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Cyberbullismo: la legge, la scuola e l’attenzione dei genitori

Camilla Mantegazza | Web Editor e Social Media Manager a Pazienti.it

Ultimo aggiornamento – 19 Maggio, 2017

Cyberbullismo e ruolo dei genitori

Arriva il sì definitivo dalla Camera alla legge sul contrasto del cyberbullismo, con 432 voti favorevoli ed una sola astensione. Un successo importante, se si pensa che è proprio il cyberbullismo a essere considerato il fenomeno sociale più pericoloso per ben il 72% dei ragazzi. In Aula, commosso e soddisfatto, il padre di Carolina Picchio, la giovane quattordicenne che nel 2013 si tolse la vita in seguito alla diffusione in rete di un filmato di violenza sessuale che subì da un gruppo di ragazzi.

Il provvedimento traccia così, per la prima volta in Italia, i contorni del fenomeno, regola la rimozione dei contenuti offensivi dal web, stabilisce in situazioni particolari l’intervento del garante della privacy e, ancora più importante, introduce una misura di ammonimento nel caso in cui i reati siano commessi da minorenni, con età superiore ai 14 anni.

Anche alle scuole sono assegnati nuovi compiti. In tutti gli istituti, infatti, sarà individuato un referente tra i docenti, che sarà demandato a favorire iniziative e azioni per la lotta al cyberbullismo. Il preside, a sua volta, sarà l’anello di congiunzione tra scuola e famiglia, con il dovere di informare i genitori degli alunni coinvolti in atti di bullismo informatico.

Cyberbullismo, alcuni consigli per i genitori

Anche nei confronti del cyberbullismo può esistere una prevenzione. E i genitori, in questo caso, giocano un ruolo fondamentale, insieme a tutte le altre figure educative che gravitano intorno alla vita dei vostri figli.

Vediamo insieme alcuni i consigli per le famiglie, per riuscire a fare squadra nel combattere questo fenomeno:

  1. Insegnate ai vostri figli le regole per interagire con le persone nella vita reale: queste, infatti, possono applicarsi anche nella sfera delle relazioni online, che si sviluppano su internet e tramite i telefoni cellulari. Ricordate, soprattutto, che il cyberbullismo provoca danno e infligge dolore sia nel mondo reale sia nello spazio virtuale: dunque, uno è lo specchio dell’altro.
  2. Assicuratevi che la scuola sia attenta a questa tipologia di problema, anche in vista della nuova Legge appena approvata. Questa attenzione non potrà tutelare i bambini e i ragazzi dai “bulli telematici” ma, sicuramente, la loro funzione educativa può aiutare a prevenire ed eventualmente segnalare casi di abusi sui più giovani. Preside e insegnante, infatti, devono sapere riconoscere il fenomeno ed, eventualmente, segnalarlo.
  3. Educare all’uso di internet e dei social network: ciò non significa che è necessario saper utilizzare tutti gli strumenti tecnologici nelle mani dei ragazzi, ma non si può nemmeno restare all’oscuro delle dinamiche che li governano. Non limitiamoci a dare regole senza spiegarle: dobbiamo informarci, aggiornarci, non necessariamente utilizzare lo stesso linguaggio dei più giovani, ma almeno comprenderne i significati, i valori, le aspettative, i sogni.
  4. Non criminalizzare internet: allontanare i giovani dalle tecnologie della comunicazione sarebbe un grande errore. Le potenzialità del web sono infinite, si tratta semplicemente di saperle sfruttare e utilizzare al meglio. Il pericolo del web non è certo legato al mezzo in sé, bensì all’utilizzo che se ne fa. Bisogna iniziare a considerarlo come un vero e proprio ambiente dove gli esseri umani vivono parte della loro vita.
  5. Monitorare le attività dei propri bambini mentre sono online, non significa “spiare”, bensì capire l’uso che ne fanno e se sono sulla strada giusta. Ovviamente, utilizzate la giusta discrezione, per non far percepire ai figli una violazione della propria “privacy”.
  6. Mantenere una linea aperta e sincera di comunicazione con i propri figli, in modo che siano disposti a venire da voi ogniqualvolta sperimentino qualcosa di spiacevole nel mondo online. Le vittime del cyberbullismo devono sapere con certezza che gli adulti interverranno in modo razionale, senza peggiorare la già difficoltosa situazione.
  7. Utilizzare sistemi di blocco e filtraggio di alcuni siti web, significa evitare che i bambini possano avere accesso a contenuti non appropriati per la loro età. I giovani, si sa, sono molto esperti nello “sbloccare siti” in modo agevole e veloce ma, magari, non ne avranno necessità di farlo.
  8. Cercare di cogliere ogni segnale potenzialmente negativo è importante per impedire fenomeni di cyberbullismo: se l’uso di internet diviene ossessivo, esclusivo e totalizzante, non è difficile che i vostri figli siano vittime o autori di bullismo da web.
  9. Chiedere aiuto non è segnale di debolezza ma di grande responsabilità. Insegnanti, psicologici e forze dell’ordine sono sempre a disposizione in questi casi. Agire di impulso, nel caso in cui vostro figlio o vostra figlia siano vittime o autori di cyberbullismo, può sortire effetti contrari rispetto a quelli sperati. Prima di prendere decisioni, fatevi aiutare. Il cyberbullismo non è uno scherzo.
  10. Insegnate il rispetto e la dignità: questo è il primo, l’ultimo e il più importante degli insegnamenti.

E ricordate che siete voi a conoscere, meglio di chiunque altro, i vostri figli. Solo questo vi porterà ad agire nel migliore dei modi. La legge, inoltre, da oggi sarà dalla vostra parte.

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Camilla Mantegazza | Web Editor e Social Media Manager a Pazienti.it
Scritto da Camilla Mantegazza | Web Editor e Social Media Manager a Pazienti.it

Con Pazienti.it ho l’occasione di “impugnare la penna” ogni giorno, costruire piani editoriali su misura dei lettori e rispondere attraverso i contenuti a tutte le curiosità di salute di chi ci segue. Il blog e i social rappresentano un canale di comunicazione immediato e ricco di stimoli, che cerco di cogliere pienamente.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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