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Diete fai da te: i rischi per la salute

Redazione

Ultimo aggiornamento – 14 Aprile, 2020

dieta fai da te

Dr. Marcello Santoro, specialista in nutrizione.  


Se il vostro desiderio è di perdere peso, non dimenticate di farlo nel modo più giusto. Uno specialista è la persona giusta che potrà aiutarvi a ritrovare il peso forma.

Abbiamo rivolto al dr. Marcello Santoro, specialista in nutrizione, alcune domande, per capire quali sono i pro e i contro delle diete “fai da te”.

Quali sono i pro e i contro di una “dieta fai da te”?

Le diete fai da te, a mio avviso, non hanno pro come dimostrano numerosi studi. Non tengono conto che una corretta alimentazione è indispensabile per assicurare lo sviluppo corporeo nell’infanzia e mantenere la struttura corporea nell’adulto e nell’anziano.

L’alimentazione svolge un ruolo importante nella prevenzione di numerose malattie, come l’obesità, le malattie cardiovascolari, il diabete, i tumori. Diventa così necessario determinare con precisione i bisogni di energia e dei vari principi nutritivi in funzione di età, sesso e concomitanza di patologie. Per stabilire una corretta alimentazione, è necessario conoscere la quantità di energia di cui il nostro organismo necessita; la quantità di energia che gli alimenti ci forniscono; le funzioni delle sostanze che il nostro organismo utilizza allo scopo di preservare la massa muscolare, la corretta idratazione, rimuovendo, laddove presente, l’eccesso di massa grassa.

Le diete fai da te, quasi sempre, producono perdita di massa muscolare e acqua (peso che si riacquista con gli interessi appena si ricomincia ad alimentarsi come sempre), con conseguente rallentamento del metabolismo, fatto salvo altre complicanze di tipo patologico dovute a un errata alimentazione.

Perché è importante rivolgersi a un nutrizionista?

Il biologo nutrizionista è un professionista laureato in biologia, biotecnologie o scienze della nutrizione umana, specializzato in scienze dell’alimentazione o in campi affini (biochimica clinica, patologia clinica, microbiologia e virologia). Grazie ai suoi studi, possiede le competenze necessarie per valutare i fabbisogni nutrizionali e per elaborare profili personalizzati: può redigere diete e regimi alimentari calibrati sui singoli soggetti; può suggerire o consigliare integratori alimentari; può determinare diete ottimali per mense e diete speciali. Ma soprattutto, il biologo nutrizionista educa a un’alimentazione sana, proponendo un corretto stile di vita alimentare e un supporto nutrizionale finalizzato al miglioramento dello stato di salute.

I suoi consigli non sono finalizzati al solo dimagrimento, ma al raggiungimento di un’armonia tra cibo e corpo, in base ai principi di sicurezza alimentare. Perché una sana alimentazione significa una vita più salutare.

Sei motivi per consultare un nutrizionista

Il biologo nutrizionista ha sempre più consenso nella società di oggi, in quanto è un punto di riferimento per i cittadini che vogliono migliorare lo stato di salute o che vogliono cambiare tipo di alimentazione.

  1. Ti aiuta a capire quali sono gli errori alimentari più frequenti.
  2. Ti guida sull’adeguata e corretta maniera di alimentarsi.
  3. Migliora il tuo stato di salute, attraverso un nuovo regime alimentare.
  4. Ti sostiene psicologicamente, per poter ottenere i risultati sperati.
  5. Crea un percorso di educazione alimentare personalizzato.
  6. Ti supporta durante il regime dietetico e il suo mantenimento.

In Italia, manca ancora la cultura del benessere e della sana alimentazione, e alla nutrizione non si attribuisce ancora valore che realmente possiede, nè all’interno della popolazione nè all’interno dei team medici.

Difficilmente vedremo il medico generale o specialista raccomandare una consulenza nutrizionista ai suoi pazienti, perchè si basano principalmente sulle terapie farmacologiche, senza considerare che in buona parte delle malattie l’intervento dell’alimentazione è la chiave per il miglioramento del paziente. Ad esempio, una persona che soffre aumento di colesterolo e trigliceridi nel sangue, anche se assume tutti i giorni i farmaci raccomandati dal medico ma continua a mangiare ciò che vuole e non pratica alcun tipo di sport o attività fisica, difficilmente vedrà significativi miglioramenti.

In base a quali criteri si dovrebbe davvero decidere di perdere peso?

Dimagrire non significa necessariamente pesare di meno, ma diminuire la percentuale di grasso corporeo. Se si perde massa magra e\o acqua, si “ingrassa”(pur pesando meno aumenta la percentuale di grasso corporeo) invece di dimagrire. Un calo ponderale deve essere graduale per non coinvolgere la massa magra che deve essere salvaguardata.

È da considerare “benevolo” un calo al max di 1 Kg per settimana (in condizioni fisiologiche) fino al raggiungimento del target prefissato dal nutrizionista. Va sempre valutato, oltremodo, perché il proprio peso si discosta dal “peso ottimale”, sovente perché il comportamento alimentare è scorretto, in quanto sono sbagliate le abitudini e lo stile di vita è troppo sedentario, ciò senza nulla togliere a implicazioni psicologiche o di natura patologica che, laddove presenti, vanno affrontate dal punto di vista clinico con il medico curante e\o lo specialista.

Mai considerare una corretta alimentazione come un sacrificio, ma l’inizio di un percorso educativo che deve servire per prendere coscienza dell’inadeguatezza del proprio stile di vita e per acquisire corrette abitudini alimentari e comportamentali da mantenere nel tempo

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a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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