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Come affrontare un viaggio in aereo prevenendo il rischio di trombosi

Tania Catalano | Biologa

Ultimo aggiornamento – 15 Luglio, 2022

Trombosi Venosa Profonda: Consigli per Viaggiatori

La trombosi venosa profonda (TVP) è una patologia molto frequente che può colpire persone anziane, senza però risparmiare tutti coloro che restano immobili o seduti per troppo tempo in aereo, in treno o in auto. Sono tutti casi in cui la circolazione rallenta e si favorisce la formazione di coaguli: è per questo che tale patologia è nota anche come “trombosi del viaggiatore“.

La trombosi venosa profonda colpisce solitamente le gambe o le braccia, o in casi più rari le vene profonde dell’addome. Quando interessa le vene del circolo superficiale viene detta “flebite”.

A causare la TVP è un coagulo di sangue che blocca la circolazione sanguigna a livello di una vena. L’eventuale rottura del coagulo determina la formazione di frammenti, detti emboli, che viaggiano tramite il torrente ematico giungendo al cuore, quindi, ai polmoni, causando una embolia polmonare

Un aumento delle dimensioni del trombo, può causare l’occlusione della vena e la sua successiva rottura. Vediamo insieme quali sono le complicazioni e come prevenire un eventuale trombo, soprattutto durante i lunghi viaggi verso le mete estive.

Quali possono essere le complicazioni?

Se non trattata in tempo, una trombosi o una flebite degli arti inferiori, può dar luogo ad una sindrome post-flebitica, una condizione caratterizzata da tumefazione dell’arto interessato, comparsa di varici e di macchie scure sulla cute, ulcere, pesantezza delle gambe e difficoltà nella deambulazione.

Come abbiamo già detto, la trombosi venosa profonda può causare anche condizioni più gravi come embolia polmonare, che si verifica quando una porzione del trombo si sposta dalla vena al cuore e, da questo, ai polmoni, causando blocco della circolazione e infarto polmonare. Le conseguenze di ciò possono essere letali.

Chi è a rischio di trombosi venosa profonda?

Soggetti maggiormente a rischio di sviluppare gravi complicazioni sono:

  • persone che hanno già avuto una TVP;
  • pazienti che hanno subito da poco un intervento chirurgico o che sono stati a letto per molto tempo;
  • donne in gravidanza o che hanno recentemente partorito;
  • i viaggiatori.

Altri fattori di rischio per la trombosi includono:

  • Condizioni o fattori che rendono il sangue meno fluido che aumentano la probabilità di coagulazione del sangue
  • Alcuni disordini ereditari del sangue
  • Assunzione di terapie ormonali
  • Lesioni a livello di una vena profonda a seguito di un intervento chirurgico, una frattura ossea o un altro trauma

E ancora:

  • Flusso di sangue rallentato in una vena profonda a causa della mancanza di movimento o della permanenza a letto per diverso tempo
  • Presenza di un catetere venoso centrale
  • Età avanzata, i soggetti di età superiore ai 60 sono maggiormente a rischio
  • Sovrappeso e obesità
  • Fumo

Riconoscere una trombosi: i sintomi

Tra i sintomi di una trombosi venosa profonda troviamo:

  • Tumefazione, calore, arrossamento e dolore intenso nella parte interessata
  • Vena indurita, lungo il suo percorso infatti può comparire un cordone rosso duro e doloroso
  • Lieve ingrossamento di una gamba rispetto all’altra

Sono possibili altri sintomi come tachicardia, dolore al torace, dispnea, in tali casi potrebbe trattarsi di embolia polmonare, e bisogna correre al pronto soccorso.

Se i sintomi fanno sospettare al medico una trombosi venosa profonda, con ogni probabilità egli prescriverà un esame specifico detto ecocolordoppler.

Per diagnosticare una trombosi il medico può anche raccomandare:

  • una risonanza magnetica nucleare (RMN);
  • una tomografia assiale computerizzata (TAC);
  • il test ematico del D-dimero per la misurazione di una sostanza rilasciata nel sangue quando un coagulo di sangue si dissolve. Se il test mostra livelli elevati della sostanza, si può avere un coagulo di sangue profondo della vena.

Ci sono casi che richiedono l’ospedalizzazione immediata e quindi è indispensabile recarsi al pronto soccorso. Una diagnosi corretta e immediata, infatti, permette di iniziare subito una terapia farmacologica, a base di anticoagulanti, utili per fluidificare il sangue.

Come proteggersi dal rischio di trombosi quando si viaggia in aereo?

Per evitare di imbattersi in una trombosi venosa profonda durante un viaggio molto lungo, si possono seguire alcuni accorgimenti, tra cui:

  • Mettersi in piedi e muovere gli arti per riattivare la circolazione
  • Muovere le gambe anche durante la posizione seduta per aiutare e migliorare il flusso sanguigno
  • Massaggiare i muscoli del polpaccio ad intervalli di 20-30 minuti
  • Indossare calze di compressione
  • Portare nella borsa farmaci che aiutano la circolazione sanguigna, soprattutto se in passato si è già verificato un evento trombotico
  • Evitare l’assunzione di alimenti che contengono vitamina K, essenziale nelle reazioni chimiche per la formazione dei coaguli di sangue. Le fonti più ricche di vitamina K includono verdure a foglia verde e broccoli. Evitare l’assunzione di questi alimenti se ci si deve mettere in viaggio per molte ore o se si assumono farmaci anticoagulanti con cui la vitamina K entra in contrasto
  • Evitare di assumere alcool
  • Bere abbondante acqua per mantenere un buono stato di idratazione
  • Evitare di indossare abiti stretti che stringono la vita o le gambe, optare per abiti che non bloccano la circolazione

Seguire alcuni piccoli consigli, come quelli appena elencati, potrebbe aiutare ad evitare l’insorgenza di una TVP durante viaggi aerei intercontinentali, lunghi e stressanti, sia in soggetti che non hanno mai avuto problemi di circolazione, sia in soggetti che sono già stati colpiti da TVP.

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Tania Catalano | Biologa
Scritto da Tania Catalano | Biologa

Sono laureata in Scienze Biologiche e sto per conseguire la laurea Magistrale in Biologia Sanitaria e Cellulare Molecolare. Nei lavori di stage presso diversi laboratori di analisi biochimico cliniche ho approfondito la diagnostica clinica e immunologica. Mi occupo di giornalismo medico scientifico e approfondisco spesso la relazione tra nutrizione e patologie cronico-degenerative.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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Tania Catalano | Biologa
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