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Vita sedentaria? Attenti a non sottovalutare i rischi

Alessia Di Nardo | Blogger

Ultimo aggiornamento – 15 Aprile, 2016

L’allarme dell’Oms: siamo troppo sedentari!

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha emanato le nuove linee guida che stabiliscono quanta attività fisica ognuno di noi debba fare per mantenersi in salute.

Da quanto risulta dalle ultime indagini, infatti, gli europei si muovono poco e siamo, soprattutto, noi italiani tra le popolazioni più sedentarie. Ciò, è tra le cause di molte patologie, tra cui:

In particolare, l’obesità, è sempre più diffusa, soprattutto, tra gli adolescenti, proprio a causa della loro sedentarietà. La Childhood Obesity Surveillance Initiative, che monitora l’obesità infantile, ha registrato una forte mancanza di attività tra i giovani tra gli 11 e i 15 anni e, soprattutto, tra le ragazze.

Le linee guida dell’Oms, quindi, consigliano, per mantenere un adeguato stato di salute, di praticare almeno 150 minuti di attività fisica a settimana se si è adulti o anziani, e almeno 60 minuti al giorno se si è giovani.

Gli obiettivi minimi che l’Oms intende raggiungere, entro il 2025, a livello mondiale, consistono nel ridurre almeno del 10% la sedentarietà, del 25% la mortalità precoce causata da tumori, diabete, malattie respiratorie o cardiovascolari e fermare l’aumento di obesità e diabete.

Vincenzo Manco, presidente nazionale dell’Unione Italiana Sport per Tutti, ha aggiunto che, tra i requisiti indispensabili a rispettare le linee guida dell’Oms, vi deve essere anche il rendere le città dei posti favorevoli all’attività fisica. L’UISP vuole, infatti, puntare su salute, movimento e stili di vita attivi e, per fare ciò, anche le città devono essere trasformate in “health cities”. Ciò comporterebbe anche ulteriori vantaggi; ad esempio, un primo calcolo ha evidenziato che l’utilizzo delle biciclette in città, potrebbe creare più di 70000 posti di lavoro.

Insufficienza venosa: colpa della sedentarietà?

Tra i disturbi causati dalla sedentarietà, vi è l’insufficienza venosa, che si ha quando il sangue rallenta il suo flusso e ristagna nella parte inferiore delle gambe. Ciò comporta una riduzione dell’apporto di ossigeno e di sostanze nutritive alle pareti del vaso venoso.

Il rallentamento del flusso sanguigno, con il relativo ristagno, avviene perché la vena, per vari fattori, perde l’elasticità della parete venosa e delle valvole, e impedisce al sangue di risalire.

Il ristagno causa infiammazione, accumulo di radicali liberi e ossidazione, con conseguente fragilità dei vasi e gonfiore. Altri disturbi collegabili a tale patologia, sono emorroidi e cellulite.

Inizialmente, l’insufficienza venosa non comporta sintomi ma, una volta manifestatasi, si avvertono:

  • pesantezza e gonfiore delle gambe;
  • crampi agli arti inferiori;
  • dolore o bruciore al polpaccio;
  • aumento di dolore all’avvicinarsi a fonti di calore;
  • diminuzione dei dolori camminando.

I sintomi tendono a peggiorare con lo scorrere del tempo. È opportuno, perciò, non trascurarli e fare il possibile per risolverli.

Le cause che potrebbero aggravare tale patologia sono: sovrappeso, poiché le vene hanno un carico di lavoro maggiore, utilizzo di contraccettivi ormonali, gravidanze ripetute, abbigliamento che stringe le gambe, utilizzo dei tacchi troppo alti, parete venosa debole per familiarità, stipsi, anomalie ortopediche.

Altra causa dell’insufficienza venosa è la sedentarietà, poiché la circolazione viene ostacolata e si favorisce la stasi venosa.

Vi sono una serie di consigli da seguire per combattere questo disturbo. Vediamo insieme quali sono:

  1. perdere peso;
  2. tenere, il più a lungo possibile, le gambe alzate, anche di notte, con un rialzo nella parte inferiore del letto;
  3. non restare a lungo nella stessa posizione, ma cambiarla spesso;
  4. moderare il consumo di alcol;
  5. non fumare;
  6. camminare moltissimo;
  7. se si sta molto tempo in piedi o seduti, sollevare, a turno, le punte dei piedi;
  8. evitare i bagni in acqua troppo calda;
  9. in gravidanza, camminare, fare ginnastica o nuoto;
  10. in doccia, puntare il getto d’acqua sulle gambe, alternando tra calda e fredda;
  11. eseguire cicli di linfodrenaggio.

Poiché, quindi, la sedentarietà è tra le causi principali di insufficienza venosa, tale patologia può essere prevenuta, innanzitutto, praticando più attività fisica.

Come abbiamo visto, quindi, l’attività fisica ha effetti benefici su tutto. Perciò, seguiamo le linee guida dell’Oms e modifichiamo il nostro stile di vita sedentario!

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Scritto da Alessia Di Nardo | Blogger

La scrittura è la mia più grande passione. Lavorare come web editor per Pazienti.it è un’opportunità per unire questa passione all'utilità di comunicare ai lettori messaggi di salute.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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