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Il metodo Perfetti: dalla riabilitazione post-ictus al trattamento del dolore cronico

Roberta Nazaro

Ultimo aggiornamento – 19 Marzo, 2018

metodo perfetti o riabilitazione neurocognitiva: gli esercizi

Conoscete il metodo Perfetti? In tanti ne parlano, ma in pochi sanno cos’è! Si tratta di un approccio di riabilitazione nato negli anni Sessanta a opera del dr. Carlo Perfetti. Il suo obiettivo è quello di migliorare la risposta riabilitativa nei pazienti affetti da ictus, emiplegia e spasticità.

Al giorno d’oggi, il metodo Perfetti – conosciuto anche come riabilitazione neurocognitiva – può essere utilizzato per alleviare il dolore cronico attraverso non solo l’analisi e l’osservazione della risposta cerebrale, ma anche tramite specifico fasi di trattamento. Vediamo nello specifico di cosa si tratta.

Il metodo Perfetti: riabilitazione post-ictus e non solo

Il metodo Perfetti, attualmente noto con il termine teoria neurocognitiva, mira al recupero delle capacità motorie per tutti quei soggetti affetti da patologie, come:

  • Patologie neurologiche, di origine centrale e periferica
  • Sindromi dolorose
  • Patologie degenerative
  • Patologie muscolo-scheletriche

Lo scopo della riabilitazione neurocognitiva è quella di recuperare le funzioni motorie del paziente attraverso delle modalità che impiegano il corpo e la mente in modo armonico e integrato.

Il metodo Perfetti sfrutta il presupposto che i processi della conoscenza possono influenzare la struttura biologica dell’uomo e quindi favorire il recupero spontaneo del paziente attraverso l’assistenza del riabilitatore.

Insomma, il famoso metodo si propone non solo di osservare le relazioni che intercorrono tra i vari livelli organizzativi e periferici, ma anche di mettere in relazione ciò che è misurabile, come muscoli e ossa, con ciò che generalmente non lo è, come attenzione, memoria e volontà. Secondo il metodo Perfetti, infatti, esiste una stretta correlazione tra movimento muscolare e conoscenza, intesa come elaborazione delle informazioni.

Proprio per questo motivo, il movimento è considerato non più come tante contrazioni attivate in modo volontario ma come somma dei processi di un sistema che interagisce con l’ambiente in base alle varie necessità.

Il metodo Perfetti è costituito da quattro fasi principali:

  1. Fase del colloquio, durante la quale si cerca di comprendere le motivazioni più adeguate al soggetto in esame.
  2. Fase del rilassamento, durante la quale il paziente viene tenuto in mobilizzazione passiva e ogni movimento viene proibito.
  3. Fase guidata della mobilizzazione, che mira a ricostruire un movimento corretto partendo dalla fase di mobilizzazione passiva, attraverso l’impiego di particolari accorgimenti.
  4. Fase di motilità attiva, che comporta la partecipazione volontaria del paziente al movimento senza provocare nessuno schema patologico.

Il metodo Perfetti si basa sul concetto che qualunque movimento ha un significato cognitivo, nel senso che serve a mettere in contatto l’uomo con il mondo che lo circonda. Di conseguenza, la teoria considera la guarigione a seguito della lesione come una sorta di apprendimento in condizioni patologiche. Ai fini di tale recupero, il soggetto deve sin da subito prendere coscienza di varie esperienze sensomotorie senza tuttavia ricorrere ad elementi meccanici o riflessi. Tale metodo, infatti, considera di primaria importanza la presa di coscienza del movimento, rispetto alla giusta esecuzione del movimento stesso.

Gli esercizi del metodo Perfetti

Partendo dalla concezione di base secondo la quale il cervello può recuperare tutte le sue funzioni, anche dopo una lesione molto grave, attraverso la plasticità cerebrale, il metodo prevede diversi esercizi con cui stimolare il sistema nervoso centrale, con lo scopo di riattivarlo.

In genere, tutti gli esercizi del metodo Perfetti sono eseguiti in genere a occhi chiusi, dopo aver istruito il paziente su cosa fare. Inoltre, la riabilitazione è suddivisa in tre gradi, non per difficoltà, ma in base alle varie problematiche specifiche che il paziente deve affrontare.

Durante gli esercizi, sono impiegati oggetti di diverso tipo, in base ai vari scopi della riabilitazione. In conclusione, grazie a tale metodo, sembra essere possibile recuperare le funzioni neurocognitivelimitare il dolore cronico, grazie a una terapia dedicata e interamente incentrata sul singolo paziente.

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Roberta Nazaro
Scritto da Roberta Nazaro

Sono insegnante di inglese e traduttrice, con laurea triennale in Scienza e Tecnica della Mediazione Linguistica e specialistica in Dinamiche Interculturali della Mediazione Linguistica presso l'Università del Salento. L'interesse per l'ambito medico mi ha portata al conseguimento del Master in Traduzione Specialistica in Medicina e Farmacologia conseguito presso il CTI di Milano.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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Roberta Nazaro
Roberta Nazaro
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