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Cosa può fare un ragazzo di 23 anni che non vuole rapportarsi con la società odierna?

Salve, 
sono un ragazzo, ho 23 anni. Sono anni che mi sento un disadattato nei confronti di una società che non mi accetta per i miei pensieri, nonostante io creda di avere delle idee abbastanza solide e giuste. Spesso, si viene visti per sfigati se non si hanno delle ambizioni o dei particolari interessi che non producono lucro; io non sento la necessità di fare nessuna delle cose che ti fanno apparire bello nei confronti della società, come aspirare ad una carriera particolarmente proficua, comprare beni di qualsiasi tipo, uscire il sabato sera. Mi reputo una persona abbastanza apatica nei confronti di tutto ciò che è materiale, ho una piccola passione che consiste nel guardare film e mi dedico esclusivamente a quello per ora, visto che vivo ancora con i miei. In futuro, sarò costretto a trovare un umile lavoro che mi permetta la sopravvivenza, il che comunque, mi crea dei disagi nell'avere a che fare con gente con cui so per certo che non riuscirò a trovarmi a mio agio. Non cambierò mai la mia natura, la vita è una sola e voglio viverla al meglio secondo il volere del mio essere e l'omologazione non mi farebbe vivere, proprio per questo motivo non ho intenzione di cambiare. Sono costretto a scendere a compromessi su alcuni aspetti, perchè per vivere, devo necessariamente lavorare, ma non vedo il lavoro come un qualcosa che mi nobiliti o come un valore, lo vedo semplicemente un mezzo che mi consente di sopravvivere. Tutto questo potrà sembrare deprimente, ma io mi sento vivo in questa maniera, la semplicità è ciò che mi caratterizza. Mi piacerebbe vivere in un paesino di montagna con pochissime persone e coltivare la mia passione per il cinema e magari stare anche a contatto con la natura che fa bene alla salute. Come posso affrontare tutto ciò quando andrò a lavorare avendo a che fare con persone completamente diverse da me? A discapito di tutta l'apatia nei confronti del materiale, vivo la vita in funzione delle emozioni, dei sentimenti e dei rapporti con le persone. Sono una persona che esalta le relazioni umane di qualsiasi natura, ma le mie sono limitate, perchè la maggior parte della gente non è affine ai miei modi di pensare e di essere. Forse con eccessiva superbia, credo di essere troppo profondo rispetto alla maggior parte della gente della mia età che pensa solo a quale discoteca andare il sabato o a che cellulare comprarsi per attirare più ragazze e di conseguenza tendo ad esaltare quelle poche relazioni che ho. A breve dovrei iniziare a lavorare e mi terrorizza affrontare un mondo così poco affine con me. Grazie.

Risposta

Salve,
comprendo dalle tue parole il senso di smarrimento che ti derivi dall'avere una tale visione della vita, soprattutto se confrontata con quella della maggior parte dei tuoi coetanei. La tua sensibilità nei confronti della vita e il trasporto con cui vivi le relazioni sono due elementi fondamentali nel tuo vissuto quotidiano e che, come tali, vanno rispettate.

Come tu stesso hai scritto, se non avverti la necessità, non sei tenuto a cambiare e ad omologarti al pensiero altrui, ma dati i tuoi sentimenti d'angoscia relativi alla tua futura situazione lavorativa, ti invito a considerare l'ipotesi di rivolgerti ad uno psicologo o psicoterapeuta, con il quale affrontare l'argomento, in modo da riuscire a vivere in maniera più serena questo importante cambiamento, allo scopo di gestire il carico emotivo che da questo ne deriva e non farti sopraffare dagli eventi.

Ti porgo i miei più cordiali saluti

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Risposta a cura di
Dr.ssa Martina Valizzone Psicologo
Dr.ssa Martina Valizzone
psicologopsicoterapeuta
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