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Interventi agli occhi per la correzione dei disturbi visivi: le innovazioni terapeutiche

Redazione

Ultimo aggiornamento – 14 Aprile, 2020

Il dr. Matteo Piovella è tra i maggiori esperti di chirurgia della cataratta e refrattiva. Opera a Monza (Centro di Microchirurgia Ambulatoriale). Dal 2010 è Presidente della Società Oftalmologica Italiana.


Le innovazioni tecnologiche per la cura delle malattie oculari, come la cataratta, consentono sempre di più di migliorare la vista dei pazienti, con approcci terapeutici meno invasivi e più efficaci.

Abbiamo rivolto alcune domande al dr. Matteo Piovella, tra i maggiori esperti di chirurgia della cataratta e refrattiva e presidente della Società Oftalmologica Italiana.

Oculistica: quali interventi consiglia per la correzione dei difetti visivi per non dipendere dagli occhiali o dalle lenti a contatto?

I difetti di vista sono tre:

  1. miopia
  2. ipermetropia
  3. astigmatismo

In Italia, ne soffrono 25 milioni di persone in meno che in Corea o in Giappone, dove esiste una maggioranza di persone miopi. Intorno ai 45 anni, incomincia la presbiopia, ovvero l’impossibilità di vedere da vicino senza utilizzare un paio di occhiali da lettura.

Dal 1990, si è diffusa la chirurgia refrattiva, capace con un intervento ambulatoriale di ridurre alcuni difetti di vista tanto da permettere a molte persone di liberarsi dagli occhiali che utilizzavano a permanenza.

La chirurgia refrattiva con Femtolaser e Laser a eccimeri: di cosa si tratta?

Ogni anno, in Italia si operano oltre 100.000 pazienti. I risultati migliori si sono ottenuti nella correzione della miopia.

Tramite un laser ad eccimeri è possibile rimodellare la cornea con la precisione di un millesimo di millimetro, tanto da cambiarne il raggio di curvatura e poter correggere difetti di miopia, normalmente fino a 7 diottrie.

Le tecniche chirurgiche utilizzate sono principalmente due:

  • la LASIK
  • la PRK

Nella LASIK si utilizza un laser a femtosecondi o un microcheratomo per creare una lamella superficiale della cornea, chiamata flap, che viene sollevata per mettere a nudo la parte centrale del tessuto corneale su cui focalizzare il trattamento di correzione del difetto visivo. Una volta terminato il trattamento, il flap viene riposizionato e fatto ben aderire.

La tecnica di PRK si applica rimuovendo la parte superficiale della cornea costituita da un epitelio con un ferro chirurgico. Il tessuto corneale viene quindi trattato allo stesso modo rispetto la LASIK per eliminare il difetto visivo. Una volta terminato il trattamento viene applicata una lente a contatto con lo scopo di favorire la ricrescita dell’epitelio corneale. Questo processo di riparazione dura dai tre ai cinque giorni dopo l’esecuzione dell’intervento. Si possono trattare sia l’astigmatismo che l’ipermetropia per un numero di diottrie limitato.

In ogni caso, è bene ricordare che per ogni diottria eliminata è necessario scavare uno scalino nella cornea e che per ottenere un buon risultato dopo l’operazione non si deve scavare troppo in profondità, pena una scarsa qualità della vista.

Prima di sottoporsi all’intervento è indispensabile sottoporsi a una visita oculistica molto approfondita per stabilire l’idoneità del paziente. Solo la metà delle persone che portano occhiali verrà giudicata idonea al trattamento di chirurgia refrattiva. I requisiti indispensabili sono l’assenza di irregolarità o patologie dalla cornea, lo spessore della cornea stessa e il diametro della pupilla.

Il medico oculista normalmente dovrà sottoporre gli occhi del paziente a esami specifici, quali la mappa corneale, la pachimetria e la pupillometria, l’aberrometria, la conta endoteliale, l’OCT tonometria, oltre a un esame refrattivo accurato anche in cicloplegia, a un esame del fundus e a una valutazione di tipo generale delle condizioni dell’occhio da operare.

Se tutti questi risultati rientrano nei limiti di applicabilità della chirurgia refrattiva, il paziente può serenamente effettuare l’intervento che normalmente si attua in entrambi gli occhi sequenzialmente.

La chirurgia refrattiva è in ogni caso un intervento chirurgico e tutti gli interventi chirurgici possono evidenziare delle possibili complicazioni. Se è stata eseguita una perfetta selezione del paziente, l’esito che più frequentemente non soddisfa è la presenza di un residuo del difetto visivo. Ad esempio, un paziente che presenta 7 diottrie di miopia potrebbe avere un risultato finale di 1 diottria di miopia, che pur essendo un significativo miglioramento, lo obbliga a mettere gli occhiali per guidare durante la sera.

Eventualmente, in questi casi è possibile sottoporsi a un piccolo ritrattamento, se esistono le condizioni cliniche, che non deve essere comunque effettuato nell’immediato, data la necessità di stabilizzare il difetto visivo. Più impegnative sono altri tipi di complicazioni che alterano la struttura stessa della cornea, dovute a difficoltà di selezione del paziente.

Direi che con le conoscenze di oggi non sia possibile perdere la vista per un intervento di chirurgia refrattiva. Al massimo, non risulta possibile ottenere una buona qualità visiva postoperatoria. Ma questo avviene in un numero sempre più piccolo di casi, oserei dire particolarmente impegnativi.

Il decorso post operatorio è lungo e dura qualche mese. Naturalmente, i fastidi maggiori si anno per la prima settimana. I primi due giorni è bene organizzarsi per rimare in una camera con poca luce e sentire della buona musica. Dopo, è obbligatorio portare occhiali da sole a protezione dei processi cicatriziali della cornea. La terapia con colliri va eseguita più volte al giorno e deve essere perfettamente rispettata, pena l’imperfetta cicatrizzazione della cornea. Le piccole sfuocature hanno bisogno di alcuni mesi per eliminarsi completamente. Normalmente, tutto si stabilizza definitivamente dopo 6 mesi.

Oggi, la tecnologia laser è migliorata in modo impressionante ed è stata applicata su milioni di soddisfatti pazienti in tutto il mondo. Milioni di persone hanno detto addio agli occhiali e hanno potuto raggiungere una acutezza visiva straordinaria, senza necessità di alcuna correzione. Per queste persone, per cui il difetto visivo ha rappresentato per tanti anni una grande limitazione oltre che un loro così detto punto debole, il poter sperimentare una “nuova vista” è stata una esperienza molto positiva ed estremamente appagante. La chirurgia refrattiva è uno degli interventi chirurgici con il minor numero di complicazioni e al tempo stesso capace di ottenere risultati estremamente efficaci.

La chirurgia delle lenti fachiche: di cosa si tratta?

La miopia può essere corretta anche inserendo nell’occhio una microlente che viene posizionata dietro l’iride e davanti al cristallino. Questa tecnica chirurgica, che utilizza le lenti fachiche, viene principalmente utilizzata per la correzione delle miopie elevate che non possono essere corrette utilizzando il laser ad eccimeri.

È possibile applicarla su un numero limitato di pazienti con buoni risultati e un risultato di qualità visiva di impressionante qualità.

La rivoluzione della chirurgia refrattiva della cataratta: ce ne parli un po’

La chirurgia refrattiva permette ai pazienti che si sottopongono all’intervento di cataratta (ogni anno in Italia sono 550.000) di correggere i difetti visivi da lontano, inserendo nell’occhio una microlente, un cristallino artificiale personalizzato ad alta tecnologia che permette anche di leggere da vicino senza utilizzare nessun occhiale.

È una evoluzione incominciata 10 anni fa ed è oggi molto apprezzata dai pazienti. In sintesi, prima dell’intervento vengono effettuate misurazioni molto precise che inviate in fabbrica permettono di costruire cristallini artificiali su misura, come fosse un abito di alta moda, che funziona per quella singola persona e per nessun altro, permettendo la correzione di miopia, ipermetropia, astigmatismo e, per la prima volta, consente di correggere la presbiopia, ovvero la necessità di indossare gli occhiali per legger un buon libro.

È una opportunità non molto conosciuta dai pazienti perché non ancora disponibile negli ospedali pubblici, ma in tutto il mondo sono sempre più i pazienti che traggono grandi benefici nell’utilizzare queste sicure ed efficaci innovazioni.

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a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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