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Il caffè fa bene alla salute: mito o realtà?

Elisabetta Ciccolella | Farmacista

Ultimo aggiornamento – 27 Marzo, 2015

Recenti studi confermano che bere caffè apporti svariati benefici alla nostra salute.
In particolare, molte ricerche mostrano come il consumo abituale di questa bevanda sfavorisca l’insorgenza di patologie, quali diabete mellito, morbo di Parkinson, malattia di Alzheimer, disturbi epatici e cancro alla prostata.

Tuttavia, ci sono casi in cui il consumo di caffè non è proprio consigliato. Questo dipende dall’età, dallo stato di salute, dal corredo genetico e anche dal modo in cui prepariamo la nostra tazzina di espresso. Più in generale, se adorate il caffè e non riuscite a iniziare la giornata col piede giusto se non ne sorseggiate una tazzina, potete gioire e non sentirvi in colpa.

Gli studi

I risultati di un nuovo studio, condotto in Corea del Sud su un campione composto da venticinquemila persone, mostrano come un consumo quotidiano ma moderato – tra le 3 e le 5 tazzine al giorno – di caffè sia associato a un ridotto rischio di patologie cardiovascolari.

Inoltre, si è di recente scoperto che l’abitudine di bere circa quattro tazzine di caffè al giorno può contrastare l’insorgenza del melanoma. Questo studio avvalora una precedente scoperta secondo cui esiste una correlazione tra un consumo frequente della bevanda e un rischio ridotto per il carcinoma basocellulare.

C’è di più. Secondo studi riguardanti il Parkinson e il morbo di Alzheimer, alcune molecole contenute nel caffè potrebbero svolgere un’azione neuro-protettiva.

Il caffè: una sostanza studiata da sempre

Il The Harvard Health Professionals Follow-Up Study, studio iniziato nel 1986, and il The Nurses’ Health Study, cominciato nel 1976, hanno analizzato le abitudini relative al consumo di caffè di uomini e donne americani in buone condizioni di salute, per decenni.

Secondo il dottor Dr. Rob van Dam della Harvard’s School of Health, nel corso dello studio non è stata dimostrata alcuna relazione tra consumo di caffè e un aumento della mortalità legata al cancro o a malattie cardiovascolari. Tuttavia, per alcune fasce della popolazione il consumo di caffè può risultare potenzialmente dannoso. Ad esempio, coloro che soffrono di disturbi del sonno o sono diabetici dovrebbero consultare il proprio medico prima di inserire cibi o bevande contenenti caffeina nella loro dieta. Inoltre, c’è anche preoccupazione per l’uso smodato di caffeina tra i giovani.

Anche le donne dovrebbero evitare l’uso smodato della bevanda eccitante sia in menopausa, periodo durante in quale pare che potrebbe peggiorare il disturbo delle vampate di calore, che in gravidanza. In particolare, sembra che la caffeina assunta dalle donne in dolce attesa possa raggiungere il feto. Per questo, si raccomanda l’uso di una sola tazza di caffè al giorno durante la gestazione.

Esiste poi una mutazione genetica che molti di noi hanno, che determina quanto rapidamente il nostro organismo metabolizza la caffeina. Il gene in questione si chiama CYP1A2: l’espressione genica differente in ognuno di noi spiega come mai la caffeina abbia effetti più o meno rilevanti o evidenti su un dato soggetto e sulla sua salute.

In definitiva, per molti il caffè è una benedizione soprattutto di prima mattina o in pausa pranzo. Anche la scienza sembra confermarci che possiamo godere di una fumante tazzina di espresso senza troppi sensi di colpa, a patto il suo consumo avvenga con moderazione.

Come al solito, in medio stat virtus!

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Elisabetta Ciccolella | Farmacista
Scritto da Elisabetta Ciccolella | Farmacista

La salute è il bene più importante. Questo è ciò che credo e che, da brava farmacista, cerco di trasmettere ogni giorno ai pazienti con cui mi rapporto.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
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