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Cosa fare per un uomo anziano che ha crisi convulsive e non riesce più a dormire?

Buonasera dottore, mio padre sono 3 settimane che non riesce a dormire e gli vengono delle crisi che sembrerebbero di ansia o di panico durante la notte. Tutto ebbe inizio il 27 febbraio di questo stesso anno, quando mio padre, in seguito a vari episodi di glicemia notturna e diurna, una mattina si sveglia molto strano, rimane tutto il giorno seduto sul divano, non parla, non mangia e non beve, non va nemmeno in bagno per un'intera giornata. Credendo che si trattasse di un tumore o di un ictus, chiamo subito il 118 che lo porta all'ospedale, da lì, dopo una tac che i medici definiscono "pulita", viene portato nel reparto psichiatria senza fare nessun altro accertamento. Gli psichiatri definiscono mio padre catastrofico e iniziano una terapia psichiatrica dalla stessa notte. Due giorni dopo, mio padre torna in sè, non capisce dove si trova finché esce e si ritrova circondato da gente "fuori di testa", mi chiama piangendo e mi chiede in lacrime come mai si trova li e se per favore posso andare a prenderlo, gli spiego la situazione e gli dico che sarei andato la mattina dopo a prenderlo e di stare tranquillo. Lui era molto agitato, era nella sua stanza e non voleva che i medici gli dessero quella che loro chiamano "la terapia". Dopodiché, secondo il racconto suo e di chi era presente, mio babbo era circondato da persone che tenevano in mano delle siringhe, subito dopo si ritrova 6 persone addosso tra medici e infermieri, tra cui una donna, lo buttano a terra, lo sedano pesantemente e lo legano ad un letto con le cinghie di contenzione. Il giorno dopo, grazie ad un'associazione, mio padre viene immediatamente slegato e interrotta la terapia, in quanto non adatta per la semplice motivazione che il suo non era un problema psichiatrico. Viene dimesso 2 giorni dopo, ma è completamente stravolto dai farmaci. Inizia a riprendersi e a star bene una settimana dopo e sta benissimo per un mese, senza alcun disturbo del sonno nè di altro genere. L'unico problema rimane la sua glicemia fortemente compensata. Dopo un mese, mio padre si risveglia strano, chiediamo nuovamente il ricovero presso l'ospedale, in cui viene portato in reparto medicina. La mattina dopo lo trovo a letto con una schiuma bianca alla bocca e con varie convulsioni, come se avesse delle scosse, una psichiatra che lo visita fa un test e dice che risponde molto bene alle Benzodiazepine, da lì inizia una cura a base di En, viene trasferito nel reparto neurologia e inizia tutta una serie di accertamenti, tra i quali risonanza magnetica con contrasto, elettroencefalogramma, emogas, prelievi di sangue e urine e accertamenti vari. L'unica cosa che i medici sanno dirci è che non capiscono a cosa sia dovuto l'accaduto, ci dicono che nella risonanza appaiono vari insulti cardiovascolari pregressi nella parte che governa il comportamento e che l'elettroencefalogramma presenta in alcuni punti tratti di epilessia (anche stavolta mio padre sta in questo stato 2 giorni poi torna completamente in sè). Viene dimesso senza alcuna diagnosi, ma con una cura a base di 12,gtt di En per 3 volte al giorno, viene seguito da uno psichiatra che glielo scala gradualmente di 2 gtt a settimana, fino ad arrivare a prendere 2 gocce 3 volte al giorno. Mio padre sta bene per circa un mese e mezzo, riprende a lavorare e fa tutto ciò che ha sempre fatto in vita sua. Passato un mese e mezzo, si verifica il terzo episodio, sempre con le stesse modalità, chiediamo nuovamente il ricovero al policlinico, ma i medici dicono di aver già fatto tutti gli accertamenti il mese scorso e lo trasferiscono al reparto di psichiatria, la dottoressa lo definisce catatonico e gli inizia una cura a base di En e Serenase, mio padre, dopo 2 giorni, si riprende, ma stavolta non è come le altre, sta bene, ma ha momenti di delirio, riesce a parlare a fatica e a fatica svolge le normali azioni di quotidianità come ad esempio fare la doccia o lavarsi i denti o tagliare la barba. Viene dimesso con una cura a base di 20 gtt di En e 30 di Serenase la sera. Dopo alcuni giorni di cura, presenta spesso episodi di delirio, è molto rigido anche con le labbra e non parla tanto bene, questi farmaci gli tolgono completamente le forze fino ad arrivare al punto che non riesce più nemmeno a sbottonarsi i pantaloni per andare in bagno, mio padre ha bisogno di una persona che gli stia vicino 24 ore su 24. E' stato dimesso con una cura senza che ci dicessero il motivo per cui gliela avessero data e senza dirci nemmeno per quanto dovesse proseguirla. Chiediamo che venga tenuto sotto controllo da un medico psichiatra che decide di scalare immediatamente il Serenase in quanto i sintomi parkinsoniani e di delirio sono sicuramente causati dal farmaco. Da quando inizia a scalare il Serenase sta molto meglio durante il giorno, è ancora molto debole, però riesce almeno a parlare bene e fare qualcosa, anche se non ha tantissime forze. Sta benissimo durante tutta la giornata, ma la notte non riesce a dormire per più di una o 2 ore, dopodiché si sveglia ed è molto agitato, non riesce a stare fermo e soprattutto fa fatica a respirare, gli viene da respirare molto forte e si agita sempre di più fino ad arrivare a piangere e non riesce a darsi una spiegazione a questo fatto, in quanto lui in tutta la sia vita non ha mai avuto problemi del sonno. Adesso prende 30 gtt di En e 10 di Serenase, ma i problemi persistono durante la notte. La dottoressa ieri gli ha aggiunto alla terapia 2 gocce di Rivotrill che io non gli ho dato perché ho veramente paura. Mio padre e imbottito da farmaci che lo stanno trasformando e lo stanno annientando fisicamente e mentalmente. Io non so più cosa fare. La prego di aiutarmi, grazie per l'attenzione.

Risposta

Salve,
la vicenda che riguarda tuo padre è complicata, merita una riflessione più accurata che per mail.

Ti consiglio un contatto specialistico nella tua città.

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Risposta a cura di
Dr. Enrico Marchi Psicoterapeuta
Dr. Enrico Marchi
psichiatrapsicoterapeuta
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