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Nerivio: il cerotto che previene l’emicrania

Roberta Nazaro

Ultimo aggiornamento – 11 Gennaio, 2021

emicrania: combatterla con un cerotto

Negli ultimi anni, la tecnologia ha fatto enormi passi da gigante. Tuttavia, anche la medicina non è rimasta indietro, aumentando di gran lunga la vita media della popolazione. Ma cosa succede quando tecnologia e medicina si fondono insieme? La risposta è presto data: la qualità della vita migliora in modo talmente drastico che diventa persino difficile stare al passo. E così, dopo un fermacapelli elettronico antiemicrania e un rasoio che “rade” via gli attacchi di mal di testa, ecco che arriva Nerivio, un cerotto praticamente invisibile che allevia il dolore dell’emicrania. Vediamo insieme in che cosa consiste e come funziona.

Che cos’è il cerotto antiemicrania?

Chi non ha mai visto, posseduto o desiderato una wearable technology? Probabilmente il nome non vi suonerà familiare, ma tutti prima o poi abbiamo sentito parlare di tecnologia da indossare, cioè tutte quelle innovazioni, come smartwatch contachilometri, contapassi e battiti, anelli, braccialetti, occhiali per la realtà aumentata, guanti che permettono l’utilizzo dello smartphone, che possiedono un microchip interno e che comunicano tramite wireless o bluetooth con il proprio telefono.

Tra questi dispositivi tecnologici, trova posto Nerivio, un cerotto provvisto di chip autoalimentato da microbatteria, che si attiva tramite app compatibile con smartphone o tablet, il cui compito consiste nell’effettuare una neurostimolazione delle terminazioni nervose sottocutanee, alleviando il dolore.

Neurostimolazione ed emicrania: una soluzione tutta italiana

Questo genere di neurostimolazione differisce da quella classica, perché non richiede nessun tipo di intervento chirurgico per impiantare il dispositivo che esercita la stimolazione.

È tuttavia utile ricordare che la neurostimolazione classica per contrastare la cefalea a grappolo cronica farmacoresistente, più comunemente nota come mal di testa da suicidio, fu utilizzata per la prima volta dal team di ricerca diretto da Gennaro Bussone, dell’Istituto Besta di Milano, il quale, praticando la stimolazione cerebrale profonda (DBS), ha alleviato i sintomi di tale cefalea.

In seguito, sono stati inventati altri tipi di stimolazione sempre meno invasivi per risolvere queste situazioni farmacoresistenti, come la stimolazione vagale (VNS) e quella transmagnetica (TMS). Ma solo nel 2013 hanno fatto la comparsa i primi stimolatori esterni.

Il problema economico e la soluzione easy-to-use

La praticità dell’utilizzo e l’assenza di effetti collaterali tipici dei farmaci di questi dispositivi presentano però un problema quasi insormontabile: il costo elevato a carico dei pazienti. Infatti, tali innovazioni non essendo farmaci non possono essere rimborsati dal Servizio Sanitario Nazionale.

Per ovviare a questo problema e renderli più fruibili, le aziende produttrici hanno reso questi dispositivi easy-to-use, ossia facili da utilizzare e quanto più discreti possibile. Nerivio è infatti piccolo, non invasivo e talmente tanto pratico che si può utilizzare anche sui principali mezzi pubblici di trasporto senza problemi.

Il cerotto è efficace contro il mal di testa?

Secondo gli studi effettuati e poi riportati sulla rivista Neurology, su 71 pazienti, affetti da attacchi di emicrania dalle due alle otto volte al mese, solo il 64% dei soggetti presenta un dimezzamento del dolore nelle due ore successive all’attivazione del dispositivo, specie se acceso alle prime avvisaglie di emicrania ossia entro i primi 20 minuti.

Purtroppo un solo studio non è sufficiente a dimostrare l’efficacia del dispositivo, che tuttavia dovrebbe agire direttamente sui neuroni trigeminali, che stanno alla base del dolore emicranico. Il prossimo passo consisterebbe proprio nel testarlo su più di duecento pazienti provenienti da paesi diversi.

Quando si parla di emicrania?

L’emicrania è una forma di mal di testa molto ricorrente. Si stima che ben 8 milioni di italiani ne soffrano con diversa periodicità, da pochi episodi l’anno fino a diverse volte al mese. Tuttavia, circa il 10-12% della popolazione in tutta la sua vita ha almeno un attacco di emicrania.

L’emicrania fa parte delle cefalee e si può distinguere da altri tipi di mal di testa per diverse caratteristiche che la contraddistinguono:

  • insorge in un solo lato della testa;
  • produce dolore intenso e pulsante;
  • peggiora con il movimento.

Inoltre, alcuni episodi di emicrania possono presentarsi con l’aura, un sintomo che precede l’attacco emicranico e caratterizzato dall’improvvisa visione di lampi di luce. Chi soffre di emicrania con aura, oltre ai flash, sviluppa diversi sintomi in concomitanza all’attacco, quali:

  • annebbiamento della vista;
  • formicolio agli arti;
  • rigidità del collo;
  • difficoltà nel linguaggio.

Cosa causa l’emicrania?

Non sono ancora del tutto note le cause che stanno alla base dell’insorgenza dell’emicrania. Tuttavia secondo diversi studi, si è associato questo disturbo a:

  • predisposizione genetica;
  • patologie sistemiche;
  • fattori ormonali;
  • influenza dell’ambiente circostante, come stress, disturbo del sonno, farmaci, problemi fisici, alimenti e bevande.

Quali sono i sintomi tipici dell’emicrania?

I sintomi che precedono l’attacco dell’emicrania sono:

  • irritabilità
  • stitichezza
  • depressione
  • aumento dell’appetito
  • rigidità del collo
  • problemi alla vista, motori e del linguaggio
  • formicolio negli arti

I sintomi che caratterizzano l’emicrania vera e propria sono molto soggettivi, non solo nella tipologia, ma anche per intensità e durata. I principali segni possono essere:

  • dolore concentrato nella testa
  • nausea e vomito
  • disturbi alla vista
  • vertigini
  • sensibilità alla luce
  • irritabilità e nervosismo
  • brividi e sudorazione

Qualunque sia l’intensità e i sintomi che contraddistinguono la vostra emicrania, si consiglia sempre di stare a riposo. Questo genere di disturbo insorge molto spesso quando si chiede al proprio organismo più di quello che si può fare.

L’emicrania, infatti, può anche essere intesa come una sorta di monito del corpo di rallentare, prendersi un po’ di tempo per sé e oziare per un paio d’ore o magari anche un pomeriggio. Sia benvenuto quindi il cerotto che agisce come anestetico, ma non dimentichiamoci mai il classico rimedio della nonna: riposo, buio e straccio fresco sulla fronte (e diciamo pure che anche un analgesico non fa male).

 

 

 

 

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Roberta Nazaro
Scritto da Roberta Nazaro

Sono insegnante di inglese e traduttrice, con laurea triennale in Scienza e Tecnica della Mediazione Linguistica e specialistica in Dinamiche Interculturali della Mediazione Linguistica presso l'Università del Salento. L'interesse per l'ambito medico mi ha portata al conseguimento del Master in Traduzione Specialistica in Medicina e Farmacologia conseguito presso il CTI di Milano.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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