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Da un quadro generale, si può escludere l'autismo in un bambino di 2 anni?

Salve, sono il papà di un bimbo di 2 anni e 3 mesi, dei quali gli ultimi 8 alle prese con un'evoluzione di diagnosi e comportamenti, fra cui persiste quello del linguaggio. Dalla nascita era rigido sia fisicamente (poco prima dei 2 anni ha iniziato ad appoggiare la testa sulla spalla e mai prima, neanche nei primi mesi di vita, ma rimaneva sempre con la testa ben eretta, vigile) che di carattere, benché comunque estremamente solare ed allegro, ma con una marcata propensione al comando, all'autonomia decisionale, difficilmente convincibile a compromessi. Esistono praticamente 2 modi, il suo e quello sbagliato. Parlavo di questo con un dermatologo che mi ha detto che è tipico dei bambini con problemi di dermatite atopica. Intorno ai 14 mesi, ha iniziato a parlare con le prime paroline, perfette, limpide (mamma, papà, acqua e poco più). Poi, ha praticamente smesso di parlare. Quando poi è tornato a tentare di parlare, le parole erano confuse. Abbiamo fatto visitare il bambino (pediatra, neuropsichiatri infantili, equipe del centro per l'autismo) e per tutti il bambino era palesemente autistico, sia per la difficoltà nel linguaggio, ma soprattutto per alcuni dei vari comportamenti tipici, come l'assenza dello sguardo negli occhi, difficoltà nell'attenzione, iperattività, difficoltà al sonno notturno. Passati 8 mesi, la novità è che i miglioramenti del bambino sono tali da escludere quasi certamente e definitivamente la diagnosi di autismo. Questo già lo speravamo dal momento in cui le 3 terapiste (logopedista, psicomotricista e psicologa), dopo 5-10 sedute hanno tutte espresso il loro dubbio riguardo la diagnosi di autismo. Il professore che lo ha visitato ha aperto una porta sulla possibilità di uno shock in fase evolutiva che lo abbia potuto condizionare (uno spavento, un dolore) e a me viene in mente quel lungo ago che si andava a conficcare nella coscia nel fare i vaccini, mentre lui piangeva disperato e mamma e papà non erano di aiuto ma al contrario colpevoli e complici e sono convinto che, anche se il bambino è molto piccolo, questo lo avverte e lo segna negativamente. Mio figlio ha iniziato l'asilo a settembre ad un anno e 10 mesi e questo è stato di grande aiuto per il suo sviluppo e per la sua serenità, dacché ha iniziato a sfogare molte delle energie in eccesso che prima venivano represse in frustrante noia a casa. Ora il bambino sembra aver imparato tante parole. Rimane il fatto di non creare frasi ma si limita a singole parole e dette male, in particolare quelle che iniziano con le vocali che sistematicamente ignora e passa direttamente alla prima consonante ed inserisce però più facilmente le altre vocali purché non siano ad iniziare la parola anche se spesso anche quelle rimangono difficili come in buio che diventa bulo. Acqua invece diventa caq, ancora diviene cola e così via. Tende a pronunciare solo la seconda metà delle parole. So di essere stato estremamente prolisso e me ne scuso, ma stiamo spendendo tanti soldi che non abbiamo e soffrendo tante pene per il nostro bambino, per cui questa notte mi sono dedicato a creare un quadro informativo abbastanza dettagliato nella speranza di ricevere una nuova indicazione, magari quella esatta e che possibilmente abbia una soluzione. Grazie.

Risposta

Salve,

da quanto letto, ho capito che in un primo momento tuo figlio presentava vari comportamenti che hanno fatto pensare ad un'ipotesi di autismo, poi smentita in un secondo momento, quindi per rispondere alla tua domanda, a mio parere, non è possibile escludere la diagnosi di autismo così via internet, ma in genere i segni comportamentali nell'autismo non scompaiono, ma sono presenti durante tutto il corso della vita, quindi, probabilmente, se non sono più presenti forse la diagnosi iniziale era incorretta o era una sospetta sidrome di autismo.

Dal quadro generale che riferisci, si evince principalmente un miglioramento comportamentale, mentre risulta ancora alterata la produzione di parole (dal punto di vista logopedico, andrebbe indagata la componente lessicale-semantica ossia se c'è stato un aumento di parole prodotte e comprese, andrebbero esclusi deficit sensoriali, uditivi soprattutto e fatta una valutazione fonetica fonologica).

Escludendo la diagnosi di autismo, che diagnosi è stata fatta a tuo figlio? Da come lo hai presentato, potrebbe trattarsi di un disturbo del linguaggio di tipo soprattutto fonetico fonologico, accompagnato forse da forte frustrazione.

Hai fatto benissimo ad iscriverlo all'asilo ed a iniziare precocemente il trattamento, qualche volta capita, a noi professionisti sanitari, di trovarci di fronte a diagnosi che poi vengono modificate, però, tieni presente che la riabilitazione o l'abilitazione del linguaggio (parlo da logopedista) è mirata non alla diagnosi, ma alla funzionalità, alle potenzialità dei nostri pazienti al fine di permettere inserimento e l'integrazione sociale. Spero di essere stato chiaro, per qualsiasi cosa, non esitare a contattarmi.

Cordiali saluti 

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Risposta a cura di
Dr. Luigi Roberto Iovino Logopedista
Dr. Luigi Roberto Iovino
logopedista
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