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Il melograno contro l’invecchiamento

Simona Fenzi | Blogger

Ultimo aggiornamento – 29 Luglio, 2016

Melograno: benefici

Il melograno era già apprezzato anche dalle popolazioni più antiche dove è sempre stato associato a concetti legati alla rinascita, alla fertilità e alla vita eterna. Anche gli studiosi di età moderna sono concordi con queste idee e, questa volta, ci sono anche delle prove scientifiche; infatti, un nuovo studio, comparso sulla rivista Nature Medicine, ha mostrato come questo frutto abbia importanti qualità che impediscono alla muscolatura di invecchiare.

Lo studio sul melograno

Lo studio in questione è stato compiuto dai ricercatori dell’Ecole Polytechnique Fédérale de Lausanne (EPFL), in Svizzera. Gli scienziati hanno scoperto la presenza in questi frutti di una potenziale chiave di ringiovanimento, chiamata Urolithin A (UA). Questa magica molecola non è però presente nel frutto, ma viene bensì prodotta dell’intestino umano durante la digestione.

Il coautore dello studio, il dottore Patrick Aebischer, che è a capo del laboratorio di malattie neurodegenerative del Politecnico di Losanna, afferma come questa sostanza sia assolutamente al 100% naturale e che il suo effetto benefico sia potente e misurabile. Per produrre la molecola, nel nostro intestino devono essere presenti dei batteri che siano in grado di abbattere quello di cui ci stiamo cibando. Con la digestione verrà così prodotta l’Urolithin A che andrà poi a manifestare tutti i suoi benefici sul nostro organismo.

Gli effetti del melograno sull’organismo

Vediamo cosa accade una volta che avremo bevuto un bel bicchiere di succo di melagrana o dopo che avremo mangiato qualche chicco di questo succoso frutto.

Una volta ingerita, la sostanza che si trova dentro i chicchi della melagrana, che si chiama ellegitannnini, questa viene ripartita dai batteri presenti nello stomaco, che la trasformano in Urolithin A (UA). Questa sostanza si è visto funzionare in modo ottimale sui vermi nematodi anziani, che sono sopravvissuti per molto più tempo rispetto ai loro simili che non ne erano stati trattati.

I ricercatori pensano che la sostanza vada a recuperare e ripristinare le mancanze di mitocondri, che sono i motori delle cellule, quelli che con il tempo cominciano a degradare portando a un indebolimento muscolare. Il dottor Aebescher afferma che l’Urolithin A sia la sola molecola che ha il potere di rilanciare il processo di ripristino dei mitocondri e per questo spera che, scoprendone tutti i benefici, si possa andare a invertire il processo di invecchiamento muscolare.

La sostanza è stata testata anche sui topi. I risultati hanno messo in evidenza come i topi anziani avevano una resistenza maggiore del 42% nella corsa rispetto ai topi che non erano stati trattati con l’Urolithin A, prima di svolgere l’esercizio. È stata questa evidenza a far credere ai ricercatori di poterla usare anche per invertire il processo di invecchiamento muscolare negli esseri umani. L’unico problema è che l’intestino funziona diversamente in ognuno di noi e quindi questo potrebbe andare a cambiare anche la flora intestinale, creando situazioni diverse che potrebbero andare ad influenzare la produzione di Urolithin A.

Il dottor Johan Auwerx, un altro coautore dello studio e ricercatore presso l’EPFL, afferma che in specie lontane tra loro, come vermi e topi si ha la stessa reazione alla sostanza, buona notizia questa per far pensare di essere sulla strada giusta per creare un prodotto di tipo innovativo.

Aesbicher e il suo team stanno, infatti, lavorando con la Amazentis, una società biotech, per sviluppare un integratore sicuro ed efficace. Ma fino a che questo integratore non sarà pronto non c’è bisogno di andare ad assumere litri e litri di succo di melograno, infatti, sono molti gli alimenti che contengono ellagitannini.

Il dottor Aebischer afferma che i precursori dell’urolithin A si trovano sì soprattutto nelle melagrane, ma anche, seppure in quantità minori, in noci e bacche.

 

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Scritto da Simona Fenzi | Blogger

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a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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