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Paranoia

Psicologia
Paranoia

Cos'è

Il significato di paranoia deriva dal greco paranoia (composto di parà "alterazione", "contrapposizione" e nous "mente") e significa follia, insensatezza. 

Questo termine è spesso utilizzato nel linguaggio comune per descrivere situazioni o condizioni non propriamente patologiche nelle quali un individuo si ritiene vittima di persecuzioni o angherie, oppure come sinonimo di ansia e paure, spesso ingigantite in maniera eccessiva.

Dal punto di vista psicopatologico con il termine paranoia si fa invece riferimento ad una condizione psicotica, caratterizzata dalla presenza di un delirio cronico e una modalità rigida di pensiero (di cui il soggetto non ha coscienza) che spinge chi ne soffre ad elaborare in modo lucido e sistematico un corollario di ideazioni definite paranoidi e credenze incentrate sulla convinzione di non potersi fidare di nessuno, tranne che di sé stessi.

Tale condizione non è associata ad allucinazioni, e non comporta deterioramento delle funzioni psichiche al di fuori dell’attività delirante.

Il soggetto che soffre di paranoie ossessive può pensare di essere perseguitato, pedinato oppure seguito, in altri casi invece il disturbo paranoide può presentarsi nella modalità del delirio mistico o della megalomania.

Sintomi

La sensazione prevalente nei soggetti che manifestano un disturbo paranoide è quella di percepita minaccia, pericolo o aggressione, che li pone in uno stato di allerta e tensione costante, sia fisica che psicologica.

I primi sintomi di paranoia solitamente sono sottovalutati e si manifestano durante l’epoca adolescenziale o la prima età adulta, ma raramente il soggetto giunge all’osservazione di uno specialista prima dei 30-40 anni, quando ormai i sintomi si sono cronicizzati.

Ciascun paziente avrà una differente esperienza di pensieri paranodi. Però nei casi più tipici di pensiero paranoide il paziente può pensare:
  • Che si parli alle sue spalle o che sia spiato da un'organizzazione (online o offline) 
  • Che gli altri stiano tentando di fargli fare brutte figure o escluderti 
  • Che corra il rischio di essere ferito fisicamente o ucciso 
  • Che le persone stiano utilizzando parole in codice per minacciarlo segretamente o metterlo in ridicolo 
  • Che le altre persone stiano deliberatamente cercando di irritarlo o infastidirlo
  • Che le persone stiano cercando di sottrargli soldi o averi 
  • Che le sue azioni o pensieri siano intercettate dagli altri
  • Di essere controllato da qualcuno o direttamente dal governo
Il paziente potrebbe manifestare questi pensieri per tutto il tempo, oppure occasionalmente quando si trova in una situazione stressante. Ma cos'è un pensiero paranoide?
I pensieri paranoidi hanno a che fare con le idee relative agli altri e alle loro azioni. Talvolta può essere difficile comprendere se un pensiero è paranoide oppure no; spesso inoltre esiste disaccordo sulla presenza di un pensiero paranoide: qualcuno (amico, membro familiare, un medico) può dire che i pensieri del paziente sono paranoidi quando il paziente non lo pensa. 

Sono considerati pensieri paranoidi se: 
  • Nessuno condivide il pensiero sospettoso 
  • Non esiste una prova definitiva per il pensiero sospettoso 
  • Esistono prove che contrastino il pensiero sospettoso 
  • È improbabile che il paziente sia preso di mira
  • Il sospetto si mantiene nonostante le rassicurazioni altrui 
  • I sospetti sono basati su sentimenti o eventi ambigui 
Pertanto, i sintomi di paranoia solitamente includono:
  • Incapacità di porsi nella prospettiva dell’altro
  • Difficoltà a distinguere tra la realtà oggettiva e il proprio mondo interiore
  • Difficoltà a sviluppare rapporti sociali o amicali a causa delle distorsioni del pensiero che inducono i pazienti a vedere possibili nemici o antagonisti ovunque
  • Sentimenti di rabbia e rancore verso gli altri
  • Sviluppo di altri disturbi mentali quali ansia o depressione, causati dal progressivo isolamento e dalle ideazioni paranoidi
  • Stress (dovuto alle paranoie mentali)
La difficoltà a relazionarsi con gli altri mostrata dai soggetti paranoici è legata principalmente all’incapacità di porsi nella prospettiva dell’altro e anche a differenziare la realtà oggettiva e tangibile dalle proprie percezioni e sensazioni.

Cause

Le cause di paranoia o di pensiero paranoico non sono del tutto chiare, ma l’ipotesi più accreditata sembrerebbe essere quella che descrive il disturbo paranoide come la risultante della combinazione di diversi fattori:
  • Fattori ereditari – Secondo diversi studi soggetti che hanno una storia familiare di disturbi psichiatrici di natura paranoide, o di altro tipo come ansia, depressione, fobie o schizofrenia, avrebbero una maggiore probabilità di soffrire di episodi paranoidi.
  • Fattori psicologici – I traumi infantili irrisolti, la compresenza di altri disturbi psichiatrici quali i disturbi dell’umore o disturbi di tipo psicotico, l’assunzione di sostanze stupefacenti o stimolanti (quali cocaina e anfetamine) o alcol sono tutti fattori in grado di favorire lo sviluppo del pensiero paranoide.
  • Fattori sociali – Le prime interazioni sia con i familiari che con i pari potrebbero aver condizionato il pensiero del soggetto in senso paranoico. 

Esistono fattori specifici che concorrono al determinare pensieri paranoidi. Talvolta questo può accadere perché alcuni comportamenti aumentano i fattori di rischio per la paranoia, come l'utilizzo di sostanze stupefacenti o la mancanza di sonno.

Altri fattori che concorrono a intensificare o essere cause scatenanti di pensieri paranoidi sono:
  • Esperienze di vita – Si può fare esperienza di pensieri paranoidi quando si è particolarmente vulnerabili, isolati o inseriti in situazioni stressanti che possono portare il paziente a sviluppare pensieri negativi su di sé. Se poi si verificano situazioni particolarmente spiacevoli come episodi di bullismo al lavoro o si è recentemente subito un furto, questo può creare la base di sospetto che può poi trasformarsi in pensieri paranoidi. 
  • Esperienze dell'infanzia – Alcune esperienze dell'infanzia possono portare a credere che il mondo sia un posto poco sicuro o possono rendere il paziente diffidente degli altri. Alcune esperienze vissute nell'infanzia possono anche minare la autostima e il modo in cui il paziente si percepisce da adulto. 
  • Ambiente esterno – Alcuni studi suggeriscono che i pensieri paranoidi siano più comuni se si vive in un contesto urbano o in una comunità dove il soggetto si sente isolato rispetto alle persone che ha attorno anziché percepire connessioni umane. Le notizie diffuse dai media relative a crimini, violenza e terrorismo possono inoltre innescare sentimenti paranoidi. 
  • Salute mentale – Se si vivono situazioni di ansia, depressione o bassa autostima, si può essere maggiormente soggetti a fare esperienza di pensieri paranoidi. Questo perché si è più abituati a interpretare le cose in chiave negativa e preoccuparsi eccessivamente. La paranoia è inoltre un sintomo di un problema di salute mentale. 
  • Malattia fisica – A volte la paranoia è sintomo di determinate malattie fisiche come la malattia di Huntington, il morbo di Parkinson, l'Alzheimer e altre forme di demenza
  • Privazione del sonno – La mancanza di sonno può innescare sentimenti di insicurezza e anche sentimenti inquietanti e allucinazioni. Paure e preoccupazioni possono svilupparsi durante la notte. 
  • Effetti di droghe e alcol Droghe come la cocaina, la cannabis, l'alcol, l'ecstasy, LSD e metanfetamine possono talvolta causare pensieri paranoidi. Anche alcuni steroidi assunti da atleti e culturisti possono innescare sintomi di paranoia. Sono associati con lo sviluppo di pensieri paranoidi anche alcuni insetticidi, alcuni tipi di benzina e pittura. 
  • Genetica – Alcune ricerche suggeriscono che i geni possano giocare un ruolo determinante nel sapere se si soffre o meno di paranoia. 

Fattori di rischio

Sono stati identificati alcuni generali fattori di rischio della paranoia o che possano rendere più plausibili pensieri paranoidi. Essi sono:
  • Avere esperienze confuse o inquietanti o sentimenti difficilmente spiegabili.
  • Il modo di sentire – se un soggetto è ansioso o preoccupato o ha una bassa autostima e si aspetta che gli altri lo critichino o lo rifiutino per questo.
  • Il modo di pensare – se un soggetto tende a saltare velocemente alle conclusioni, credere molto fortemente in determinate cose e non cambiare idea facilmente. 
  • Sentirsi isolati.
  • Passata esperienza di un trauma.

Cura

Il soggetto paranoico, a causa dei disturbi che coinvolgono il pensiero e la sospettosità che caratterizza il suo rapporto con gli altri, non è in grado di riconoscere la necessità di ricercare una cura per la paranoia.

Il più delle volte è necessario che un familiare o una persona cara, contatti uno specialista, psicoterapeuta o psichiatra, che possa aiutarle il medico a condurre l’individuo paranoico in terapia, in quanto l’isolamento, i sintomi depressivi e i deliri paranoici hanno l’effetto di allontanare progressivamente il soggetto dalla realtà.

In molti casi, il più efficace trattamento per la paranoia è la psicoterapia, che aiuta il soggetto affetto da disturbo paranoide di personalità a fronteggiare le problematiche tipiche del disturbo, quindi a individuare i comportamenti e i pensieri irrazionali e a sostituirli con altri più funzionali che gli permettano di reinserirsi nel tessuto sociale di appartenenza.

Altre terapie rivelatesi molto efficaci sono terapie di supporto e sostegno ai familiari dei soggetti con disturbi paranoici, sotto forma di terapie familiari o di gruppo, come nel caso dei gruppi di auto-aiuto dove persone con problematiche simili si riuniscono per sostenersi a vicenda e condividere le proprie esperienze.

Nei casi più severi, la presenza persistente di pensieri paranoidi può trasformarsi in disturbo paranoide della personalità, ossia un disturbo della personalità, per il quale oltre a una terapia psicologia è indicato il ricorso ad una terapia farmacologica per arrivare a una cura definitiva e alla remissione dei sintomi. La terapia farmacologica del disturbo paranoide di personalità prevede l’assunzione di stabilizzatori dell’umore in monoterapia o in associazione con antipsicotici, qualora il soggetto manifesti comportamenti bizzarri, ideazioni paranoidi e idee suicidarie.
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Dr.ssa Martina Valizzone Psicoterapeuta
Dr.ssa Martina Valizzone
psicologopsicoterapeuta

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