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Pressione alta: quando la colpa è dei reni

Tania Catalano | Biologa

Ultimo aggiornamento – 30 Ottobre, 2017

reni e pressione alta

La pressione alta è una delle principali cause di nefropatia. L’ipertensione incide negativamente sul funzionamento renale, perché con il tempo l’elevata pressione arteriosa può danneggiare i vasi sanguigni, determinando una ridotta irrorazione di organi interni, quali, ad esempio, i reni.

L’elevata pressione sanguigna, infatti, potrebbe deteriorare i filtri renali che non saranno più in grado di depurare il sangue dalle scorie in eccesso. La pressione alta è la seconda causa di insufficienza renale, dopo il diabete.

Ma il rapporto tra ipertensione e nefropatia assume le sembianze di un vero e proprio circolo vizioso. Infatti, così come la pressione alta può causare nefropatia, quest’ultima a sua volta può causare ipertensione. I reni svolgono un ruolo fondamentale nel mantenere la pressione arteriosa nella norma. Se i reni non funzionano, il sistema di regolazione della pressione arteriosa sarà ridotto, determinando ipertensione.

Che cos’è la pressione sanguigna?

La pressione sanguigna è la spinta che questo esercita sulle pareti dei vasi sanguigni mentre scorre al loro interno. Questa pressione è dovuta all’azione di pompa del cuore. L’ipertensione è un aumento della pressione esercitata dal sangue nelle pareti dei vasi.

La pressione si misura in millimetri di mercurio (mmHg). I valori numerici vengono indicati con due numeri separati da una barra e seguiti da millimetri di mercurio. Quando si fornisce il valore della pressione sanguigna, ci si serve di due serie di numeri: una si riferisce a quando il cuore sì contrae (pressione sistolica) e l’altra alla fase in cui il cuore è a riposo (pressione diastolica). Parametri pressori ottimali sono 120/80 (da leggere: 120 su 80 mmHg).

Relazione tra reni è pressione arteriosa

Il rene è un organo pari a forma di fagiolo. I due reni, con dimensioni di un pugno chiuso, si trovano su entrambi i lati della porzione superiore dell’addome, lateralmente alla colonna vertebrale.

Il rene è molto vascolarizzato, grazie a una fitta rete di capillari sanguigni che si raggruppano a gomitolo, formando strutture note come glomeruli.

Ogni glomerulo svolge il ruolo di un filtro e consente a prodotti di scarto e acqua, presenti nel sangue, di raggiungere un piccolo canale detto tubulo. Il liquido che resta al termine di ogni tubulo è chiamato urina. Dai tubuli renali, l’urina viene convogliata nell’uretere e, da qui, alla vescica.

L’ipertensione è da tempo riconosciuta come una delle cause e/o delle conseguenze dell’insufficienza renale cronica (IRC), questo perché i reni hanno un sistema ormonale di controllo sulla pressione sanguigna. Attraverso gli ormoni renina-angiotensina, infatti, regolano la vasodilatazione e la vasocostrizione, meccanismi utili, rispettivamente, all’abbassamento e all’innalzamento della pressione.

Quali sono i sintomi di ipertensione in caso di malattie renali?

Spesso, chi soffre di pressione alta non se ne accorge, perché l’ipertensione può essere asintomatica. In alcuni casi, la pressione alta può causare mal di testa e aura (disturbi visivi, visione disturbata da flash luminosi).

Le malattie renali, inoltre, non hanno sintomi nelle fasi iniziali. I pazienti possono presentare gonfiore (edema), che si verifica quando i reni non possono liberarsi di liquidi in eccesso e del sale. L’edema può verificarsi nelle gambe, ai piedi, o alle caviglie, meno spesso nelle mani o nel viso.

Una volta che la funzione renale diminuisce ulteriormente, i sintomi possono includere

  • pelle secca
  • mal di testa crampi muscolari
  • fiato corto
  • dolore al petto
  • perdita di appetito
  • nausea

E ancora:

  • vomito
  • sonnolenza o sensazione di stanchezza
  • difficoltà di concentrazione
  • aumento o diminuzione della minzione
  • prurito generalizzato o intorpidimento
  • perdita di peso

Come si effettua la diagnosi di ipertensione e nefropatia?

È utile tenere un diario della pressione che si misura con uno strumento detto “sfigmomanometro”. Monitorarla vuol dire misurarla almeno tre volte al giorno per controllare eventuali oscillazioni e saper, poi, riferire al proprio medico qual è stato dell’andamento. Inoltre, il medico potrebbe prescrivere un elettrocardiogramma e un ecocardiogramma per controllare il cuore.

La nefropatia è diagnosticata attraverso esami delle urine e del sangue. Gli esami di routine utilizzati per monitorare la funzionalità renale includono:

  • Creatininemia (livello di creatinina nel sangue)
  • Tasso di filtrazione glomerulare (stima del volume di sangue che viene filtrato a livello dei glomeruli in un certo periodo di tempo)
  • Azotemia
  • Esame delle urine
  • Proteinuria delle 24 ore

Quali farmaci vengono prescritti solitamente?

I farmaci che abbassano la pressione sanguigna possono anche rallentare in modo significativo la progressione della malattia renale. Due tipi di farmaci per la pressione del sangue, gli enzimi inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina (ACE) e gli antagonisti del recettore dell’angiotensina (ARB), si sono dimostrati efficaci nel rallentare la progressione della malattia renale.

Molte persone necessitano di due o più farmaci per controllare la pressione sanguigna. Oltre agli ACE inibitori o agli ARB, possono essere prescritti i diuretici, beta-bloccanti e calcio-antagonisti.

Quale stile di vita adottare per prevenire l’ipertensione da nefropatia?

Quando si è affetti da nefropatia, il nefrologo consiglia e prescrive controlli periodici, tra cui esami del sangue, visite specialistiche ed ecografie, alimentazione adeguata allo stato renale, con l’eliminazione di proteine, l’assunzione di farmaci specifici, una costante e leggera attività fisica.

Adeguarsi a un nuovo stile di vita potrebbe non essere semplice, ma è di fondamentale importanza per evitare che la malattia degeneri o per rallentarne il decorso.

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Tania Catalano | Biologa
Scritto da Tania Catalano | Biologa

Sono laureata in Scienze Biologiche e sto per conseguire la laurea Magistrale in Biologia Sanitaria e Cellulare Molecolare. Nei lavori di stage presso diversi laboratori di analisi biochimico cliniche ho approfondito la diagnostica clinica e immunologica. Mi occupo di giornalismo medico scientifico e approfondisco spesso la relazione tra nutrizione e patologie cronico-degenerative.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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Tania Catalano | Biologa
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