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Coxite (o coxalgia)

Ortopedia e traumatologia
Coxite (o coxalgia)

Cos’è la coxite o coxalgia?

La coxite (detta anche coxalgia) è un tipo di artrite specifica che interessa l’articolazione coxo-femorale (dolore dell'anca), spesso scatenata da un bacillo responsabile della tubercolosi ossea.  

Fra tutte le artriti "tubercolari", la coxite - in termini di frequenza - viene subito dopo la spondilite. Ciò è dovuto all'"usura" a cui è soggetta l’articolazione stessa e, nello stesso tempo, alle disposizioni anatomiche intrinseche dell’articolazione dell’anca: ne deriva una maggiore irrorazione e, quindi, un più facile trasporto per via ematogena del bacillo di Koch, microorganismo responsabile della tubercolosi ossea che può infettare e causare il forte dolore all'anca. 

Nel determinismo della coxite importanza hanno: 

  • la familiarità al disturbo;
  • eventuali traumi; 
  • precedenti episodi tubercolari. 

Quali sono i sintomi di coxite?

Bisogna distinguere una sintomatologia locale e una generale.

Il sintomo generale più importante è la febbre serotina (ovvero, che compare nel tardo pomeriggio) accompagnata da un forte aumento del dolore locale. L’esordio sintomatologico locale è lento ed insidioso. Il dolore dell'anca e la facilità nello stancarsi sono i primi segni: il dolore è di solito localizzato non all’anca, ma alla coscia e al ginocchio e si accentua con il carico. Frequenti sono le crisi dolorose notturne.

È presente poi zoppia: l’ammalato si appoggia sull’arto dolorante il minor tempo possibile (zoppia da dolore).

Per quanto riguarda la motilità articolare, si rileva precocemente una limitazione dell’abduzione e della flessione. I linfonodi inguinali, poi, sono spesso ingrossati e si osserva una diminuzione della massa muscolare della regione del gluteo e della coscia. La cute è di colorito pallido, con reticolo venoso evidente.

Chi è colpito da coxite?

La coxite è rarissima nelle persone anziane, mentre i pazienti durante l’infanzia e l’adolescenza sono più colpiti, in oltre il 50% dei casi; è più frequente nei maschi e molto raramente bilaterale.

Il bacillo tubercolare responsabile del dolore può raggiungere l’articolazione attraverso la sinovia o attraverso un focolaio osseo localizzato nei capi articolari (entrambi colpiti per via ematogena); più raramente, l’infezione avviene tramite ascessi ossifluenti spondilitici.

Complicanze della coxalgia

Durante il corso della malattia, si possono verificare delle lussazioni per una distruzione del legamento rotondo oppure per processi distruttivi che determinano una riduzione di volume della testa femorale e, ancora, per l’ingrandimento della cavità acetabolare.

La degenerazione caseosa può inoltre dar luogo alla formazione di pus che si fa strada attraverso i punti deboli della capsula articolare. In rapporto alla sede, si potranno avere ascessi anteriori, posteriori (che si fanno strada tra i muscoli dei glutei) e mediali (che si fanno strada tra i muscoli adduttori).

Diagnosi di coxite: quali esami fare?

La coxite si diagnostica con una visita ortopedica e attraverso esami di diagnostica per immagini, come la radiografia.

Il quadro radiografico può assumere aspetti differenti, a seconda dello stadio evolutivo della malattia. In particolare:

  • Nella fase iniziale, si osserva una caduta del tono d’ombra dovuta a un’osteoporosi dei capi articolari, inizialmente modesta, ma successivamente sempre più marcata: contemporaneamente compare una riduzione della rima articolare. 
  • Nella fase di evoluzione l’atrofia ossea è ancora più marcata, mentre la rima articolare è assottigliata o addirittura scomparsa; si osservano poi processi distruttivi ed erosivi a carico della testa e del cotile.

Cura della coxite

Nel trattamento bisogna tener presente lo stato generale del paziente e la lesione articolare. Per il primo scopo, bisognerà effettuare una terapia ricostituente calcio-vitaminica e climatica.

Per la lesione osteoarticolare, l’immobilizzazione mediante apparecchio gessato pelvi-pedilio è l’indicazione più immediata. In seguito, con il progressivo miglioramento della lesione, si fornirà l’apparecchio di apposita staffa di scarico, con il quale il paziente potrà iniziare la deambulazione.

A ciò si associano cure mediche generali e locali attuate con antibiotici. Si riesce così ad ottenere, in un elevato numero di casi, la guarigione con motilità articolare completa e sufficiente allo svolgimento di una normale attività.

Nei casi più gravi che danno come esito una notevole instabilità articolare, si provvederà a fissare stabilmente l’articolazione mediante un intervento di artrodesi.

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Dr. Alfredo Bitonti Medico Chirurgo
Dr. Alfredo Bitonti
ortopedico

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