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La percezione del dolore

Redazione

Ultimo aggiornamento – 14 Aprile, 2020

dolore: percezione

Dolore… ma cos’è il dolore? Un’esperienza che coinvolge i nostri sensi, una spiacevole sensazione che ci colpisce ogni qualvolta una parte del nostro corpo inizia a giocare brutti scherzi. Ebbene, è proprio così?

Il dolore, non dimentichiamolo, è modulato da una serie di fattori che interessano anche la nostra sfera psichica: la memoria di precedenti eventi dolorosi, stati di stress, alterazione dell’umore e speranze di guarigione.

Attenzione, però. Il dolore non è una semplice e banale esperienza sensoriale ma, piuttosto, il risultato di una elaborazione svolta a livello del sistema nervoso centrale. Questo, infatti, oltre a ricevere gli impulsi nervosi – siano essi sensitivi o dolorifici – svolge un ruolo cruciale nell’elaborazione di questi ingressi, andando a far leva proprio sulla percezione del dolore.

Percezione del dolore: come si comporta il nostro cervello?

Conoscete la teoria della “matrice del dolore”? Ebbene, è proprio questa che, fino a tempi recenti, ha spiegato come il nostro corpo attiva e percepisce il dolore. Secondo questa teoria, la matrice del dolore rappresenta uno schema di attività cerebrali ritenute responsabili del dolore stesso.

La scienza, però, come ben sappiamo, è in continua evoluzione e mutamento e uno studio pubblicato sulla rivista JAMA Neurology sembra mettere in discussione alcune certezze.

I ricercatori, per portare a termine questo studio, si sono avvalsi della collaborazione di sei persone, due delle quali affetti da “insensibilità congenita al dolore” dunque incapaci di elaborare e riconoscere informazioni dolorifiche. Che fortuna, direte voi! Purtroppo, non è così. Mai dimenticare, infatti, che il dolore rappresenta un sintomo e un campanello di allarme di infezioni, infiammazioni e malattie. È, infatti, anche grazie al dolore che il nostro corpo ci avvisa che qualcosa non sta funzionando al meglio, permettendoci di andare più a fondo del problema.

Oltre alle due persone “nate senza dolore”, sono state selezionate altre quattro persone capaci di avvertire il dolore normalmente. Tutta la squadra è stata poi sottoposta a iniezioni alquanto fastidiose. E qui la sorpresa! Infatti, scansionando l’attività celebrare dei sei volontari, si sono potute constatare le medesime reazioni.

È assolutamente lecito pensare che questa scoperta possa non impattare sulla vita di tutti i giorni e, soprattutto, sulla percezione che abbiamo del dolore. Ma non è così. Mettendo in discussione la tradizionale teoria del dolore, infatti, si compie un passo avanti verso la ricerca della sua origine. A quel punto, lo sviluppo di farmaci da somministrare a coloro che soffrono di dolori cronici sarebbe maggiormente immediato. E l’obiettivo della ricerca e della scienza finalmente realizzato!

Naturalea

Antidoto al dolore: l’amore fa bene!

Se l’origine del dolore non è ancora del tutto certa, sappiamo che gli oppiaci rappresentano un forte antidoto ai dolori, sebbene gli effetti collaterali siano del tutto evidenti.

Le coppie di innamorati, però, possono ritenersi fortunate: i ricercatori dell’Università del Colorado, infatti, hanno dimostrato come una forte empatia tra i partner possa modificare le reazioni fisiologiche di entrambi.

Lo studio, infatti, ha mostrato come la percezione del dolore di una donna diminuisse grazie alla presenza fisica del compagno, grazie all’accoppiamento respiratorio e del ritmo cardiaco.

L’amore fa bene! Anche, e soprattutto, quando si avverte dolore.

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a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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