icon/back Indietro Esplora per argomento

Impatto della crioterapia sull’organismo

Redazione

Ultimo aggiornamento – 14 Aprile, 2020

Crioterapia: effetti organismo

Il ghiaccio come antinfiammatorio, un trattamento tanto utile quanto arcaico. Già Ippocrate, medico greco considerato il padre della medicina, vissuto tra il 460 a.C. e il 375 a.C, consigliava la terapia con acqua fredda per lenire dolore e infiammazione. Oggi la crioterapia è una realtà che acquista sempre più fiducia e conferma evidenze cliniche e basi scientifiche.

Una criocamera all’interno della quale, il paziente deve restare circa tre minuti a una temperatura di -130°, raggiunta con l’azoto liquido; la crioterapia agisce sulla base di alcuni processi biochimici secondo i quali, le basse temperature, attivano un’azione antinfiammatoria e antidolorifica, innescando, nel corpo, meccanismi di difesa che favoriscono la circolazione sanguigna, il sistema endocrino, il sistema immunitario e il sistema nervoso centrale.

La crioterapia: come si esegue

Sviluppata in Giappone nel 1978 per il trattamento dell’artrite reumatoide, la tecnica è stata raffinata e migliorata in Europa.

Per sicurezza, le camere sono dotate di ossigeno a livello della bocca. Al fine di proteggere i tessuti sensibili dalle basse temperature, i clienti indossano calze asciutte, pantofole, guanti e, se si utilizza la camera walk in, una maschera facciale (per proteggere il naso ed evitare l’inalazione di aria fredda), nonché paraorecchie o un cappello per coprire copre le orecchie.

Una sessione è di breve durata (2-3 minuti), e il freddo è “a secco”, quindi è molto tollerabile. Verso la fine della sessione, si potrebbe avvertire una sensazione di formicolio che scompare immediatamente dopo il trattamento.

Gli effetti positivi della crioterapia

Dal punto di vista clinico, la crioterapia riduce dolore e infiammazione, migliorando la qualità della vita dei pazienti che si sottopongono a essa. La crioterapia viene consigliata per:

La terapia del freddo ha una serie di effetti benefici sul corpo, sia subito dopo la lesione sia più tardi nel processo di riabilitazione. Tra gli effetti positivi troviamo:

  • Sollievo dal dolore, infatti, il freddo riduce l’attività delle terminazioni nervose libere aumentando la soglia del dolore.
  • Rilascio di endorfine, il freddo provoca un rilascio di endorfine, ovvero neurotrasmettitori con potente attività analgesica, eccitante, antinfiammatoria e vasocostrittrice. Questa vasocostrizione porta a una diminuzione della quantità di sangue che viene trasportato alla zona e successivamente diminuisce la quantità di tumefazione e gonfiore. La riduzione dell’edema, permette più movimento muscolare e la riduzione del dolore dovuto alla pressione determinata dal gonfiore a livello dei tessuti.
  • Riduzione dello spasmo muscolare.
  • Riduzione della necrosi tissutale.

Quali sono le controindicazioni?

La crioterapia è un trattamento sicuro, un potentissimo antinfiammatorio privo di effetti collaterali, tuttavia in maniera precauzionale viene sconsigliata in caso di:

  • febbre
  • valvulopatie e scompenso cardiaco
  • claustrofobia severa
  • pregresse paralisi del nervo faciale
  • malattia di Raynaud
  • ipotiroidismo non corretto da trattamento farmacologico
  • trombosi agli arti inferiori
  • neoplasie
  • insufficienza respiratoria severa e infezioni acute alle vie respiratorie

*Contenuto di informazione pubblicitaria.

Condividi
Redazione
Scritto da Redazione

La redazione di Pazienti.it crea contenuti volti a intercettare e approfondire tutte le tematiche riguardanti la salute e il benessere psificofisico umano e animale. Realizza news e articoli di attualità, interviste agli esperti, suggerimenti e spunti accuratamente redatti e raccolti all'interno di categorie specifiche, per chi vuole ricercare e prendersi cura del proprio benessere.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
Redazione
Redazione
in Salute

1778 articoli pubblicati

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
Contenuti correlati
icon/chat