.

Lo studio è stato effettuato sui topi. La maggiore presenza di GLUT-4 era sufficiente per aumentare la tolleranza al glucosio e proteggere i topi contro il diabete, anche quando gli animali erano obesi, spiega Barbara Kahn, coautrice dello studio.

Questi animali mostravano un elevato livello di acidi grassi, spesso associati nell’uomo con insulino-resistenza ed intolleranza al glucosio, ma erano sensibili all’insulina e in grado di controllare i livelli di zucchero nel sangue. Studiandone la struttura, gli scienziati hanno individuato la presenza di quattro lipidi normalmente assenti. “Sto conducendo queste analisi da più di un decennio e Fahfas è una delle uniche due nuove classi di lipidi che abbiamo scoperto“, spiega Alan Saghatelian, uno degli autori dello studio.

Attraverso il controllo dell’alimentazione, i ricercatori hanno aumentato il livello di Fahfas nei topi, che hanno sperimentato un rapido calo dello zucchero nel sangue e un aumento dell’insulina.

Uso terapeutico

Si tratta di “una scoperta che offre nuove valide vie di trattamento, che speriamo di essere in grado di testare in studi clinici“, spiega Kahn.

Infatti, anche se i Fahfas non possono essere somministrati direttamente come terapia, possono essere utilizzati per produrre medicinali sintetici per diminuire il livello di zucchero nel sangue e anche come metodo di prevenzione.

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Scritto da Andrea Salvadori | Blogger

Amo la musica, i viaggi e scrivere. La prima potrebbe farmi compagnia 24 ore al giorno, i viaggi sono il mio modo per rigenerarmi e imparare, la scrittura il mezzo per esprimermi in modo ordinato e fermare il tempo.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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