icon/back Indietro Esplora per argomento

La birra: una bevanda di salute

Vincenzo Russo | Blogger

Ultimo aggiornamento – 21 Luglio, 2015

La regina Cleopatra offriva birra ai suoi ospiti per sedurli, Benjamin Franklin riteneva che fosse un dono di Dio per rendere felici gli uomini.

Se siete amanti della birra, dovreste innanzitutto conoscerne la storia visto che non si parla di una qualsiasi bevanda, ma della bevanda per eccellenza. I nostri progenitori, i romani, la chiamavano bibere, bere, da cui deriva il termine birra, per sottolinearne l’importanza.

La birra, in realtà, ha una storia molto antica e quello che è assolutamente sorprendente è stata la sua diffusione tra tutti i popoli e nelle più antiche civiltà. Sacra a Cerere per i romani, bevanda di Osiride per gli Egizi, Zythos per gli antichi Greci, che la ritenevano dono di Demetra, dea dell’agricoltura, medicina essenziale per i Sumeri, gli Assiri e i Babilonesi. Si dice che la fine del nomadismo di queste popolazioni e la nascita della birra siano contemporanei. Probabilmente, c’è qualcosa di vero dal punto di vista storico, visto che divennero popolazioni stanziali una volta raggiunte le zone, particolarmente ricche di cereali, comprese tra il Tigri e l’Eufrate.

Storia della birra tra mito è realtà

storia

La bevanda di Cerere, dea romana dei campi e delle coltivazioni, ha una storia antichissima, supera i 7000 anni, ed è stata importante per il genere umano molto più di quanto si creda. Come molte scoperte fondamentali per il progresso, nasce dalla casualità e dall’ingegnosità femminile, o forse dalla sbadataggine, come vogliono i misogini.

Si ottiene dalla fermentazione dei cereali e infatti le prime datazioni sulla produzione della birra risalgono alla zona, tra i fiumi Tigri ed Eufrate, dove le coltivazioni di cereali furono intensive praticamente dalla fine del periodo neolitico.

Nell’antica Mesopotamia, grosso modo il territorio dell’attuale Irak e parte dell’Iran, i terreni resi fertili dai due fiumi consentivano fiorenti coltivazioni di cereali, garantendo cibo in tutti i mesi dell’anno. Secondo alcune leggende, un cesto di cereali dimenticati al sole e all’acqua, fu ritrovato, dopo un certo tempo a causa dell’acqua e del sole, come una poltiglia. In altre parole era stato scoperto il principio della fermentazione.

La birra infatti, si ottiene dalla fermentazione dei cereali e ancora adesso, l’unica variazione di rilievo, intervenuta parallelamente alla sua diffusione, è stata l’aggiunta, prima di spezie poi di luppolo, per arricchirla di gusto e favorire il processo di fermentazione.

I primi mastri birrai

Circa 4500 anni prima di Cristo, i Sumeri, avevano già “industrializzato” la produzione della birra. Poiché era un prodotto ottenuto dai cereali, la produzione della birra era esclusiva dei panificatori e le modalità di produzione erano rigidamente codificate. La materia prima del birraio, infatti, erano dei pani d’orzo germinato e cotto. Bisognava sbriciolarli e aggiungere acqua per ottenere il malto, che avrebbe dato vita a una fermentazione alcolica e quindi alla birra, oppure venivano consumati proprio come pane.

La birra diventa la bevanda più diffusa e le stesse leggi dell’epoca disponevano che dovesse essere accessibile, in quantità diverse, a tutti gli strati della popolazione, anche ai meno abbienti. La civiltà Babilonese, 2000 anni prima di Cristo, aveva regolamentato la produzione della birra molto rigidamente ed il famoso codice di Hammourabi (1780 a.C.) prevedeva pene severissime per chi adulterava la birra con acqua.

Il codice prevedeva espressamente che chi alterava la produzione della birra venisse condannato a morte per annegamento nella stessa birra adulterata.

La diffusione in Europa

La birra ebbe subito grande diffusione in Europa. Tra i Celti, i primi bevitori di birra, era considerata la bevanda dei guerrieri che ne facevano grande uso prima delle battaglie.

Ancora più leggendario è il caso dell’Irlanda, le cui saghe fanno risalire la nascita della nazione all’eroe Mag Meld, che riesce a strappare ai mostri Fornoniani il segreto della fabbricazione della birra, la bevanda che li rendeva immortali, liberando il paese dalla schiavitù.

La birra come la intendiamo oggi, con il luppolo, è un’evoluzione che si deve ai conventi e ai monaci Benedettini. Intorno all’anno 1000, i conventi erano luoghi non solo di preghiera ma di cultura arte e scienza.

I monaci, benedettini in particolare, i più rinomati nell’uso delle erbe officinali e nella preparazione di bevande a base di erbe, cominciano a mettere ordine nella produzione, dettando le norme igieniche e codificando le tecniche. E si deve a loro il primo utilizzo del luppolo, come aromatizzante al posto della miriade di altre spezie, bacche, piante officinali utilizzate in precedenza.

Anche grazie a queste nuove tecniche, la produzione della birra si sviluppa in tutta Europa a livello industriale e già nel 1357, ad Amburgo, si contano 457 produttori di birra.

Per quanto riguarda le birre prodotte dai monaci, oggi sono rimaste sole le birre trappiste. Esistono solo 7 monasteri, in tutto il mondo, autorizzati a produrle.

Proprietà della birra: benessere e salute

luppolo

Dall’antichità fino al diciottesimo secolo, la birra è stata, anche se non del tutto consapevolmente, una medicina molto diffusa e altrettanto importante.

Le difficili condizioni igieniche dei tempi antichi, facevano sì che la maggior parte dell’acqua non fosse potabile e provocasse gravi problemi di salute. La birra, con la cottura dei cereali e la fermentazione, processi che distruggono la maggior parte dei batteri, era assolutamente più igienica dell’acqua comunemente bevuta ed evitava l’insorgere di molte patologie anche gravi.

Oltre al sovrano babilonese Hammourabi, e si può quindi ben capire la pena di morte contro chi adulterava la birra con acqua sporca, l’aveva ben capito anche il famoso faraone egiziano Ramses II, che in alcuni testi viene indicato con un termine traducibile come “il birraio”.

Per venire a tempi e luoghi più vicini a noi, il vescovo Arnolfo di Soissons, siamo nel X secolo, secondo la leggenda venne santificato per alcuni miracoli, tra cui la trasformazione del mosto in birra effettuata per salvare i suoi parrocchiani da un’epidemia di colera. In realtà, Arnolfo non avrebbe trasformato il mosto in birra. Le cronache sono più concordi nell’affermare che Arnolfo introdusse l’uso della birra tra i suoi concittadini, producendone in grande quantità perché consapevole che fosse il mezzo migliore per contrastare le epidemie, soprattutto quelle dovute alle acque contaminate come il colera. Non a caso l’iconografia religiosa dipinge il santo in abiti vescovili ma con in mano una pala da birra e ancor meno casuale il fatto che Arnolfo sia il protettore dei mastri birrai.

Anche la Londra che conosciamo oggi non sarebbe la stessa se la birra non avesse giocato il suo ruolo nell’arginare la grande pestilenza del 1665. Si può dire a ragione, dunque, che la birra ha avuto un ruolo importante, ancorché misconosciuto, nella storia della medicina europea ed internazionale.

Anche in tempi più recenti la birra non ha smesso di interessare gli scienziati ed i medici.

Secondo uno studio cinese che destato molto scalpore ed è stato recentemente pubblicato sul Journal of Agricultural and Food Chemistry – la birra è un ottimo alleato contro malattie degenerative quali Alzheimer e Parkinson.

Purché contenga luppolo, perché sarebbe proprio una molecola del luppolo, lo xantumolo il fattore protettivo. Si tratta di un flavonoide che, secondo gli scienziati dell’università di Lanzhou, attiva meccanismi enzimatici di protezione delle cellule cerebrali da danni ossidativi.

Se vi piace la birra, quindi, preferite birre amare che sono quelle che contengono più luppolo. Secondo uno studio finlandese, la birra è la bevanda più indicata per mantenere in reni in buona salute e prevenire il rischio di calcolosi.

Diversi altri studi, ben documentati, hanno dimostrato che un moderato consumo quotidiano di birra aumenta il livello del colesterolo HDL, il cosidetto colesterolo buono, che riduce il rischio di malattie cardiache. A condizione, meglio ripetersi, che il consumo sia moderato, dal momento che si tratta pur sempre di una bevanda alcolica.

Fonti

How Beer Saved the World (HD) – Discovery channel: https://youtu.be/PdwYjFnFoJU

Beer: The Midwife of Civilization: http://www.aina.org/ata/20060827151956.htm

Beer compound could help fend off Alzheimer’s and Parkinson’s diseases: http://www.acs.org/content/acs/en/pressroom/presspacs/2015/acs-presspac-january-28-2015/beer-compound-could-help-fend-off-alzheimers-and-parkinsons-diseases.html 

Condividi
Vincenzo Russo | Blogger
Scritto da Vincenzo Russo | Blogger

Lavoro da anni nel mondo della medicina. Con Pazienti.it ho l'opportunità di scrivere di argomenti di salute, trasmettendo importanti messaggi di prevenzione e benessere.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
Vincenzo Russo | Blogger
Vincenzo Russo | Blogger
in Salute

149 articoli pubblicati

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
Contenuti correlati
icon/chat