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Scopriamo perché le donne vivono più a lungo degli uomini

Angelica Sandrini | Studentessa di Biotecnologie

Ultimo aggiornamento – 20 Gennaio, 2017

vita donne dura di più degli uomini

Gli esseri umani di oggi vivono molto più a lungo rispetto a quelli di solo due secoli fa, ormai è risaputo. Quello che forse non sapete è che esiste ancora un importante divario tra la durata di vita degli uomini e quella delle donne.

Gli studi dicono che gli esseri umani hanno fatto passi da giganti nell’aumentare la propria longevità negli ultimi due secoli, ma la differenza tra uomini e donne rimane la stessa.

Un team di ricercatori provenienti dagli Stati Uniti, Germania, Danimarca e Canada, ha pubblicato di recente uno studio sul Proceedings of the National Academy of Sciences, in cui hanno riportato i dati dei passi da gigante che gli esseri umani hanno fatto in termini di longevità negli ultimi 200 anni, pari a quello degli altri primati.

Ciò che non è cambiato, però, è la differenza tra uomini e donne: ancora oggi le donne vivono circa cinque anni più a lungo rispetto agli uomini, esattamente come nel 1800.

Cosa è cambiato in duecento anni?

Per questo studio sono stati analizzati e completati i certificati di nascita e morte di più di un milione di persone, dal 1700 ad oggi. È stato preso in considerazione un vasto campione di popolazione, sia dal punto di vista geografico che da quello sociale. Sono state incluse sia le persone che provengono da paesi industrializzati, sia quelle nate durante l’età industriale, che i moderni cacciatori-raccoglitori.

Si è osservato che nel giro di duecento anni la durata della vita è cambiata tantissimo: per esempio, in Svezia si è passati da un’aspettativa di 30 anni nel 1800 a una di 80 oggi. È più del doppio nel giro di duecento anni. Si tratta di un’evoluzione in questione di longevità che ha superato quella di molte altre specie della famiglia dei primati.

I ricercatori attribuiscono il balzo nella durata della vita alla medicina moderna e alle capacità della salute pubblica. In particolare, hanno notato, che la morte neonatale e le malattie infantili si sono ridotte di molto.

Il dato più rilevante sta sicuramente nel fatto che abbiamo fatto più passi da gigante nell’allungamento della nostra aspettativa di vita in poche centinaia di anni rispetto a quanto abbiamo fatto in milioni di anni di storia evolutiva.

In ogni caso, la differenza tra uomini e donne non è cambiata molto. In tutto il mondo, la durata media della vita è di circa 71 anni. Gli uomini, però, vivono in media 60 anni, mentre le donne 73.

Negli Stati Uniti, la durata media della vita è intorno ai 79 anni. Gli uomini vivono in media 76 anni, le donne 81.

I ricercatori hanno affermato che un simile divario proporzionale esiste tra femmine e maschi in pressoché tutte le popolazioni di primati che hanno studiato.

Genetica, comportamento, o entrambi?

Le cause di questo divario tra uomini e donne possono essere attribuiti principalmente a due cause: la genetica e le abitudini quotidiane dell’individuo.

Nel caso in cui si tratti di una componente genetica, sarebbe difficile riuscire a fare qualcosa a riguardo e questa differenza continuerebbe ad esistere.

I ricercatori hanno dedotto che il motivo per cui le donne vivono più a lungo potrebbe trovarsi sul cromosoma X. Le donne ne hanno due, gli uomini solo uno. Il solitario cromosoma X negli uomini non basterebbe da solo a compensare tutte le varianti di gene in quel singolo cromosoma.

Che la genetica abbia un ruolo rilevante nel determinare la durata della nostra vita, lo riposta anche un altro studio, condotto dal dottor Rosalind Arden. Analizzando diversi gruppi di individui, soprattutto gemelli omozigoti ed eterozigoti, ha notato che le persone dall’intelligenza più sviluppata vivono di più. La componente genetica diventa chiara quando, nel caso di gemelli diversi ma vissuti nello stesso ambiente e secondo le stesse abitudini, quello che presenta uno sviluppo cerebrale più marcato è anche quello che vive più a lungo.

Per quanto non sia facile credervi, l’intelligenza è soprattutto genetica. Non importa quanto un bambino venga sottoposto a letture, lezioni o altro, questo potrà influire solo in minima parte. Quindi si può dire che siamo già geneticamente predisposti a vivere per un certo lasso di tempo.

Ma perché l’intelligenza ci fa vivere più a lungo? Si pensa che chi ha un’intelligenza più sviluppata, abbia anche dei geni più “brillanti”, che permettono di avere un corpo più sano. Il cervello, il fegato, i reni e tutti gli altri organi in generale ne traggono un enorme beneficio.

Un altro fattore potrebbero essere le guerre e altri comportamenti aggressivi da parte degli uomini.

Il dottor Jasmin Brahmbhatt, urologo chirurgo alla PUR Clinic at Orlando Health’s South Lake Hospital in Florida, ha affermato che un importante fattore potrebbe essere che gli uomini semplicemente non si prendono cura di se stessi, come invece fanno le donne. Non mangiano bene come la loro controparte femminile, né vanno dal medico tanto spesso.

Questo deriverebbe in parte da un comportamento che ha radici nell’infanzia, in parte dal fatto che le donne, affrontando solitamente la gravidanza in giovane età (o comunque prima dei quarant’anni) hanno più motivi per andare dal dottore e per prendersi cura della propria salute.

Gli uomini, invece, iniziano a frequentare gli studi medici dai 50 o 60 anni di età in su.

Se per la genetica non si può fare molto, nel caso in cui invece siano le abitudini di vita a creare questo divario si possono istruire gli uomini affinché imparino a prendersi cura di loro stessi.

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Angelica Sandrini | Studentessa di Biotecnologie
Scritto da Angelica Sandrini | Studentessa di Biotecnologie

Sono una studentessa di Biotecnologie e, negli anni, ho sviluppato una vera e propria passione per tutto ciò che riguarda la medicina e la scienza in generale. Amo da sempre leggere e scrivere.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
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