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Tumore al seno: i consigli di salute degli specialisti e le nuove terapie

Redazione

Ultimo aggiornamento – 28 Aprile, 2021

Tumore al seno: la prevenzione

Ottobre è il mese della prevenzione del tumore al seno. Questo tipo di carcinoma colpisce 1 donna su 8 nell’arco della sua vita e rappresenta il tipo cancro più frequente nelle donne, in quanto costituisce il 29% di tutti i tumori che si abbattono sul genere femminile. Per fortuna, la scienza sta facendo alcuni passi in avanti per la cura di questa malattia.

Anche noi di Pazienti.it abbiamo a cuore questa patologia e abbiamo raccolto per voi alcuni consigli di salute dei nostri specialisti.

 Quali sono le misure preventive per il tumore al seno?

Oltre all’autopalpazione, dai 20 ai 40 anni ogni donna dovrebbe effettuare una visita senologica almeno una volta ogni tre anni, soprattutto se assume la pillola anticoncezionale. La prima mammografia va eseguita dai 40 anni ogni 12 mesi. Nelle pazienti a rischio per familiarità o altro, si deve invece iniziare a 30 con l’esame ecografico, da ripetere una volta l’anno. In genere, in tutte le pazienti giovani, specie quelle che assumono contraccettivi ormonali, è consigliabile eseguire un’ecografia mammaria ogni 1-2 anni“. – Dr. Marcello Sergio

 Per diagnosticare il tumore al seno, è più indicata l’ecografia o la mammografia?

I principali esami clinici per tenere sotto controllo lo stato di salute del seno sono l’ecografia e la mammografia. Sono due esami complementari perché forniscono indicazioni diverse: l‘ecografia evidenzia noduli solidi o liquidi (cisti) e permette di controllare i linfonodi, mentre lo scopo della mammografia è evidenziare le microcalcificazioni, primo indizio possibile di un tumore (anche se esistono microcalcificazioni benigne)… In donne con casi familiari di carcinoma mammario giovanile (mamma o/e sorella), lo screening mammario annuale deve essere iniziato a 25 anni di età e comunque cinque anni prima dell’età in cui il cancro al seno è stato diagnosticato nel familiare. Va sottolineata l’importanza, accanto ai controlli mammografici, di un periodico esame clinico del seno, eseguito dal medico di famiglia fin dalla giovane età della paziente e di eventuali ecografie bilaterali della mammella da eseguire a scadenza annuale nelle donne sotto i 40 anni“. – dr. Marcello Sergio

Quando è consigliato asportare il seno?

In alcune situazioni di documentato altissimo rischio, derivante da mutazione genetica a carico di geni che notoriamente sono legati al tumore del seno, si può arrivare a concordare con la donna un intervento che asporti bilateralmente la ghiandola mammaria con immediata ricostruzione estetica. Si tratta comunque di una scelta che non si può generalizzare: ogni situazione va vista e discussa in modo individuale“. – dr. Alberto Luini

 Il tumore al seno va sempre operato?

Oggigiorno, la terapia del tumore al seno è di tipo integrato ed è il risultato della doverosa collaborazione di diversi specialisti: il chirurgo senologo, l’oncologo, il radioterapista, il radiologo e il chirurgo plastico. La fase di specifica competenza della chirurgia generale è quella demolitiva, che consiste nell’asportazione del tessuto mammario affetto da neoplasia. Gli interventi chirurgici possono essere di tipo conservativo, cioè avere come obiettivo l’eliminazione del tumore senza l’asportazione totale della mammella. Si parla di quadrantectomia quando è asportata una parte del seno (quadrante), di mastectomia quando l’asportazione del seno è completa” –  dr. Domenico Labonia

A che età insorgono, generalmente, la menopausa e il tumore al seno?

Per la menopausa non esiste un’età precisa, la media mondiale è di 49 anni. Il tumore al seno invece può comparire dai 45 anni, con anamnesi negativa aumenta l’incidenza“. – dr. Luigi Cetta

I passi in avanti della scienza: curare il tumore al seno si può

Fortunatamente, per tutte le donne del mondo, si sta cercando sempre di più di combattere il tumore al seno; le cure sono all’avanguardia e il progresso scientifico sta rivoluzionando il modo di curare i tumori.

Le nuove cure arrivano dalla genetica; una strategia si sta dimostrando davvero efficace contro il carcinoma alla mammella: si tratta di spingere il sistema immunitario a rispondere alla patologia in maniera naturale.

Inoltre, i geni mutati (BRCA1 e BRCA2) che sono responsabili dei tumori a seno e ovaie, non rappresentano più un fattore di rischio, poiché ora vengono utilizzati contro la possibile insorgenza del tumore stesso.

Infine, sono in arrivo alcune nuove possibilità per mantenere la fertilità dopo la guarigione dal cancro al seno.

Cos’è l’immunoterapia senologica?

La prima nuova frontiera in merito al tumore al seno, come si diceva, è una nuova terapia che istruisce il sistema immunitario a identificare l’insorgenza di un carcinoma, attaccando le cellule cancerose quando queste si presentano, e accelerando così le difese che il corpo umano già possiede; infatti, se un cancro si sviluppa, significa che gli anticorpi dell’organismo non lo hanno riconosciuto: questa nuova tecnica rieduca gli anticorpi a riconoscere il tumore e a contrastarlo.

La memoria interna agli anticorpi si conserva poi a lungo, dimostrando di poter proteggere il corpo per molto tempo.

Tale tecnica, chiamata onco-immunoterapia, è già stata sperimentata con successo contro melanomi e cancro al polmone; ora si presta ad essere applicata anche per il cancro al seno. I tumori che rispondono meglio a questo tipo di terapia sono proprio quelli derivanti da mutazioni genetiche, come spesso avviene per il cancro al seno.

 

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a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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