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Tifo

Microbiologia e virologia
Tifo

Cos’è il tifo

Il tifo è una malattia batterica che esiste in diverse forme, in base al tipo di batteri che produce l’infezione; si possono dunque distinguere:

  • il tifo esantematico o tifo epidemico o tifo petecchiale, che viene diffuso dai pidocchi;
  • il tifo murino o tifo endemico, che viene diffuso dalle pulci.
Esiste poi anche una patologia che in passato era spesso confusa con le precedenti forme di tifo, detta tifo addominale o febbre tifoide.

Sintomi del tifo

I sintomi del tifo endemico o murino possono includere:

  • dolore addominale;
  • mal di schiena;
  • diarrea;
  • rash cutaneo che inizia al centro del corpo e si diffonde alle aree periferiche;
  • febbre estremamente alta che può durare fino a 2 settimane;
  • tosse secca;
  • mal di testa;
  • dolori articolari e muscolari;
  • nausea;
  • vomito.
I sintomi del tifo epidemico possono invece includere:

  • brividi;
  • tosse;
  • delirio;
  • febbre alta;
  • dolore alle articolazioni (o artralgia)
  • ipersensibilità alla luce, che può danneggiare gli occhi;
  • pressione bassa;
  • eruzione cutanea che inizia sul petto e si diffonde al resto del corpo (tranne i palmi delle mani e le piante dei piedi);
  • forte mal di testa;
  • grave dolore muscolare (o mialgia);
  • le persone affette da grave tifo possono, infine, anche sviluppare piccole aree di sanguinamento nella pelle, note come petecchie.
Il sintomo principale della febbre tifoide è una febbre molto caratteristica, che consta di quattro fasi. 

Ciascuna fase dura una settimana, e si assiste a un lento aumento della temperatura corporea nella prima settimana; febbre altissima (39-40°C) nella seconda settimana; febbre che tende ad abbassarsi lentamente nella terza settimana; guarigione o cronicizzazione della malattia nella quarta settimana.

Cause del tifo

Come si diceva, la causa del tifo  è l’infezione avviata e sostenuta da diversi tipi di batteri: Rickettsia typhi e Rickettsia prowazekii e Salmonella enterica (in passato chiamata Salmonella typhi.

Rickettsia typhi causa il tifo murino (dal latino mus, muris che significa topo) o tifo endemico. Il tifo endemico di solito è comune nelle aree in cui l'igiene è scarsa e la temperatura è abbastanza fredda: tale malattia si diffonde infatti maggiormente durante l'estate e l'autunno. È raramente mortale.

Il tifo murino si diffonde tramite l'esposizione alle pulci o alle feci di ratto e topo oppure di altri animali come, opossum, procioni, puzzole, conigli, ma anche cani e gatti.

Gli animali, in particolare i topi e i ratti, costituiscono il serbatoio del batterio Rickettsia typhi, che viene trasmesso da un animale all’altro attraverso i morsi della pulce murina.

Quando la pulce si nutre del sangue di topo o ratto infetto, le sue feci costituiscono il veicolo dei batteri per contagiare altri animali e l’uomo.

L’uomo, in realtà, è un ospite accidentale di Rickettsia typhi, e viene infettato attraverso le microlesioni da grattamento quando è infestato dalle pulci dei topi e dei ratti. 

Inoltre, il contagio si può verificare anche per via congiuntivale e inalatoria attraverso gli escrementi essiccati degli animali infetti.

La Rickettsia prowazekii, invece, causa il tifo epidemico e la malattia di Brill-Zinsser, ossia una forma lieve e recidivante di tifo epidemico. Essa si verifica quando la malattia si riattiva in una persona che è stata infetta in precedenza.

Poiché la malattia di Brill-Zinsser si può verificare a distanza di anni o decenni dalla prima infezione, essa è più comune negli anziani.

I batteri Rickettsia prowazekii sono diffusi da pidocchi L’uomo rappresenta il serbatoio primario del batterio, mentre i pidocchi sono il vettore dell’infezione. 

Quando un pidocchio si nutre del sangue di un soggetto malato in fase febbrile, i batteri sono rilasciati con le feci del pidocchio. S

e i pidocchi infettati si trasmettono ad un ospite umano sano e rilasciano le feci sulla cute in prossimità di una ferita, anche questo individui si infetterà.

Salmonella enterica causa il tifo addominale o febbre tifoide, penetrando nell’uomo per via oro-fecale. Non ci sono dei vettori del batterio, questo cioè si trasmette da uomo a uomo lì dove vi sono scarse condizioni igienico-sanitarie.

Diagnosi del tifo

Un emocromo completo può mostrare anemia e piastrine basse.

Altri esami del sangue utili per una diagnosi di tifo possono presentare:

Prognosi del tifo

In assenza di trattamento, la morte può verificarsi nel 10-60% dei pazienti affetti da tifo epidemico. I pazienti oltre i 60 anni di età hanno il più alto rischio di morte. I pazienti che ricevono un trattamento recuperano completamente e piuttosto rapidamente.

Meno del 2% dei pazienti non trattati con il tifo endemico può morire. Il trattamento antibiotico è in grado di curare quasi tutti i pazienti.

Possibili complicazioni possono essere:

Prevenzione del tifo

Per una corretta prevenzione del tifo (sia endemico che epidemico) è necessario evitare il contatto con pulci di ratto e topo, opossum, procioni, puzzole e scoiattoli volanti e altri animali potenzialmente infettati, così come curare l’igiene per evitare la diffusione di pidocchi che fungano da vettori del tifo tra individui umani.

Una buona igiene pubblica deve occuparsi costantemente della riduzione della popolazioni di ratti tramite pratiche di derattizzazione.

Trattamento del tifo

Il trattamento per il tifo endemico solitamente consiste nell'uso di antibiotici come:

La cura per tifo epidemico, invece, prevede la prescrizione di fluidi per via endovenosa e ossigeno; attualmente non esiste un vaccino per i batteri Rickettsia typhi o Rickettsia prowazekii.

Si ricorda, inoltre, che l'uso della Tetraciclina in terapia orale potrebbe provocare macchie sui denti in via di sviluppo. Di solito non è prescritta ai bambini con i denti in formazione.
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Dr.ssa Chiara Tuccilli Biologo
Dr.ssa Chiara Tuccilli

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