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Gli orecchioni aumentano il rischio di sterilità: vediamo perché

Antonia de Gioia | Blogger

Ultimo aggiornamento – 04 Luglio, 2017

La parotite contratta in età adulta aumenta il rischio di sterilità: vediamo perché

Non è completamente infondata la diceria comune secondo la quale è bene essere colpiti da talune infezioni virali in età infantile, piuttosto che in età adolescenziale o adulta. È il caso della parotite, comunemente chiamata “orecchioni”. Si tratta di un’ infezione virale che colpisce le ghiandole salivari collocate nella mascella e nella zona superiore del collo. Vediamo perché.

Parotite negli adulti e sterilità: come sono correlati?

La parotite si manifesta nella fase iniziale con febbre, mal di testa, stanchezza muscolare, per poi evolversi con gonfiori al lato del volto sotto le orecchie – da qui il termine “orecchioni”! – che tenderanno a rientrare nel giro di poche settimane senza particolari danni per la salute del soggetto colpito.

In caso di parotite in età adolescenziale o adulta il virus potrebbe colpire anche i testicoli provocando una condizione infiammatoria nota come orchite, che si manifesta con gonfiore e dolore dei testicoli, accompagnato da rossore della pelle scrotale.

Solo in alcuni casi l’orchite coinvolge anche l’epididimo, un tubo stretto che trasporta lo sperma fuori dal testicolo e di conseguenza una riduzione di quantità di spermatozoi prodotti.

Secondo una pubblicazione del British Journal of Urology International gli ormoni maschili di soggetti nel periodo post pubertà possono essere danneggiati da orchite.

Più specificatamente l’infezione virale provoca gonfiore dei testicoli: tale condizione può provocare l’aumento della pressione sulle parti del testicolo che producono spermatozoi. In caso di pressione prolungata si potrebbe danneggiare il tessuto rendendolo parzialmente o totalmente capace di produrre spermatozoi.

Fortunatamente la sterilità dovuta da orchite indotta da parotite è un evento molto raro. Essa è una condizione più diffusa tra le generazioni degli anni ’90 piuttosto che tra le nuove, a causa della precedente carenza in passato di vaccini.

Anche nelle donne i casi di sterilità generati da parotite sono molto rari. In questo caso di parla di ooforite, ovvero gonfiore delle ovaie accompagnato da dolore addominale nella zona inferiore, stanchezza e febbre.

Sia in caso di ooforite che di orchite dovute a parotite è sempre bene consultare il medico per eventuale somministrazione di antidolorifici.

Piccole misure quotidiane in caso di infezione consentono di ridurre il dolore a carico delle parti intime, ovvero:

  • Utilizzare di biancheria in cotone e sostituirla più volte durante la stessa giornata;
  • Apporre sulla zona dolorante una borsa di acqua calda o fredda.

Parotite: come curarla… e prevenirla!

La parotite è una malattia virale causata da un paramoxiovirus, ed è una patologia tipica dei bambini tra i 4 e 5 anni.

Attualmente il trattamento non prevede la somministrazione di farmaci, ma bensì una serie di comportamenti volti a ridurre i sintomi dell’infezione fino a estinguerla completamente nel giro di una o due settimane.

Ecco alcune misure che potrebbero aiutare il sistema immunitario a combattere la parotite nel breve termine:

  • Assoluto riposo finché i sintomi non sono passati del tutto
  • Somministrazione di antidolorifici come ibuprofene o paracetamolo, per alleviare qualsiasi dolore. Per la prescrizione è bene rivolgersi a un medico
  • Bere molti liquidi, evitando bevande gassate, alcooliche e acide che potrebbero irritare le ghiandole già gonfie
  • Applicare acqua calda o fredda in prossimità del gonfiore ghiandolare per alleviare il dolore
  • Mangiare cibi che non richiedono molta masticazione, ad esempio zuppe, purea di patate e uova

Se i sintomi non migliorano dopo sette giorni o improvvisamente peggiorano, è bene contattare il medico curante per accertamenti.

La parotite, come tante altre infezioni virali, è particolarmente contagiosa, essendo trasmissibile da un soggetto all’altro attraverso saliva, al pari di un raffreddore.

È bene adottare comportamenti volti a prevenire e limitare la diffusione dell’infezione, soprattutto a carico di soggetti non vaccinati. Ecco alcuni consigli:

  • Non frequentare luoghi pubblici fino a 5 giorni dopo aver sviluppato i sintomi
  • Lavare le mani regolarmente, utilizzando sapone e acqua
  • Coprire la bocca e il naso in caso di tosse o starnuto
  • Utilizzare postate, fazzoletti e tovaglioli monouso in modo da sbarazzarsene subito

In generale la parotite non è un’infezione di tipo grave ma in caso di sintomi persistenti è bene consultare il medico curante per opportuni accertamenti. Comune è la scelta di vaccinare i bambini contro gli orecchioni a partire da 1 anno di età. Si tratta di un vaccino efficace da già dalla prima iniezione.

Voi siete vaccinati dagli orecchioni?

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Antonia de Gioia | Blogger
Scritto da Antonia de Gioia | Blogger

Sono una laureata in Marketing e mi occupo della gestione di attività promozionali e di comunicazione, con un’attenzione particolare al mondo digitale e social. Nel tempo libero, lontana dal lavoro quotidiano, mi dedico alla scrittura.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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