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Le tecniche mininvasive in cardiochirurgia

Redazione

Ultimo aggiornamento – 14 Aprile, 2020

cardiochirurgia: le tecniche mininvasive

L’evoluzione delle tecnologie in ambito cardiochirurgico ha permesso rivoluzioni non indifferenti. Pazienti, in passato, ritenuti inoperabili, oggi possono essere sottoposti a interventi difficili con tecniche sempre meno invasive, in ambito cardiochirurgico, endovascolare, nella chirurgia della colonna vertebrale, dei vasi linfatici, etc.

La microchirurgia appartiene dunque alle innovative frontiere in campo chirurgico.

In cosa consistono le tecniche mininvasive in cardiochirurgia?

La chirurgia mini-invasiva prevede tagli più piccoli (di circa 6 cm), rispetto alla tradizionale toracotomia e, quindi:

  • minore tempo di recupero post operatorio;
  • minore dolore e trauma;
  • riduzione dei tempi di ospedalizzazione;
  • minore porzione cutanea con cicatrici.

Una mini-toracotomia destra permette la perfetta esposizione della valvola mitrale e, dunque, la possibilità di eseguire plastiche semplici, complesse e sostituzioni valvolari.

Un intervento di cardiochirurgia mini-invasiva richiede l’utilizzo di sale operatorie attrezzate con strumenti specifici e moderne apparecchiature tecnologiche che consentono, attraverso l’inserimento di piccole telecamere sterili, la visualizzare dell’interno del torace su monitor.

Quando sono possibili le tecniche di cardiochirurgia mini-invasiva?

L’intervento a cuore aperto con apertura completa del torace permette di accedere a tutte le strutture cardiache, di controllare eventuali emorragie e di eseguire facilmente l’operazione.

L’affinamento delle tecniche e delle tecnologie, insieme all’esperienza che si è evoluta nel tempo in campo chirurgico, consentono la realizzazione di interventi chirurgici mini-invasivi, che possono trattare:

  • patologie coronariche
  • patologie valvolari
  • patologie aortiche
  • patologie mitraliche
  • patologie tricuspidali
  • patologie atriali
  • bypass aorto-coronarici

GVM

Chirurgia endovascolare con le tecniche mininvasive

Il termine “endovascolare” si riferisce all’area interna di un vaso sanguigno, come l’aorta. La presenza di un aneurisma indebolisce le pareti del vaso che è a rischio di rottura. La riparazione endovascolare dell’aorta toracica (TEVAR) prevede l’impianto di una protesi endovascolare. Con questo tipo di chirurgia il flusso di sangue viene incanalato in una protesi posizionata all’interno del vaso sanguigno, eliminando il rischio di rottura. I vantaggi della tecnica endovascolare consistono nella minor invasività rispetto alla tecnica chirurgica standard.

Lesioni e malattie della colonna vertebrale: curarle con la chirurgia mininvasiva

La chirurgia ortopedica vertebrale interviene per risolvere patologie a carico della schiena. La chirurgia mini-invasiva applicata alle lesioni vertebrali è utilizzata soprattutto per il trattamento di:

  • ernie
  • protrusioni discali
  • spondilolistesi
  • stenosi lombare

Microchirurgia dei vasi linfatici

Il linfedema è un edema causato dall’accumulo di linfa nei tessuti interessati. Nella maggior parte dei casi, interessa gli arti inferiori. La microchirurgia dei vasi linfatici è diventata una delle modalità generalmente accettate nel trattamento del linfedema degli arti.

Questo tipo di chirurgia mini-invasiva può essere applicata a:

  • pazienti con linfedema post-infiammatorio
  • pazienti con linfedema post-chirurgico
  • pazienti con linfedema idiopaticoa
  • pazienti con linfedema iperplastico degli arti inferiori
  • pazienti con linfedema con ostruzione segmentale locale

Metodiche mininvasive e ultra-mininvasive per la riparazione della valvola mitrale

Grandi passi avanti sono stati compiuti in ambito cardiochirurgico per la riparazione della valvola mitrale, che ha il compito di regolare il flusso sanguigno tra l’atrio e il ventricolo sinistro del cuore.

In particolare, una nuova tecnica, nota con il nome di Neochord, permette di eseguire l’intervento sulla valvola cardiaca, senza aprire il cuore e, soprattutto, senza che sia necessario interrompere il normale ciclo cardiaco e ricorrere alla circolazione extracorporea.

Come è possibile?

L’intervento con metodo Neochord prevede l’innesto di corde tendinee sintetiche (filamenti realizzati in Gore-Tex, un tessuto impermeabile e traspirante), che sostituiscono quelle naturali, poco elastiche e incapaci di regolare correttamente il flusso di sangue dal ventricolo sinistro all’atrio sinistro.

I filamenti, con grandi capacità cardiochirurgiche, sono cuciti senza che il cuore sia arrestato, incidendo per pochi centimetri lo spazio spazio inter-costale.

Questa innovativa tecnica va eseguita in centri di Alta Specialità.

Un’altra soluzione terapeutica di grande importanza è relativa alla nuova generazione di Bioprotesi Valvolari Aortiche Sutureless. Si tratta di dispositivi “time saving”, particolarmente indicati per i pazienti ad alto rischio chirurgico. Questi dispositivi non prevedono suture ed essendo semiautomatici migliorano i tempi di circolazione extracorporea, garantendo un aiuto e una semplificazione per gli interventi di sostituzione valvolare aortica con tecnica mininvasiva, come quelli in mini-toracotomia destra.

Anche il decorso post-operatorio dei pazienti risulta essere migliore, secondo i risultati ottenuti.

L’obiettivo, secondo il dottor Alberto Albertini, Responsabile dell’Unità Operativa di Cardiochirurgia del Salus Hospital, è quello di “utilizzare le metodiche mininvasive e ultra-minvasive per la maggior parte delle patologie che possono danneggiare la mitrale e che vengono affrontate con un approccio chirurgico teso a riportare in piena efficienza la valvola nativa (la valvola che abbiamo fin dalla nascita), intervenendo su situazioni di mancata continenza delle cuspidi – che non chiudono più correttamente – e provocano il cosiddetto rigurgito ematico e la conseguente malattia mitralica l’insufficienza mitralica di vario grado)”.

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a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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