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Riconoscere la mononucleosi: i sintomi, le cause e la diagnosi

Roberto Pisani

Ultimo aggiornamento – 31 Agosto, 2017

mononucleosi: cause, sintomi e cura

La mononucleosi è una malattia infettiva provocata dal virus di Epstein-Barr (EBV). È particolarmente diffusa tra gli adolescenti, ma può colpire persone di ogni età. Il virus si diffonde principalmente tramite la saliva ed è per questo che la mononucleosi è anche nota come malattia del bacio. Vediamo insieme come riconoscerla e, soprattutto, come si può prevenire e curare la mononucleosi.

I sintomi di mononucleosi

Prima che compaiano i primi sintomi della mononucleosi passano in genere dalle quattro alle sei settimane. Si tratta appunto del periodo di incubazione del virus. I sintomi associati alla mononucleosi possono invece protrarsi per uno o due mesi.

I sintomi possono comprendere:

  • Febbre
  • Mal di gola
  • Linfonodi cervicali e ascellari ingrossati
  • Mal di testa
  • Affaticamento
  • Debolezza muscolare

Riconoscere e curare la mononucleosi: ecco come fare

In alcuni casi, è possibile che si verifichi un ingrossamento della milza e del fegato. Tuttavia, la mononucleosi non è considerata una malattia pericolosa. Se i sintomi non migliorano nonostante il riposo, allora è meglio chiamare un medico.

Le cause dell’infezione

La mononucleosi è provocata dal virus di Epstein-Barr (EBV), il più diffuso tra gli esseri umani.
Il virus tende a diffondersi per contatto diretto con la saliva di una persona già infetta, e non può diffondersi tramite il contatto con il sangue.

Basta quindi un colpo di tosse, uno starnuto o un semplice bacio per poter essere contagiati dal virus. Una volta infettati, occorrono circa dalle quattro alle otto settimane perché compaiano i primi sintomi.

Negli adolescenti e negli adulti, la mononucleosi si accompagna quasi sicuramente ai sintomi sopra elencati. Nei bambini invece, può essere del tutto asintomatica.

Alcune persone tendono ad avere maggiori probabilità di essere infettate dal virus responsabile della mononucleosi.

Le persone più a rischio sono:

  • Giovani di età compresa tra i 15 e i 30 anni
  • Studenti
  • Tirocinanti
  • Infermieri
  • Persone con basse difese immunitarie

In generale, si può dire che chiunque sia regolarmente a contatto con un vasto numero di persone, sia esposto al rischio della mononucleosi.

Mononucleosi: diagnosi e cura

Sintomi come febbre, mal di gola, linfonodi ingrossati sono in genere sufficienti a diagnosticare la mononucleosi. È possibile comunque eseguire diverse analisi per confermare la diagnosi:

  1. Conta dei globuli bianchi: la presenza della mononucleosi porta ad aumento della produzione di globuli bianchi. L’elevata quantità di globuli bianchi non costituisce in sé una conferma della mononucleosi, ma costituisce sicuramente un buon indicatore
  2. Monotest: si tratta di un esame rapido utile ad individuare la presenza di anticorpi eterofili contro il virus EBV. Un monotest positivo è sufficiente a confermare la mononucleosi.

Non c’è una cura per la mononucleosi. In genere, il medico prescrive l’assunzione di farmaci corticosteroidi per ridurre il gonfiore dei linfonodi.

Lo scopo della cura è quello di alleviare i sintomi dell’infezione. Oltre ai numerosi farmaci, risultano efficace anche rimedi più tradizionali come i gargarismi con sale e limone per ridurre il bruciore alla gola.

Ad ogni modo, i sintomi della mononucleosi raramente si protraggono per oltre quattro mesi. La maggior parte delle persone tende a guarire nel giro di un paio di settimane e a ritornare a svolgere le normali attività quotidiane.

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Roberto Pisani
Scritto da Roberto Pisani

Sono uno studente di medicina, con la passione verso tutto quello che è legato alla scienza e alla tecnologia. Il mio background medico-scientifico mi ha portato a lavorare come copywriter e copyeditor di articoli scientifici e spero di contribuire alla crescita di questa comunità.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
Roberto Pisani
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