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7 motivi per vaccinarsi contro l’influenza

Vincenzo Russo | Blogger

Ultimo aggiornamento – 07 Aprile, 2021

L’Organizzazione Mondiale della Sanità indica quale obiettivo primario della vaccinazione antinfluenzale, la prevenzione delle forme gravi e complicate di influenza e la riduzione della mortalità prematura nei gruppi di persone a più alto rischio, come gli anziani e le persone affette da particolari patologie.

Il Ministero della Salute e l’ASL Milano 1 ricordano che vaccinarsi serve non solo a proteggere se stessi, grazie alla risposta immunitaria indotta, ma anche, limitando il contagio da persona a persona, a ridurre la circolazione del virus e le possibili epidemie con un rapporto favorevole sul piano dei benefici, individuali e collettivi, e una riduzione dei costi sociali connessi, come morbosità e mortalità. Costi che non sono affatto trascurabili, visti anche i dati relativi alla passata stagione, che hanno visto un’incidenza cumulativa medio-alta e pari a 108 casi ogni 1.000 assistiti, con 485 casi gravi e ben 160 decessi. Purtroppo in incremento rispetto all’anno precedente che aveva visto 93 casi gravi e 16 decessi.

Secondo le indicazioni del Ministero, i soggetti primari a cui deve rivolgersi la campagna di vaccinazione, in linea con le indicazioni degli altri Paesi europei, sono gli anziani dai 65 anni in sù e le persone, di qualunque età, affette da patologie di base che espongono a maggiori rischi di complicanze.

Per quanto riguarda il vaccino vero e proprio, quest’anno saranno distribuite tipologie di vaccino diverse da quelli per la passata stagione, sia contenenti virus attenutati che i soli antigeni. Il vaccino per la stagione 2015/2016 conterrà infatti, una nuova variante antigenica di sottotipo H3N2 (A/Switzerland/9715293/2013), che sostituirà il ceppo A/Texas/50/2012 contenuto nel vaccino della stagione 2014/2015 e una nuova variante di tipo B (B/Phuket/3073/2013), appartenente sempre al lineaggio B/Yamagata/16/88, in sostituzione del precedente ceppo vaccinale, B/Massachusetts/2/2012.

I 7 motivi per dire sì al vaccino

Tutte le nazioni europee hanno già iniziato una campagna di prevenzione, per diffondere l’uso del vaccino, basata sugli stessi concetti, questi i 7 motivi individuati dalla campagna promossa dall’Ufficio Federale della Sanità Pubblica della Svizzera:

  1. Battere sul tempo i virus dell’influenza.
    Grazie alla vaccinazione, il corpo produce gli anticorpi protettivi necessari.
  2. Proteggere se stessi e gli altri.
    La vaccinazione protegge la maggior parte delle persone dall’influenza e dalle sue conseguenze. Inoltre, la vaccinazione consente di ridurre la trasmissione dei virus ad altre persone.
  3. Ridurre il rischio di gravi complicazioni.
    La vaccinazione annuale evita il rischio di complicazioni e di cure in ospedale per le persone appartenenti a dei gruppi a rischio.
  4. Evitare di trascorrere lunghi periodi a letto o in ospedale.
    Il periodo di convalescenza dura di solito da una a due settimane, ma può essere anche più lungo. Un ricovero può rendersi necessario, soprattutto quando avvengono complicazioni gravi, come ad esempio una polmonite.
  5. La vaccinazione comporta meno costi rispetto all’influenza.
    La vaccinazione permette di evitare ricoveri costosi e di diminuire i costi sociali legati alla malattia.
  6. Godersi la vita.
    Perché rinunciare a frequentare in inverno manifestazioni culturali, feste in famiglia, trasporti pubblici, centri commerciali e così via? Una vaccinazione permette di ridurre il rischio di contagio.
  7. La vaccinazione è un mezzo di prevenzione semplice, rapido e conveniente.
    Per le persone che presentano un maggiore rischio di complicazioni, la vaccinazione è rimborsata dalle assicurazioni malattie, a condizione che la franchigia sia già stata raggiunta.

Su quest’ultimo punto, relativamente ai costi, la situazione in Italia è diversa. Le categorie a rischio hanno diritto alla vaccinazione gratuita, dal proprio medico di base, per gli altri il costo è comunque molto contenuto.

Quali sono gli effetti indesiderati?

Per prima cosa è bene specificare che dal momento che i vaccini contengono solo virus inattivi o antigeni, non sono mai responsabili di infezioni da virus influenzali. Allo stesso modo però, è bene ricordare che, soprattutto nella stagione fredda, molti altri agenti patogeni possono provocare diverse infezioni respiratorie, spesso sintomaticamente simili all’influenza e verso le quali il vaccino antinfluenzale non è efficace.

Gli effetti collaterali documentati, dopo la somministrazione di vaccino antinfluenzale, consistono in genere in reazioni locali quali dolore, eritema e gonfiore nel sito di iniezione che, negli adulti, è di preferenza il muscolo deltoide del braccio.

Le reazioni sistemiche comuni includono malessere generale, febbre e mialgie, che si presentano da 6 a 12 ore dopo la somministrazione della vaccinazione e durano, mediamente, un paio di giorni. Effetti molto rari e riferiti in correlazione temporale con la vaccinazione antinfluenzale, sono stati casi di trombocitopenia, nevralgie, parestesie, disordini neurologici e reazioni allergiche gravi.

Fino ad ora, però, la correlazione causale tra la somministrazione di vaccino antinfluenzale e tali eventi non è stata dimostrata.

In particolare, non è stata dimostrata l’associazione tra vaccinazione e sindrome di Guillain Barrè, una grave forma di polinevrite che interessa gli arti ed è potenzialmente letale. Al contrario, allo stato attuale, ci sono evidenze di una correlazione tra sindrome di Guillain Barrè e diverse malattie infettive, inclusa l’influenza.

Le precauzioni per i pazienti

Il vaccino antinfluenzale non deve mai essere somministrato a:

  • Neonati e lattanti al di sotto dei sei mesi (per mancanza di studi clinici controllati che dimostrino l’innoquità del vaccino in tali fasce d’età).
  • Persone, di qualunque età, con episodi di anafilassi (grave reazione allergica) in precedenti somministrazioni, anche ad un singolo componente del vaccino.
  • Non devono essere sottoposte a vaccinazione le persone con anamnesi positiva per sindrome di Guillain Barrè, insorta entro 6 settimane dalla somministrazione di una precedente dose di vaccino antinfluenzale.
  • Il vaccino non deve essere somministrato a persone affette da malattie infettive in fase acuta, con o senza febbre. In questi casi la somministrazione potrà essere effettuata solo a guarigione avvenuta.
  • Il vaccino può essere somministrato anche ad epidemia in corso, alle persone che non mostrino sintomi influenzali.

Alcuni media hanno, in passato, riportato controindicazioni che il ministero della Salute ritiene false. In particolare:

  • Allergia alle proteine dell’uovo, con manifestazioni non anafilattiche.
  • Malattie acute di lieve entità.
  • Allattamento.
  • Infezione da HIV e altre immunodeficienze congenite o acquisite. La condizione di immunodepressione non costituisce una controindicazione alla somministrazione della vaccinazione antinfluenzale.

In questi soggetti, la somministrazione del vaccino potrebbe non indurre una adeguata risposta immunitaria ed una seconda dose di vaccino non sembra poter migliorare la risposta anticorpale.

Il vaccino influenzale non interferisce con l’efficacia di altri vaccini somministrati simultaneamente.

 

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Lavoro da anni nel mondo della medicina. Con Pazienti.it ho l'opportunità di scrivere di argomenti di salute, trasmettendo importanti messaggi di prevenzione e benessere.

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