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Tonsille criptiche: un fastidioso problema

Redazione

Ultimo aggiornamento – 14 Aprile, 2020

tonsillite: le cause scatenanti e le cure

Dr. Francesco Soprani, specialista in otorinolaringoiatria. 


Avete mai sentito parlare di tonsille criptiche? Si tratta di strutture fondamentali per la difesa del nostro organismo. Abbiamo chiesto al dr. Francesco Soprani, otorinolaringoiatra, di spiegarci qual è la loro funzione.

Cosa sono le tonsille criptiche?

Le tonsille palatine costituiscono strutture fondamentali nella difesa dell’organismo, soprattutto nella prima infanzia; in queste fasi, esse vengono di continuo attivate direttamente, per via aerea e alimentare, da agenti patogeni (virus e batteri) che entrano nelle cripte tonsillari (cavità irregolari, più o meno profonde, che si addentra­no nello spessore della tonsilla stessa) e, tramite l’epitelio pavimentoso che le riveste, raggiungono i follicoli linfatici sottostanti, con conseguente attivazione immunitaria e produzione di anticorpi.

Le flogosi tonsillari nei primi anni di vita sono importanti per permettere l’attivazione immunitaria, anche se episodi recidivanti, determinando un ispessimento dell’epitelio, riducono l’attività di simbiosi linfo-epiteliale.

Generalmente nella seconda infanzia si raggiunge una situazione di equilibrio tra agenti patogeni e difese locali e generali, durante la quale continua, seppure ridotta, l’attività immunogena tonsillare senza manifestazioni cliniche di rilievo.

Quali sono le cause delle infiammazioni delle tonsille?

Nell’adolescenza e soprattutto nell’adulto si estingue la funzione immunogena tonsillare, con la conseguente atrofia progressiva dei follicoli linfatici.

In alcuni soggetti la riduzione volumetrica del tessuto linfatico non è seguita da pari riduzione della componente connettivale, con conseguente comparsa di voluminose cripte.

Quest’ultime contengono cellule epiteliali in disfacimento, linfociti, essudati e batter,i cui si possono aggiungere residui alimentari; se tale materiale aumenta a seguito di semplici flogosi spesso asintomatiche, fuoriesce dalle cripte sulla superficie determinando il quadro obiettivo della tonsillite cronica caseosa che, per processi putrefattivi, si può associare ad alito cattivo; questo materiale caseoso può solidificarsi e in tal caso viene definito come tonsillolita.

Clinicamente non sono presenti ne dolore ne febbre, il paziente avverte per lo più un senso di corpo estraneo accompagnato come detto da alitosi e da sapore amaro e sgradevole in bocca.

L’anamnesi è spesso negativa per episodi flogistici pregressi e gli esami bioumorali non rilevano dati patologici importanti.

Come si cura la tonsillite?

Spesso la malattia si risolve da sola nel tempo quando il progressivo collasso dell’impalcatura fibrosa consente alle cripte di collabire non riempendosi più di cellule epiteliali e di detriti alimentari.

È conveniente, pertanto, mantenere un atteggiamento di attesa, trattando l’alitosi con terapie locali, quali sciacqui del cavo orale e gargarismi con soluzioni antisettiche o collutori.

In caso di inefficacia di questi rimedi è possibile rimuovere il materiale caseoso dalle cripte tonsillari con la cosiddetta “spremitura”; tale manovra viene eseguita dallo specialista otorinolaringoiatra generalmente con un abbassalingua esercitando una lieve pressione al di sotto della cripta, sufficiente a farne uscire il materiale contenuto.

In casi recidivanti tale manovra può essere insegnata dallo specialista al paziente ed essere eseguita al domicilio.

La cosa fondamentale è l’utilizzo di materiali (e ovviamente mani) puliti, illuminando la gola con una fonte luminosa quale una pila davanti ad uno specchio; un abbassalingua in legno sarebbe lo strumento ideale ma anche un cotton fioc bagnato nell’acqua ossigenata può assolvere bene al compito.

La cosa più importante è usare la massima delicatezza e non eccedere in frequenza nella manovra, poiché traumi o semplici microlesioni potrebbero favorire sovrainfezioni batteriche e peggiorare decisamente il problema. Se, inoltre, la manovra non venisse eseguita correttamente premendo nei punti esatti, si potrebbe scatenare lo stimolo a conati di vomito.

In caso di inefficacia dei suddetti trattamenti locali, è possibile ricorrere a provvedimenti sistemici, quali ad esempio cicli settimanali di antibiotico associati a vaccino antibatterico per bocca, ripetuto più volte nello spazio di alcuni mesi.

Nei casi ancora più ostinati è possibile, per liberare il paziente dal persistente fastidio causato dall’alitosi e dal senso di corpo estraneo in gola, ricorrere a intervento di tonsillectomia.

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a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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