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Quali sono i sintomi del prolasso del colon?

Sono un ragazzo di 27 anni che soffre di emorroidi recidive. A causa della stitichezza e dell'ereditarietà della patologia, sono stato operato una prima volta con metodo Longo all'età di 16 anni. Successivamente, complice uno stile di vita non regolare, il problema si è ripresentato con più veemenza, finché nemmeno una vita regolare (vado di corpo giornalmente, mangio fibre e frutta, faccio sport) ha permesso di tenere sotto controllo il problema. Mi sono allora rivolto pochi mesi fa ad un chirurgo, che mi ha prescritto una colonscopia, il cui referto recita: "l'esame viene condotto abbastanza agevolmente fino al cieco e non evidenzia alcun tipo di alterazione del calibro e della mucosa, endoscopicamente rilevabile, per tutti i tratti colici esaminati. In retroversione nell'ampolla rettale non si evidenziano gavoccioli emorroidari interni né segni di prolasso. Nel canale anale ed all'esterno sono presenti grossi noduli emorroidari fortemente congesti, sanguinanti, in parte trombizzati". A seguito di un velleitario tentativo medico, il chirurgo ha consigliato l'operazione, specificando che solo in sala operatoria avrebbe potuto decidere il tipo di tecnica da utilizzare. Vengo operato con mucoprolassectomia. Il giorno dopo, alla prima defecazione, spunta qualcosa. Nonostante le mie lamentele, non vengo visitato subito e il giorno dopo mi viene detto che si tratta di gavocciolo emorroidario che si andrà a riassorbire da solo con il tempo. Non ho mai sanguinato e tuttora quando vado di corpo non c'è traccia di sangue, nemmeno nelle feci. Il problema c'è. So che è passato pochissimo tempo dall'intervento, ma ogni giorno vado in bagno (senza sforzo poiché sto seguendo un rigido regime alimentare) e spunta ogni giorno più grosso quello che sembra un prolasso: carne viva, che non fa male per ora e che si riassorbe nel giro di 3 ore. Sto assumendo le medicine prescritte (Levoxicina e antinfiammatori) e ho aggiunto su consiglio del medico curante il Pentaven fast, ma è preoccupante notare con quale velocità giornaliera aumenta la dimensione del "presunto" prolasso. Immagino non sia normale, qualcuno può fornirmi delucidazioni? Cosa può essere successo? È stato eseguito male l'intervento? In futuro potrò essere rioperato, considerando che è già il secondo? Esiste una spiegazione? Dal profondo del mio disagio, vi ringrazio anticipatamente per l'attenzione.

Risposta

La stretta vicinanza temporale del recentissimo intervento non consente nessuna valutazione attendibile, prima di un adeguato periodo di stabilizzazione degli esiti (minimo 3 mesi).

Si tratta, in ogni caso, di un problema complesso che non è possibile analizzare via web, ma richiede un esame diretto e molto attento: nella mia lunga carriera, durante la quale, tra oltre 10.000 interventi eseguiti, ho avuto modo di realizzare 2000 interventi di Longo, non mi è mai capitato di applicare questo metodo ad un paziente di 16 anni.

Ritengo che, non esistendo il "pezzo di ricambio" (il retto e l'ano non sono trapiantabili), bisognerebbe conservare, per quanto possibile e il più a lungo possibile, la normale anatomia della regione, limitando, per i pazienti più giovani, interventi invasivi e demolitivi. Infatti, maggiore è la spettanza di vita, maggiori sono le probabilità di incorrere in recidive: in pratica, se un paziente viene operato di Longo a 75 anni e l'intervento riesce bene, probabilmente non avrà mai più bisogno di essere operato per lo stesso motivo (prolasso); invece, quando il paziente è molto giovane, continuerà ad "usare" i suoi organi tutti i giorni per lunghi anni e, inevitabilmente, tali strutture andranno incontro ad "usura", con possibile ricomparsa di alterazioni come il prolasso stesso.

Il fatto che la recidiva, nel tuo caso, si sia verificata dopo soli 10 anni è, verosimilmente, indice di una certa "predisposizione" individuale per debolezza delle strutture di sostegno. Tuttavia, queste sono solo ipotesi che vanno suffragate da un attento esame clinico/anamnestico, per non incorrere in ulteriori fallimenti e dispiaceri.

Ribadisco quindi la necessità di un esame "diretto" e l'unico consiglio che mi sento di poter dare, al momento, è quello di aspettare qualche mese per consentire "l'assestamento" delle riparazioni chirurgiche effettuate e, successivamente, di rivolgerti non ad un chirurgo generale, ma a un esperto proctologo.
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Risposta a cura di
Dr. Nando Gallese Medico Chirurgo
Dr. Nando Gallese
medico di pronto soccorsochirurgo generale
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