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Emergenza meningite: la parola all’esperto

Redazione

Ultimo aggiornamento – 14 Aprile, 2020

meningite: i sintomi e le cure della malattia

Dr. Carlo Pizzoni, specialista in neurologia e neurochirurgia.


In questi ultimi mesi, i casi di meningite in tutta Italia hanno subito un netto aumento. Quali sono le cause e quali, davvero, i rischi per la salute? Abbiamo chiesto al dr. Carlo Pizzoni, neurologo, di spiegarci meglio ogni aspetto di questa temuta malattia.

Come si contagia la meningite?

Il cervello e il midollo spinale sono protetti da 3 membrane chiamate meningi. Dall’esterno verso l’interno, vengono denominate dura madre, aracnoide e pia madre. Le ultime due membrane sono conosciute anche come leptomeningi. Nello spazio subaracnoideo (al di sotto della aracnoide) scorre il liquido cefalo-rachidiano o liquor.

Il liquor è prodotto in 4 fisiologiche cavità situate all’interno del cervello, dette ventricoli, scorre nello spazio subaracnoideo, circondando l’encefalo e il midollo spinale, per venire poi riassorbito in una grande vena cerebrale (seno sagittale superiore).
Per meningite si intende un’infiammazione delle leptomeningi e del liquido cefalorachidiano.

Qualsiasi batterio che penetri nel liquor può causare una meningite (meningite batterica).
La meningite può essere anche virale o asettica (ad esempio causata da cellule tumorali, meningite carcinomatosa).
Gli agenti causali (eziologici) più frequenti sono 3 batteri, denominati Haemophilus influenzae (Hi), Neisseria meningitidis (Nm) e Streptococco pneumoniae (Sp).

Haemophilus influenzae (Hi) colpisce generalmente neonati e bambini, ma la sua incidenza si è ridotta grazie ai vaccini.
Neisseria meningitidis (Nm) colpisce spesso giovani adulti che vivono in comunità (ecco perché la vaccinazione era obbligatoria per i militari di leva).
Streptococco pneumoniae (Sp) colpisce gli anziani e i bambini.

Questi 3 batteri sono normali ospiti della regione naso-faringea, in una parte significativa della popolazione. Cioè sono molti i “portatori sani”. Per cause ancora non ben chiarite, in concomitanza a infezioni delle vie aeree, questi batteri raggiungono il torrente circolatorio (sepsi) e poi il liquor dove si riproducono come in un terreno di coltura. Il contagio è interumano, per via aerea, e avviene tra persone che sono state a stretto contatto con soggetti portatori, specie in ambienti affollati. Il periodo di contagiosità si prolunga sino a che i batteri non siano più presenti nelle secrezioni dell’apparato respiratorio.

Meningite: quali sono i sintomi?

I sintomi più comuni sono cefalea, febbre e segni di irritazione meningea, come ad esempio la rigidità nucale (bisogna porre attenzione ad altre cause di irritazione meningea, prima fra tutte l’emorragia subaracnoidea).

Ci sono danni permanenti dopo aver preso la meningite?

Le meningiti non trattate sono generalmente fatali. Il liquor infetto può danneggiare il normale sistema di riassorbimento, accumulandosi e generando così un idrocefalo (un rigonfiamento dei ventricoli) con aumento della pressione intracranica e stato di coma. I batteri all’interno dei ventricoli possono scatenare una reazione immunitaria con formazione di franco pus (piocefalo).

Si possono avere come reliquati deficit neurologici permanenti (crisi epilettiche, deficit dei nervi cranici come l’ipoacusia, deficit motori o cognitivi etc.). Nei pazienti in gravissime condizioni, in coma a causa di idrocefalo e piocefalo, come ultimo tentativo salva vita, ho messo a punto un sistema di lavaggio del sistema liquorale. Questo sistema è stato impiegato nelle meningiti nosocomiali (cioè che vengono contratte in ambiente ospedaliero).

In poche parole, dopo un lavaggio dei ventricoli mediante un particolare strumento detto neuroendoscopio (paragonabile ad una piccola telecamera con cui è possibile navigare all’interno dei ventricoli), si posiziona un catetere nel sistema ventricolare. Un altro catetere è posizionato nello spazio subaracnoideo della colonna vertebrale lombare (dove si pratica la puntura lombare, cioè un prelievo di liquor, procedura necessaria per la diagnosi di meningite).

Durante gli intervalli fra la somministrazione di antibiotici direttamente nel sistema liquorale (terapia intratecale), è possibile fare un lavaggio del sistema ventricolare e degli spazi subaracnoidei, introducendo una particolare soluzione sterile (Ringer lattato, con composizione chimica simile al liquor) nel sistema ventricolare stesso, raccogliendo poi il liquido refluo dal catetere lombare. Il flusso di liquido comporta una riduzione meccanica della carica batterica, facilitando l’azione degli antibiotici.

È ovviamente una procedura da attuarsi in centri specializzati, sotto costante monitoraggio del paziente, che necessita di ulteriori controlli e studi per essere utilizzata di routine.

Quanto è utile il vaccino per la meningite?

La lotta contro il vaiolo, inoculando il pus del vaiolo bovino nei bambini, ottenendo così la protezione dal più temibile e mortale vaiolo umano, ha rappresentato nel XVIII secolo la prima terapia valida e accessibile a gran parte della popolazione messa in campo dalla medicina.

Il termine vaccino deriva infatti dall’aggettivo omonimo, cioè che proviene dalle vacche (ad esempio latte vaccino).
A mio avviso ancora oggi, quando disponibili, i vaccini rappresentano la prima linea di difesa per le malattie infettive.
Fortunatamente esistono vaccini contro tutti i 3 tipi di batteri più coinvolti nella genesi della meningite. Rivolgetevi quindi con fiducia al vostro medico o pediatra di base ed agli appositi uffici ASL, per il piano vaccinale più congruo per la vostra età.

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a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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