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I programmi di screening per tumori offerti dal Servizio Sanitario Nazionale

Redazione

Ultimo aggiornamento – 14 Aprile, 2020

tumore: la diagnosi precoce

A cura di sanita_informazione

Tumore al seno, tumore al collo dell’utero e tumore al colon-retto. Sono queste le 3 neoplasie per le quali esistono esami efficaci, mirati a individuare il tumore in gruppi di persone che non presentano i sintomi della malattia.

Il Servizio Sanitario Nazionale ha, quindi, previsto dei programmi di screening appositi, rivolti a determinate fasce della popolazione, che permettono una diagnosi precoce della malattia e, quindi, una maggiore possibilità di cura. È direttamente il centro di screening più vicino che invita il cittadino a sottoporsi al controllo.

Ma a chi sono rivolti e come vengono effettuati questi esami?

In cosa consiste il programma di screening per il tumore alla mammella?

Il tumore al seno è la neoplasia che colpisce più frequentemente le donne: rappresenta infatti il 30% di tutti i tumori del genere femminile. Il programma di screening predisposto è rivolto a tutte le donne di età compresa tra i 50 e i 69 anni e prevede l’esecuzione di una mammografia ogni due anni.

In alcune Regioni, quali Toscana, Emilia Romagna, Lombardia e Basilicata, si è deciso di ampliare la fascia di età a quella tra i 45 e i 74 anni. Nel caso in cui i risultati della mammografia facciano emergere il sospetto della presenza di un cancro, verranno effettuate una seconda mammografia, un’ecografia e una visita clinica. Se il sospetto permane, sarà solo la biopsia a confermare la diagnosi e a dare quindi il via alle terapie.

Anche grazie alla diagnosi precoce, ottenuta tramite esami preventivi che vedono un’adesione sempre maggiore delle donne, si assiste a una costante riduzione del tasso di mortalità dovuta a questo genere di cancro. Una ricerca, pubblicata nel 2012 dal Journal of Medical Screening, ha dimostrato una riduzione della mortalità pari al 25% nelle donne che si sottopongono allo screening.

Si stima che ogni 1000 donne che si sottopongono ai programmi di prevenzione vengano salvate tra le 7 e le 9 vite.

In cosa consiste lo screening per il tumore al collo dell’utero?

Il tumore al collo dell’utero viene individuato tramite il pap-test: vengono quindi prelevate delle cellule dal collo dell’utero strofinandovi un tampone. Se le cellule prelevate presentano delle alterazioni, potrebbero indicare la loro trasformazione in cellule tumorali. Il programma è rivolto a tutte le donne tra i 25 e i 64 anni e prevede un esame ogni tre anni. Se il pap-test risulta positivo, la donna verrà invitata a sottoporsi a ulteriori esami di approfondimento, quali la colposcopia, che permette di visualizzare la cervice uterina e di confermare o meno la presenza di lesioni pretumorali o tumorali, e la biopsia, che conferma definitivamente la diagnosi.

È in corso, nei vari sistemi sanitari regionali, la progressiva sostituzione del pap-test con un nuovo test di screening volto alla ricerca dell’infezione dell’HPV ad alto rischio. L’esame è simile al tradizionale pap-test, ma viene effettuato sulle donne con più di 30 anni e viene ripetuto ogni 5 anni. Se il test risulta positivo, verrà effettuato un pap-test a cui potrà seguire la colposcopia.

Il tumore alla cervice uterina è causato dall’infezione da HPV (papillomavirus umano). Se l’infezione dura nel tempo, può portare a lesioni nel collo dell’utero che possono trasformarsi in cancro. 

In cosa consiste lo screening per il tumore al colon-retto?

L’unico programma di screening rivolto sia a donne che uomini intende diagnosticare precocemente i tumori del colon-retto. L’esame, effettuato tra i 50 e i 69 anni ogni 2 anni, consiste nella ricerca di sangue occulto nelle feci. Il prelievo viene fatto autonomamente a casa e il campione, portato nel centro di screening più vicino, verrà analizzato per individuare eventuali tracce di sangue che possono essere indice della presenza di forme tumorali o di polipi.

In caso di esito positivo, il paziente dovrà sottoporsi a una colonscopia per esaminare l’intero colon retto. In caso di presenza di polipi, questi potranno essere rimossi nella stessa seduta, verranno poi analizzati.

In alcune regioni, come Piemonte e Veneto, la ricerca di sangue occulto è stato sostituita da un altro esame, la rettosigmoidoscopia, rivolta a chi rientra nella fascia di età 58-60 anni. Si tratta di un esame endoscopico che, tramite una telecamera, permette la visualizzazione dell’ultima parte dell’intestino, dove si sviluppa il 70% dei tumori del colon retto.

Il tumore del colon-retto è il secondo tumore più frequente (13% di tutti i tumori diagnosticati). Tra le donne è al secondo posto, preceduto solo dal cancro al seno, mentre per gli uomini è al terzo posto, dopo il tumore alla prostata e al polmone.

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a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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