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La chirurgia della colonna vertebrale: quando è indispensabile

Redazione

Ultimo aggiornamento – 14 Aprile, 2020

colonna vertebrale: i tipi di intervento

Chiamata anche spina dorsale, la colonna vertebrale è costituita da 32 vertebre separate da dischi fibro-cartilaginei. È composta da cinque zone:

  1. cervicale
  2. toracica
  3. lombare
  4. sacrale
  5. coccigea

Le vertebre cervicali sono formate da piccoli corpi, le lombari e sacrali sono molto più grandi, questo perché il peso del corpo diventa più gravoso nelle vertebre inferiori.

Diversi sono i problemi che possono interessare la colonna vertebrale. Nei casi meno gravi, la riabilitazione può essere d’aiuto ad alleviare dolore, mal di schiena o deviazioni della colonna. In alcuni casi, però, la chirurgia è l’unica strada possibile.

In quali casi ci si sottopone a un intervento alla colonna vertebrale?

La chirurgia della colonna vertebrale va valutata per condizioni tra le quali:

  • Gravi patologie spinali
  • Deficit neurologici come paralisi e perdita di sensibilità
  • Ernia del disco
  • Stenosi spinale
  • Scoliosi
  • Instabilità vertebrale
  • Patologie che non hanno risposto a terapie riabilitative e farmaci

Chirurgia mini invasiva della colonna vertebrale: in cosa consiste?

La chirurgia aperta che, in passato, era l’unico approccio possibile, è stata sempre più sostituita dalla chirurgia mini invasiva.

Mentre la chirurgia aperta prevedeva l’apertura, attraverso una lunga incisione della zona interessata, che esponeva tutte le strutture spinali. La chirurgia mini invasiva non richiede grandi tagli, riducendo l’area sottoposta a manipolazione chirurgica.

In tal modo, la chirurgia spinale mini invasiva offre evidenti benefici in termini di riduzione dei sintomi e dei tempi di recupero post operatorio. Naturalmente, in alcuni casi, è ancora indispensabile intervenire con chirurgia aperta.

Intervento alla colonna vertebrale: quando è utile?

I tipi d’intervento chirurgico più comuni effettuati sulla colonna vertebrale sono:

  • Discectomia e microdiscectomia: rimozione dell’ernia e del materiale proveniente dal disco intervertebrale. La microdiscectomia è una procedura mini invasiva.
  • Laminectomia: rimozione della porzione ossea posteriore della vertebra.

GVM

Quali sono i rischi di un intervento alla colonna vertebrale?

Così come qualsiasi tipo d’intervento chirurgico, la chirurgia della colonna vertebrale può presentare alcuni rischi. La chirurgia mini invasiva comporta, più o meno, gli stessi rischi sebbene in misura minore.

I rischi più comuni della chirurgia spinale sono:

  • Infezioni
  • Emorragie
  • Dolore sul sito d’innesto osseo
  • Pseudoartrosi, cioè mancata fusione ossea
  • Danni neurologici
  • Embolia

Quali sono gli approcci più comuni per la chirurgia spinale?

Sia nella chirurgia aperta che nella chirurgia mini invasiva, il chirurgo può accedere alla colonna vertebrale in punti differenti, detti “approcci”:

  • Approccio anteriore: il chirurgo accede alla colonna vertebrale attraverso la parte anteriore del corpo.
  • Approccio posteriore: è l’approccio più comune e prevede una o più incisioni sulla schiena.
  • Approccio laterale: il chirurgo accede lateralmente.
  • Foraminotomia: è la rimozione di tessuto osseo e/o cartilagineo che ostruisce il forame intervertebrale comprimendo la radice di un nervo spinale.
  • Protesi discali: un’alternativa nuova alla tradizionale fusione vertebrale.
  • Fusione spinale: serve a bloccare la mobilità di due o più vertebre adiacenti e prevedo l’uso di innesti ossei.

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a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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