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Mal di testa? 5 cose da sapere sulla terapia con il botulino

Martina Valizzone | Psicologa

Ultimo aggiornamento – 05 Marzo, 2018

La terapia del botulino per il mal di testa: ecco cosa è necessario sapere

Si stima che circa un italiano su sei soffra di mal di testa. Per un individuo su trenta questa patologia diviene cronica, con più di 15 episodi di emicrania al mese. Numerosi sono i trattamenti per l’emicrania cronica ma nessuno di quelli proposti finora sembra offrire una soluzione risolutiva.

Da recenti studi è però emerso come le terapie di botulino per il mal di testa siano in grado di offrire risultati soddisfacenti. La tossina botulinica sarebbe infatti in grado di distendere e rilassare i muscoli perennemente contratti nei soggetti affetti da mal di testa ed emicrania. Vediamo di cosa si tratta.

Botulino come cura (anche per il mal di testa!)

Il botulino è una proteina neurotossica prodotta dal batterio Clostridium botulinum, ampiamente utilizzato in medicina non solo nell’ambito della medicina estetica, ma anche nel trattamento di diverse patologie neuromuscolari o della sclerosi multipla. Inoltre, viene anche utilizzata per ridurre l’attività delle ghiandole esocrine, per chi soffre di patologie come l’iperidrosi.

Da qualche anno a questa parte, l’utilizzo di terapie a base di botulino è stato esteso anche al trattamento dell’emicrania e del mal di testa, tanto che negli Stati Uniti, l’FDA (l’ente governativo che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici) ne ha riconosciuto l’efficacia come rimedio per ridurre l’incidenza e i sintomi di queste patologie.

Diverse sono le persone che si sottopongono con regolarità a questo genere di trattamenti, ma prima di tentare questa strada e provare questa nuova e promettente terapia cerchiamo di capire insieme come funziona il botulino per il mal di testa e in quali casi è consigliato.

Emicrania e botulino: 5 cose da sapere

Eccovi l’elenco dei 5 aspetti da considerare prima di iniziare un trattamento a base di iniezioni di botulino per contrastare l’emicrania.

  1. I benefici sono piuttosto modesti – Diversi studi hanno dimostrano come gli effetti benefici del botulino nel contrastare l’emicrania cronica non siano sempre del tutto efficaci. Va ricordato che il botulino nei casi di emicrania cronica e invalidante è da considerarsi come una cura preventiva e non risolutiva. Malgrado questi risultati alcuni esperti, come il dr. Jeffrey Jackson, professore di medicina al Medical College of Wisconsin a Milwaukee, concordano nell’affermare: «Nei casi di emicrania cronica quindi con più di 15 episodi mensili, la terapia a base di iniezioni di botulino è una valida opzione di trattamento, in quanto comporta pochissimi effetti collaterali e offre la possibilità di liberarvi per addirittura 90 giorni dal fardello dell’emicrania».
  2. Effetti collaterali
 – Gli effetti collaterali dell’utilizzo del botox per l’emicrania non sono frequenti, si stima che riguardino meno del 10% dei pazienti che ne fanno uso. L’effetto indesiderato più frequentemente riportato è l’indolenzimento del collo che, secondo un recente studio condotto su un campione di pazienti con emicrania cronica, colpirebbe all’incirca il 9% dei soggetti. Effetti collaterali più rari sono: mal di testa, emicrania, paralisi facciale lieve o parziale, palpebra calante, bronchite, rigidità muscoloscheletrica, debolezza muscolare, dolore a carico di muscoli, legamenti, tendini o ossa, spasmi muscolari e pressione alta. Secondo questi studi, alcuni pazienti riferiscono effetti collaterali ad ogni trattamento ma se si prendono in considerazione gli effetti collaterali dei comuni farmaci utilizzati nel trattamento dell’emicrania, il botox sembra averne molti di meno.
  3. Gonfiore o edemi sul viso
 – A seguito di un’iniezione di botulino il viso appare appesantito, gonfio. La tossina botulinica riduce la contrattilità muscolare, modificando l’intera espressività del volto. Oltre a questi segni, possono comparire lividi di lieve entità.
  4. Rivolgetevi solo a medici esperti in questa pratica – Recentemente, nel meeting annuale dell’American Headache Society a Washington DC, è stata ribadita la necessità di formare i medici all’utilizzo di questa tecnica. Saper individuare il punto esatto dove iniettare il botulino è parte essenziale della buona riuscita del trattamento. 
Sulla rivista HealthDay, il dr. Ezriel Kornel, neurochirurgo al Northern Westchester Hospital a Mt. Kisco, ha dichiarato: «Se il trattamento è eseguito correttamente, non dovrebbero verificarsi effetti collaterali. Nel tempo però gli effetti possono svanire, fino a sviluppare una vera e propria resistenza al botulino».
  5. Il trattamento deve avere una durata di almeno 6-9 mesi
 – Per valutare la reale efficacia dei trattamenti a base di botulino è necessario sottoporsi a 2-3 iniezioni lungo un periodo di 6-9 mesi. Questo, secondo gli esperti, è il tempo necessario per ri-allenare il muscolo a rilassarsi. 

Prima di sottoporvi ad una terapia con il botulino per trattare i sintomi del mal di testa e dell’emicrania è bene valutarne i costi e i benefici. Vi ricordiamo che esistono decine di trattamenti efficaci e sicuri per prevenire le emicranie quali cefaly, l’assunzione di magnesio, lo yoga e molte altre ancora. Confrontatevi con il vostro medico curante sull’opzione di trattamento più indicata per il vostro caso specifico.

E voi che ne pensate? Vi ha convinto questa nuova terapia per contrastare il mal di testa? La provereste?

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Martina Valizzone | Psicologa
Scritto da Martina Valizzone | Psicologa

Sono una psicologa dell'età evolutiva, con una specializzazione in psicoterapia sistemico relazionale. In ambito lavorativo, mi occupo principalmente di terapie individuali e familiari e, da qualche anno, di psicologia dell'educazione, lavorando alla progettazione e realizzazione di interventi psico-pedagogici in ambito scolastico ed extrascolastico.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
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