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È vero che andare a letto con i capelli bagnati fa male?

Antonia de Gioia | Blogger

Ultimo aggiornamento – 27 Ottobre, 2022

Ecco cosa succede se si va a dormire con i capelli bagnati

Dopo un’intensa giornata fuori casa o durante una giornata afosa, asciugare i capelli può essere difficoltoso.

Le credenze popolari hanno sempre consigliato di non andare a letto con i capelli bagnati, per evitare di svegliarsi con mal di collo, mal di testa o raffreddore

Si tratta di verità o falso mito?

Scopriamolo di seguito.

Quando si dorme con i capelli bagnati: il raffreddore

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Sono stati condotti innumerevoli test su questo argomento ed è stato rilevato che l’eventuale stato di malessere generato dal dormire con i capelli bagnati dipende prevalentemente dalla temperatura dell’ambiente in cui si dorme.

Generalmente, la temperatura corporea tende ad abbassarsi durante la fase Rem, pertanto dormire con i capelli bagnati in un ambiente caldo non provoca l’insorgere di malesseri fisici, quali raffreddore o cervicale

Diversamente, qualora la temperatura dell’ambiente in cui si dorme è fredda, c’è il rischio di svegliarsi non perfettamente in forma.

In quest’ultima circostanza è errato affermare che la causa di un eventuale raffreddore sia esclusivamente riconducibile all’aver dormito con i capelli bagni: il malessere è generato da un virus che non si contrae dormendo con capelli umidi o bagnati.

Piuttosto, dormendo con i capelli bagnati, il cuoio cappelluto perde una grande quantità di energia termica, rendendo il corpo più suscettibile a contrarre il virus del raffreddore

Ovviamente ogni individuo reagisce diversamente in relazione al proprio sistema immunitario.

Andare a dormire con i capelli bagnati: le conseguenze

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Constatato che l’andare a dormire con i capelli bagnati può indebolire le proprie difese immunitarie, non sono da trascurare gli altri effetti negativi di questa comune abitudine.

Dormire con i capelli bagnati può generare:

  • rottura dei capelli: il pelo umido genera attrito con il cuscino, di conseguenza i capelli tendono a spezzarsi e compariranno molte doppie punte;
  • capelli appiccicosi: al risveglio i capelli risulteranno difficili da spazzolare, con rischio di formazione di nodi soprattutto per le persone con capelli lunghi;
  • prurito al cuoio capelluto, dovuto dalla formazione di umidità;
  • formazione di forfora: dormendo con i capelli umidi si può danneggiare il funzionamento delle ghiandole sebacee del cuoio capelluto e provocare eccessiva o ridotta produzione di olio, nonché problemi di pH e quindi formazione di forfora;
  • dolori muscolari: i cambiamenti improvvisi della temperatura durante il sonno possono generare nel lungo termine gravi crampi e paralisi facciali;
  • proliferazione di batteri: i cuscini sono il luogo ideale per la diffusione dei batteri, mentre dormiamo essi assorbono sudore, resti di trucco, oli del corpo, cellule di pelle morta. Quando i capelli sono bagnati tali batteri vengono facilmente trasferiti sulla pelle, in particolare sul viso, generando casi di infezione.

Se non riuscite proprio a fare a meno di andare a dormire con i capelli bagnati, ecco qualche suggerimento:

  • tamponare i capelli con un asciugamano o tenerli fermi con una fascia in modo tale che al risveglio non siano particolarmente arruffati e difficili da pettinare;
  • fare una o più trecce per scioglierli facilmente al risveglio e magari godere di un’acconciatura a onde;
  • utilizzare biancheria del cuscino in seta, questo tipo di tessuto riduce l’attrito tra i capelli e il guanciale.
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Antonia de Gioia | Blogger
Scritto da Antonia de Gioia | Blogger

Sono una laureata in Marketing e mi occupo della gestione di attività promozionali e di comunicazione, con un’attenzione particolare al mondo digitale e social. Nel tempo libero, lontana dal lavoro quotidiano, mi dedico alla scrittura.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
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