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Tè ghiacciato: nemico dei calcoli renali

Antonia de Gioia | Blogger

Ultimo aggiornamento – 19 Giugno, 2017

tè freddo e calcoli renali

Per contrastare il caldo afoso dell’estate non c’è nulla di meglio di un bicchiere di tè ghiacciato, spesso preferito ad altre bevande perché contiene poche calorie, perché non gassato e perché ha un gusto migliore rispetto all’acqua.

Uno studio condotto dal Dipartimento di Urologia dell’Università di Loyola di Chicago, seguito dal dottor John Milner, ha rilevato che il tè ghiacciato, seppur dona un temporaneo stato di sollievo, è controindicato per i soggetti che soffrono o hanno una predisposizione alla formazione di calcoli renali, a causa dell’elevata concentrazione di ossalato, una delle sostanze chimiche responsabili della formazione dei calcoli.

La prima raccomandazione di ogni medico per soggetti colpiti dal disturbo è quella di bere molto durante la giornata per facilitare la pulizia delle vie urinarie.

Il dottor John Milner consiglia per questi pazienti di preferire acqua naturale con succo di limone, essendo quest’ ultimo ricco di citrati, che, contrariamente all’ossalato, inibiscono la formazione dei calcoli.

Ciò non implica che soggetti affetti da calcoli renali non devono assolutamente bere tè freddo, come sempre la moderazione è la risposta a tutto: bere di tanto in tanto un bicchiere di tè non condiziona la salute delle vie urinarie.

Calcoli renali: cosa sono, cause, sintomi e prevenzione

Negli Stati Uniti, il 10% della popolazione soffre di calcoli renali, con maggiore concentrazione tra le donne dai 40 anni in su, periodo di vita che spesso coincide con livelli di estrogeni più bassi legati al post menopausa.

I calcoli renali sono piccole aggregazioni di sali minerali che si formano nei reni. Tipicamente hanno dimensioni ridotte tanto da essere facilmente espulsi mediante le urine.

In condizioni anomale questi cristallini di sali minerali possono raggiungere dimensioni che superano i 5 millimetri e diventare pericolosi per la salute del sistema urinario, in quanto bloccano completamente o in parte l’uretre, ovvero il condotto che collega il rene e la vescica.

I sintomi che il soggetto affetto da calcoli renali può avvertire sono prevalentemente:

  • Dolore all’addome
  • Dolore all’inguine
  • Difficoltà di minzione accompagnata con dolore
  • Presenza di sangue nelle urine
  • Nausea e vomito
  • Persistente necessità di urinare
  • Febbre

calcoli renali: le cause

La formazione di calcoli renali è dovuta essenzialmente:

  • Presenza nelle urine di sostanze che tendono a cristallizzarsi tra di loro, come il calcio e ossalato.
  • Storia famigliare: se qualcuno della tua famiglia ha calcoli renali, il rischio di formazione di calcoli renali è maggiore.
  • Storia personale: se in passato si sono registrati casi di uno o più calcoli renali, i rischi di formazione di altri in futuro sono elevati.
  • Disidratazione: non bere acqua a sufficienza durante la giornata aumenta il rischio di formazione di calcoli renali. Le persone che vivono in climi caldi e coloro che sudano molto hanno una maggiore propensione alla formazione di calcoli renali rispetto ad altri.
  • Alimentazione: una dieta ricca di sale, zuccheri e proteine espone il soggetto a soffrire di calcoli renali. Tali sostanze rendono sono difficoltose da filtrare da parte dei reni.
  • Obesità: il rischio di formazione di calcoli renali è direttamente proporzionale all’aumento del peso e della massa corporea (BMI).
  • Malattie digestive: malattie intestinale o dissenteria cronica possono causare il cambiamento del processo digestivo, influenzando l’assorbimento del calcio, provocando la formazione di cristallini di minerali.
  • Alcune condizioni mediche tra cui acidosi tubulare renale, cistinuria, iperparatiroidismo, alcuni farmaci e alcune infezioni del tratto urinario.

In caso di manifestazione di condizioni o sintomi riconducibili a calcoli renali è bene consultare un medico, il quale attraverso test di urine, analisi del sangue e screening con raggi X potrà diagnosticare rapidamente l’eventuale presenza di cristallini di sali minerali e il loro stato evolutivo. Condizioni gravose di calcoli renali possono generare danni irreversibili per lo stato di salute del proprio apparato urinario (blocco dell’uretere, infezioni delle vie urinarie, blocco renale).

Nella maggior parte dei casi i calcoli renali sono trattabili. La tipologia di trattamento varia a seconda delle dimensioni dei cristallini, della loro evoluzione e della causa che li ha generati, tra i più diffusi riconosciamo:

  • Antidolorifici, per alleviare il dolore, rilassare i muscoli del uretere e facilitare l’espulsione del calcolo renale. È il trattamento adatto per calcoli di piccoli dimensioni con sintomi lievi.
  • Onde urto, che provocano, attraverso forti vibrazioni, lo sgretolamento del calcolo renale, permettendone l’espulsione attraverso le urine. È il trattamento tipico in caso di calcoli renali particolarmente evoluti.
  • Nefrolitotomia percutanea, intervento chirurgico che prevede la completa rimozione del calcolo. Si ricorre alla chirurgia in caso di calcoli renali particolarmente grandi.

La prevenzione è la migliore soluzione: bere molta acqua (dai 2 ai 3 litri al giorno), consumare moderatamente alimenti ricchi di ossalati (ad esempio tè, cioccolato, spinaci, patate, arachidi, barbabietole), ridurre il consumo di sale e proteine animali sono alcune delle buoni abitudini quotidiane per ridurre il rischio di formazione di calcoli renali o di calcoli recidivi.

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Scritto da Antonia de Gioia | Blogger

Sono una laureata in Marketing e mi occupo della gestione di attività promozionali e di comunicazione, con un’attenzione particolare al mondo digitale e social. Nel tempo libero, lontana dal lavoro quotidiano, mi dedico alla scrittura.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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