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Influenza: come si contagia?

Redazione

Ultimo aggiornamento – 14 Aprile, 2020

influenza: le cause del contagio

Hai mal di gola e dolori muscolari diffusi in tutto il corpo come se fossi stato investito da un tir? Potrebbe trattarsi dei sintomi dell’influenza che si ripresenta puntualissima ogni anno.

Ma cosa è esattamente l’influenza? Si tratta di una infezione virale che colpisce le prime vie aeree e, più in generale, le vie respiratorie: naso chiuso, naso che cola (rinorrea), lacrimazione, mal di gola, tosse, febbre ed ancora dolori muscolari e astenia, sono sicuramente i principali sintomi della sindrome influenzale.

La cosiddetta “stagione influenzale” inizia in autunno e dura tutto l’inverno: secondo uno studio pubblicato sulla rivista PLoS Pathogens, i virus influenzali si trasmettono più facilmente d’inverno, quando l’aria è fredda e secca.

Quando si ha l’influenza, si raccomanda di rimanere in casa per evitare che altri si ammalino. Infatti, se si ha l’influenza, c’è solo una cosa da fare: stare a letto. Quasi sicuramente, non avete energie: state sdraiati, riposate, bevete molto (no alcol) ed evitate la caffeina.

Quando starete meglio e tornerete al lavoro, lavate le mani bene e regolarmente, per evitare il contagio, e invitate i vostri colleghi a fare lo stesso. Per limitare i contagi, si possono utilizzare anche delle mascherine.

Le medesime regole vanno seguite se si è più semplicemente raffreddati…

Ma per quanto tempo si è contagiosi? Per circa sette giorni: dal giorno antecedente alla comparsa dei sintomi fino a 5-7 giorni dopo l’inizio dell’influenza. Nel caso dei più piccoli, il virus può contagiare altri soggetti più a lungo.

I bambini, gli over 65, donne in dolce attesa e gli immunodepressi o soggetti con patologie croniche possono incorrere in complicanze legate all’influenza stessa e, per questo, per queste fasce di popolazione si raccomanda la vaccinazione.

Come avviene il contagio?

L’influenza passa da una persona all’altra per via aerea: quando si starnutisce, o talvolta quando si tossisce, si formano tante piccolissime gocce nell’aria che contengono il virus dell’influenza e provocano la diffusione del virus ad altre persone, che le inalano mediante la respirazione o vengono a contatto con occhi, naso e bocca delle persone malate o ancora toccano oggetti, come una maniglia o una scrivania, sui quali quelle “goccioline” soggiornano, visto che il virus può sopravvivere su superfici dure fino a 48 ore, e poi toccano le propria bocca o il proprio naso.

Esiste un modo per stabilire se si è ancora “contagiosi”?

In generale, si può considerare come parametro di riferimento la febbre: si dovrebbe rimanere a casa per almeno le 24 ore successive al momento della scomparsa della febbre senza l’uso di farmaci.

Esistono farmaci che possono rallentare la diffusione dell’influenza?

No. In particolare, anche se si stanno assumendo farmaci, il contagio virale continua nello stesso modo.

Il CDC americano raccomanda l’uso di tre farmaci antivirali approvati dalla FDA per il trattamento dell’influenza: oseltamivir, peramivir e zanamivir. Queste molecole possono ridurre la durata dell’influenza e risultare dunque estremamente utili.

Nel mondo occidentale, si contrastano i sintomi dell’influenza in genere col paracetamolo, con l’attività antidolorifica e antipiretica, coi Fans e con i classici decongestionanti nasali.

Inoltre, se si ha l’influenza, è raccomandata l’assunzione di grandi quantità di vitamina C, mediante l’alimentazione o l’uso di integratori alimentari ad hoc.

Non sempre ciò che pensiamo essere i sintomi dell’influenza si rivela davvero tale: è importante ricordare come le oculoriniti potrebbero essere di natura allergica e non essere causate da una infezione virale.

In altre parole, si può essere allergici a sostanze presenti nell’ambiente in cui viviamo, come polline, peli di animali domestici, acari della polvere, muffe, che possono causare congiuntiviti allergiche, riniti allergiche e disturbi legati alla respirazione, talvolta sovrapponibili ai sintomi di influenza/raffreddore e non esserne a conoscenza, scambiando dunque i sintomi dell’allergia con quelli dell’influenza.

In particolare, esistono allergie stagionali (es. polline) e allergie perenni: ovviamente, le allergie non sono contagiose.

Se si sospetta di essere allergici a qualcosa, bisogna rivolgersi a uno specialista allergologo.

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a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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