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Tiroidite di Hashimoto: gli alimenti consigliati

Tania Catalano | Biologa

Ultimo aggiornamento – 24 Marzo, 2017

tiroide di Hashimoto: cosa mangiare

Detta anche tiroidite autoimmune, la tiroidite di Hashimoto è una malattia autoimmune, in cui il sistema immunitario non riconosce i tessuti del proprio corpo e li attacca distruggendoli. Nei soggetti affetti da tiroidite di Hashimoto, il sistema immunitario attacca la tiroide, ghiandola situata nella parte anteriore del collo che produce ormoni che controllano il metabolismo.

Questo può portare a ipotiroidismo, una condizione in cui la tiroide non produce abbastanza ormoni per le esigenze del corpo.

Quali sono gli alimenti consigliati per la tiroidite di Hashimoto?

Tra gli alimenti consigliati in caso di tiroidite di Hashimoto e di ipotiroidismo troviamo:

  • Alimenti ricchi di acidi grassi Omega 3, essenziali per il funzionamento della tiroide
  • Frutta, verdura di stagione e frutta secca, ricche di antiossidanti
  • Olio extravergine d’oliva consumato a crudo, contenente grassi monoinsaturi che lo rendono migliore di burro, margarina, strutto, ecc.
  • Zenzero e curcuma, hanno proprietà antinfiammatorie
  • Cibi integrali, ricchi di vitamine e sali minerali
  • Cereali come farro, orzo, miglio, avena, quinoa, ecc.
  • Tè verde, contiene polifenoli e svolge azione antiossidante

Quali sono gli alimenti sconsigliati?

Tra i cibi sconsigliati ci sono quelli che contengono troppi zuccheri semplici e grassi saturi, come gli alimenti conservati, le merendine, patatine fritte, prodotti da forno, caffeina e alcool. Sarebbe utile ridurre anche l’assunzione di glutine.

Quali sono le cause della tiroidite di Hashimoto?

La causa esatta della tiroidite di Hashimoto non è nota, ma si ritiene che influiscano diversi fattori nel suo sviluppo, questi fattori includono:

  • Fattori genetici, soggetti con membri della famiglia affetti da tiroidite o da altre malattie autoimmuni, sono maggiormente predisposti a sviluppare la malattia.
  • Fattori ormonale, la tiroidite di Hashimoto colpisce circa sette volte di più le donne rispetto agli uomini, suggerendo che gli ormoni sessuali possono svolgere un ruolo nella sua insorgenza.
  • Eccesso di iodio, potrebbe scatenare i sintomi della malattia in soggetti sensibili.
  • Esposizione alle radiazioni, la maggior parte delle malattie della tiroide sono state segnalate in persone esposte alle radiazioni, comprese le bombe atomiche in Giappone, l’incidente nucleare di Chernobyl, e il trattamento con radiazioni per una forma di cancro del sangue chiamato il morbo di Hodgkin. 

Quali sono i sintomi della tiroidite di Hashimoto?

I sintomi della tiroidite di Hashimoto possono richiedere anni per svilupparsi. Il primo segno della malattia è spesso il gozzo, ovvero l’aumento di volume della tiroide. Chi è affetto da tiroidite di Hashimoto può sviluppare i segni dell’ipotiroidismo come:

  • aumento di peso
  • pallore o gonfiore del viso
  • dolori articolari e muscolari
  • stipsi
  • difficoltà a rimanere incinta e periodi mestruali irregolari
  • perdita di capelli
  • depressione
  • frequenza cardiaca rallentata

Poiché i sintomi della tiroide di Hashimoto possono essere simili a quelli di altre condizioni mediche, è importante consultare il medico per una diagnosi.

Come viene trattata la tiroidite di Hashimoto?

Non esiste una cura definitiva per la tiroidite di Hashimoto, la cura si basa sulla terapia ormonale sostitutiva in grado di regolare i livelli di ormoni e di ripristinare il normale metabolismo.

Le compresse di levotiroxina sono disponibili in diversi dosaggi e la dose esatta prescritta dal medico dipenderà da una serie di fattori, tra cui:

  • età
  • peso
  • gravità di ipotiroidismo
  • valori degli ormoni tiroidei
  • presenza di noduli o di gozzo

Una volta che si inizia il trattamento, il monitoraggio della funzione tiroidea va effettuato attraverso il controllo ematico dell’ormone TSH e dei due ormoni FT3 ed FT4. Nel caso in cui i sintomi non dovessero migliorare e il gozzo continua a crescere potrebbe essere necessario eseguire un agoaspirato, ovvero una biopsia eseguita attraverso un ago con cui si preleva materiale tiroideo da analizzare in laboratorio.

Se l’esito non è favorevole, la condizione potrebbe richiedere un intervento di tiroidectomia.

 

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Tania Catalano | Biologa
Scritto da Tania Catalano | Biologa

Sono laureata in Scienze Biologiche e sto per conseguire la laurea Magistrale in Biologia Sanitaria e Cellulare Molecolare. Nei lavori di stage presso diversi laboratori di analisi biochimico cliniche ho approfondito la diagnostica clinica e immunologica. Mi occupo di giornalismo medico scientifico e approfondisco spesso la relazione tra nutrizione e patologie cronico-degenerative.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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Tania Catalano | Biologa
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