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Il trauma cranico tra le cause dei disturbi del sonno

Simona Fenzi | Blogger

Ultimo aggiornamento – 12 Maggio, 2016

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Un recente studio, pubblicato sulla rivista online Neurology, che raccoglie le pubblicazioni dell’American Academy of Neurology, ha messo in relazione i problemi di sonno con il trauma cranico, mettendo in evidenza come chi fosse incorso in questo problema avesse ancora problemi legati al sonno dopo un anno e mezzo dall’evento.

Negli Stati Uniti, il trauma cranico è una delle principali cause di morte e disabilità. Nel 2010, ben 2,5 milioni di visite, ricoveri e morti sono stati conteggiati a seguito di traumi al capo, e questi dati da allora sono andati sempre più aumentando. Il trauma cranico, particolarmente comune nei bambini, si verifica quando vi è una lesione al cranio causata da un evento traumatico. I sintomi che si manifestano a seguito di un trauma cranico possono essere diversi a seconda della gravità.

I ricercatori dell’Ospedale universitario di Zurigo hanno seguito 31 persone, che erano state soggette a traumi cranici più o meno gravi, per un periodo di 18 mesi e, allo stesso tempo, hanno monitorato 42 soggetti sani, per usarli come termine di confronto.

A tutte le persone è stato chiesto di annotare il numero delle ore di sonno e il livello di sonnolenza diurna, nell’arco delle 24 ore. Per due settimane i ricercatori hanno fatto indossare ai partecipanti al test un dispositivo da polso, per monitorare i movimenti durante il sonno. L’analisi è stata completata con una notte passata in un video laboratorio, per misurare l’attività cerebrale, i movimenti degli occhi, l’attività muscolare e il ritmo cardiaco. Per valutare la sonnolenza diurna, i soggetti sono stati testati misurando quando rapidamente si addormentassero in un ambiente silenzioso, durante il giorno.

Se soltanto il 19% dei soggetti che non avevano patito un trauma cranico aveva un’eccessiva sonnolenza diurna, la percentuale saliva al 67% nell’altro campione.

L’autore dello studio, il dottor Lukas Imbach ha evidenziato come chi aveva subito traumi cranici era soggetto a disturbi del sonno, a lungo termine, anche se non se ne era accorto. Questa eccessiva sonnolenza diurna può essere pericolosa a causa della possibilità di provocare problemi alla sicurezza pubblica, come incidenti stradali.

Proprio per questo motivo il dottor Imbach sostiene che ci dovrebbe essere un monitoraggio di questi casi da parte dei medici.

Per confermare queste teorie saranno necessari ancora anni di studio, ma siamo all’inizio di un nuovo approccio con i pazienti che hanno sofferto di traumi alla testa. Se i traumi cranici sono associati alla sonnolenza ci sono però altri disturbi che possono andare a rovinare il nostro riposo, primo tra tutti l’insonnia.

Come curare l’insonnia?

Il non riuscire a dormire correttamente durante la notte va a rovinare quella che è la nostra quotidianità, che ci troverà sempre stanchi e poco vigili. Spesso, questo disturbo si presenta quando si affrontano cambiamenti importanti, come l’inizio di un nuovo lavoro, ma se durano per troppo tempo è necessario correre ai ripari.

Parlatene con il vostro medico e sarà lui a indirizzarvi verso ulteriori analisi oppure a consigliarvi di rivolgervi a uno specialista del sonno. Ci sono, in alcune città, delle cliniche, conosciute come cliniche del sonno, che si occupano nello specifico di questa patologia che viene trattata con test e trattamenti specifici. Quando però il problema sussiste, ci si può affidare a tecniche comportamentali e psicologiche, che curino l’insonnia.

Queste si basano su tecniche di rilassamento, controllo degli stimoli, restrizione del sonno e altri capisaldi della terapia cognitivo-comportamentale. Tutti questi rimedi hanno un’efficacia molto soggettiva e possono dare risultati totalmente opposti con soggetti diversi.

Riassumendo, possono essere di aiuto per curare l’insonnia:

  • Training di rilassamento, che aiutano a rilassare la muscolatura di diverse zone del corpo. Si tratta di esercizi di respirazione, consapevolezza, tecniche di meditazione e immaginazione guidata. Di solito si tratta di registrazioni audio.
  • Controllo degli stimoli, serve a costruire un legame tra la camera da letto e il sonno. Un esempio pratico consiste nel recarsi nella stanza da letto solo quando veramente assonnati e alzarsi al massimo dopo 20 minuti dopo essersi svegliati. La sua funzione è quella di andare a spezzare il legame tra questa stanza e lo stato di veglia.
  •  La terapia cognitiva-comportamentale utilizza il pensare positivo.
  • Se cercate un rimedio farmacologico ci sono numerosi farmaci, ma prima di usarli rivolgetevi sempre al vostro medico per un consulto sulla loro reale necessità per risolvere il problema. Tra i più diffusi ci sono le benzodiazepine, gli ipnotici non benzodiazepinici.
  • Ci sono anche molti rimedi naturali contro l’insonnia, i cui effetti collaterali purtroppo non sono noti.

 

 

 

 

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Scritto da Simona Fenzi | Blogger

La scrittura mi ha sempre accompagnata durante ogni fase della mia vita, prima per imparare adesso per diffondere un messaggio. Su Pazienti.it cerco di trasmettere come possiamo prenderci cura di noi ogni giorno, seguendo la regola che volersi bene aiuta a vivere meglio.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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