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Iniezioni di Vitamina C: valide alleate nella lotta contro il cancro

Roberta Nazaro

Ultimo aggiornamento – 25 Luglio, 2016

Vitamina C: cura tumore

Una nuova pioneristica ricerca della lotta contro il cancro ha evidenziato un innovativo potenziale della vitamina C, giunto del tutto inaspettato. Secondo il team di ricerca dell’Università del Kansas, i test effettuati su alti dosaggi di vitamina C somministrati per via intravenosa su un gruppo di soggetti umani hanno rivelato che possono debellare le cellule tumorali, lasciando quelle sane intatte.

Perché proprio la vitamina C?

Basandosi sulle ricerche avanguardiste effettuate negli anni Settanta dal chimico Linus Pauling, dell’Oregon State University, oggi considerate come le più importanti nell’ambito delle terapie a base di vitamina C, i ricercatori hanno deciso di sperimentare anche sui soggetti umani le iniezioni ad alti dosaggi di vitamina C nelle cellule ovariche.

I test sono stati condotti in vitro in laboratorio, in maniera parallela nei topi, che in soggetti umani.

Quali sono stati i risultati delle iniezioni di vitamina C?

Secondo la BBC News, i test hanno evidenziato dei risultati favorevoli in tutti i modelli, poiché la vitamina C ha effettivamente mirato alle cellule ovariche cancerogene, evitando di intaccare quelle sane. I benefici degli alti dosaggi di vitamina C sono stati inoltre osservati in combinazione con i convenzionali trattamenti chemioterapici, che al contrario della vitamina C, distruggono tutte le cellule, sia quelle sane, che quelle maligne.

Perché è importante questa scoperta?

Il dottor Jeanne Drisko, coautore dello studio, ha dichiarato in una intervista che i pazienti sono sempre alla ricerca di cure a basso costo e più sicure nel trattamento dei tumori. Le iniezioni intravenose di vitamina C hanno un forte potenziale in tale senso, in base a quanto rivelato dalla scienza e dai dati clinici raccolti di recente.

Le dosi somministrate per via orale di vitamina C agiscono come antiossidanti, proteggendo le cellule da eventuali lesioni causate dai composti reattivi che contengono ossigeno. Tuttavia, la vitamina C, somministrata per via intravenosa, può avere un effetto opposto, favorendo invece la formazione del composto noto come perossido di idrogeno. Le cellule cancerogene sono particolarmente suscettibili ai danni causati da questa sostanza reattiva all’ossigeno.

Sono necessari ulteriori studi?

I ricercatori hanno ammesso che sono necessari altri test sugli umani per considerare le iniezioni di vitamina C come delle vere terapie. Nonostante ciò, le compagnie farmaceutiche non hanno nessun interesse a brevettare le vitamine in tal senso.

Infatti, il passo successivo della ricerca implicherebbe proprio l’applicazione degli stessi parametri sui test clinici condotti su vasta scala, per poter essere replicati e confermati.

L’ostacolo della vitamina C

In realtà, la vera difficoltà per lo studio su vasta scala consiste proprio nelle grandi compagnie farmaceutiche, che non hanno nessun interesse a investire nella promozione dell’utilizzo di sostanze naturali come la vitamina C, per questioni strettamente legate al marketing e all’interesse economico.

L’autore dello studio, il dottor Qi Chen, ha affermato che è arrivato il momento per le agenzie di ricerca di sostenere i test clinici per le iniezioni di vitamina C, visto che tale sostanza non ha nessun potenziale di brevetto e che pertanto non attirerà l’attenzione delle compagnie farmaceutiche.

Generalmente, la risposta convenzionale del settore medico a questa ricerca e ad altre molto simili, negli anni, non è cambiata e il sentimento è sempre rimasto di forte scetticismo e scherno. Il problema di base è che chemioterapia, chirurgia e radioterapia portano maggiori profitti alle industrie farmaceutiche rispetto alle alternative più naturali proposte.

In effetti, il fatto che la vitamina C possa essere considerata una terapia non solo valida, ma addirittura più efficace, è un boccone amaro per tali compagnie. Rimane solo da vedere se i risultati di tali ricerche verranno confermati in futuro e se qualcuno si farà carico della diffusione di questa soluzione.

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Roberta Nazaro
Scritto da Roberta Nazaro

Sono insegnante di inglese e traduttrice, con laurea triennale in Scienza e Tecnica della Mediazione Linguistica e specialistica in Dinamiche Interculturali della Mediazione Linguistica presso l'Università del Salento. L'interesse per l'ambito medico mi ha portata al conseguimento del Master in Traduzione Specialistica in Medicina e Farmacologia conseguito presso il CTI di Milano.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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