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Flogosi cronica: i rischi per chi trascura le infiammazioni

Chiara Tuccilli | Biologa e Dottore di Ricerca in Scienze Endocrinologiche

Ultimo aggiornamento – 23 Novembre, 2017

Flogosi cronica: i rischi e i fattori di rischio

Quando le cellule subiscono degli stravolgimenti meccanici o biologici (ad esempio un’infezione), rispondono in vari modi: tra le conseguenze vi è l’insorgenza di uno stato infiammatorio. La sua funzione è quella di evitare la diffusione ed eliminare eventuali patogeni, limitare i danni ai tessuti e consentire l’inizio dei processi rigenerativi. Una volta eliminato l’evento scatenante, l’infiammazione si risolve in breve tempo.

Ma cosa succede se certi stimoli negativi si mantengono per un lungo periodo? L’infiammazione (o flogosi) diventa cronica! Ecco perché è importante non trascurare una flogosi cronica.

I danni per chi trascura la flogosi cronica

Il vero problema della flogosi cronica è che anche un lieve stato infiammatorio, che può quindi passare inosservato, può causare danni seri.

Iniziamo dalle malattie cardiovascolari. L’aterosclerosi è una condizione fortemente caratterizzata dall’infiammazione, perché il colesterolo LDL stimola la risposta infiammatoria in modo cronico e gioca un ruolo importante nella formazione della placca aterosclerotica (ateroma). Il restringimento dei vasi prodotto dall’ateroma aumenta il rischio di fibrillazione atriale, malattie coronariche e infarto.

Tra le malattie connesse all’età e all’obesità troviamo il diabete. Anche questo, quindi, può insorgere nel contesto della flogosi intensa, anche perché le citochine pro-infiammatorie riducono la sensibilità all’insulina.

Altre malattie tipiche dell’età avanzata connesse ad una infiammazione cronica sono :

Il cancro è una malattia multifattoriale in cui l’ambiente infiammatorio gioca un grande ruolo, perché contribuisce a produrre danni al DNA (mutazioni e variazione dell’espressione dei geni), con il risultato di poter originare i tumori. Inoltre, una volta prodotto il tumore, la flogosi cronica promuove la nascita di nuovi vasi sanguigni nel tumore stesso, garantendogli il nutrimento e permettendo anche la metastatizzazione.

Da quanto abbiamo detto, appare abbastanza evidente che trascurare la flogosi intensa non è una buona idea. La flogosi cronica può rimanere silente anche per molto tempo e manifestarsi solo quando il danno prodotto è abbastanza esteso da provocare sintomi. A questo punto, l’unico intervento possibile è il trattamento della specifica patologia prodotta. Per questo, l’opzione migliore è, come sempre, prevenire.

La scelta migliore è prevenire una infiammazione cronica

Cambiare lo stile di vita, abbandonare le cattive abitudini e prediligere un’alimentazione sana è sempre un’ottima scelta per prendersi cura di se stessi. L’attività fisica di qualunque tipo, adattata alle proprie esigenze e all’età, consente di aumentare il flusso sanguigno così da facilitare sia il circolo delle sostanze anti-infiammatorie sia l’eliminazione delle sostanze nocive per le cellule.

L’alimentazione è l’altro caposaldo della prevenzione per la flogosi cronica. Diete specifiche e personalizzate, elaborate da esperti, sono un buon ausilio. In generale, un consiglio è ridurre il consumo di zuccheri semplici, di grassi saturi e di colesterolo. I grassi in sé non sono un problema, ma la differenza la fanno la loro qualità e la loro quantità, ecco perché sono da prediligere i cibi ricchi di grassi omega-3. Vi sono poi alimenti utili a controllare lo stato infiammatorio come i cibi ricchi di magnesio, la curcuma e, in generale, gli alimenti ad alto contenuto di polifenoli.

Flogosi: chi è più a rischio

Come abbiamo giù visto, la flogosi cronica non è da trascurare, perché, dal punto di vista biologico, lo stato infiammatorio produce parecchi danni e predispone all’insorgenza di diverse patologie, anche gravi.

Alcuni gruppi di persone sono particolarmente a rischio di flogosi cronica, come gli anziani, gli obesi, i fumatori, coloro che soffrono di disturbi del sonno e coloro che introducono con la dieta grandi quantità di alimenti con effetto pro-infiammatorio come i grassi saturi e gli zuccheri.

La flogosi cronica, infatti, è mantenuta in particolare dallo stress ossidativo nelle cellule, che causa il loro malfunzionamento. In questi casi vengono prodotte sostanze che continuano ad attivare il sistema immunitario, note come citochine, causando il mancato spegnimento della risposta infiammatoria.

Perché gli anziani sono più a rischio di flogosi cronica? Negli anziani i livelli basali di molecole pro-infiammatorie sono più elevati a causa di un maggiore stress ossidativo nelle cellule, provocato dai cambiamenti metabolici e ormonali (gli ormoni sessuali, che hanno attività anti-infiammatoria, si riducono).

E gli obesi? Per capire perché l’obesità è un fattore di rischio per la flogosi intensa, bisogna chiarire che il tessuto adiposo è di fatto un organo endocrino e partecipa alla regolazione del metabolismo. Inoltre, gli adipociti producono fattori pro-infiammatori, soprattutto quelli del grasso viscerale, e tra di loro possono facilmente infiltrarsi i macrofagi, che rilasciano anch’essi citochine pro-infiammatorie. Maggiore è l’obesità, maggiore è l’infiltrazione di macrofagi nel tessuto adiposo più è mantenuto lo stato infiammatorio.

I fumatori, invece, sono a rischio di flogosi cronica perché il fumo costituisce un insulto meccanico, termico e contiene moltissime sostanze nocive per le cellule di tutto l’organismo.

I disturbi del sonno predispongono alla flogosi perché diverse molecole pro-infiammatorie seguono i ritmi circadiani e l’alterazione del ciclo sonno-veglia può, perciò, provocare l’aumento della produzione di queste molecole. Questo è particolarmente vero per chi soffre di apnea notturna, narcolessia e chi dorme a lungo durante le ore di luce.

Valutati i rischi (e i fattori di rischio!) non resta che ricordare quanto sia importante la prevenzione, per evitare che una flogosi lieve si trasformi in una infiammazione cronica. La salute parte da qui, inutile negarlo.

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Chiara Tuccilli | Biologa e Dottore di Ricerca in Scienze Endocrinologiche
Scritto da Chiara Tuccilli | Biologa e Dottore di Ricerca in Scienze Endocrinologiche

Da sempre interessata alla divulgazione scientifica e con un'implacabile sete di conoscenza che vorrei condividere, sono Biologa, laureata in Biotecnologie Mediche e Dottore di Ricerca in Scienze Endocrinologiche. Svolgo sia attività libero professionale di Biologo Nutrizionista sia attività di ricerca, presso l’Università "La Sapienza" di Roma.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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