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Apnee notturne e patente: l’iter da seguire per tornare a guidare

Redazione

Ultimo aggiornamento – 14 Aprile, 2020

Apnee notturne_la Patente

Dott. Andrea Romigi – Responsabile Scientifico, Centro di Medicina del Sonno IRCCS Neuromed.


Sapete quanti sono gli italiani a rischio di Apnee Ostruttive del Sonno (Osas)? Ben 12 milioni che significa, semplificando, quasi un uomo su due. Ebbene, tutte queste persone, durante la notte, smettono di respirare per pochi secondi, senza (quasi mai) accorgersene. Così, stanchezza e sonnolenza diurne prendono il sopravvento durante i momenti meno opportuni. Il rischio, soprattutto durante la guida, è alto.

Stime attendibili ci informano che sono oltre 12 mila gli incidenti stradali direttamente legati alle Osas, che comportano altrettanti feriti, oltre a 250 morti. Il problema si è rivelato talmente urgente che la Commissione Europea ha deciso che il rilascio o rinnovo della patente debba essere subordinato alla valutazione del profilo di rischio da Osas, soprattutto se è concomitante a una eccessiva sonnolenza.

Cerchiamo di capire nel dettaglio il legame tra apnee del sonno e patente e l’iter da seguire per mettersi alla guida nel rispetto delle regole.

Cosa dice la Legge in merito all'apnea notturna e patente di guida

Compreso il problema, l’Unione Europea non ha tardato a intervenire. Risale al 1° luglio 2014 la Direttiva 2014/85/UE sull’emissione e il rinnovo della patente, nella quale sono state introdotte importanti indicazioni rivolte ai pazienti affetti da Osas. Tra le altre cose, si legge infatti che “il richiedente o il conducente in cui si sospetti una sindrome da apnea ostruttiva notturna deve essere sottoposto a un consulto medico approfondito prima dell’emissione o del rinnovo della patente di guida“.

Ovviamente, la Direttiva Europea è stata recepita anche dal Ministero dei Trasporti italiano, tramite il decreto del 22 dicembre 2015 pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 13 gennaio dell’anno successivo. Il motivo è uno e uno solo. Le Osas “determinano una grave e incoercibile sonnolenza diurna, con accentuata riduzione delle capacità dell’attenzione”, come si legge tra le righe del decreto: questa stanchezza cronica è la causa principale dei famosi “colpi di sonno”, con conseguente minore ricettività verso gli stimoli esterni.

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Apnee del sonno e patente: come muoversi per il rilascio o il rinnovo 

Nel caso in cui si soffra di apnee del sonno, l’iter da seguire per il rilascio o il rinnovo della patente è ben chiaro.

In primo luogo, il Medico Monocratico, a cui spetta il compito di redigere il certificato per il rinnovo o il rilascio della patente, dovrà verificare prima di tutto se il soggetto richiedente soffra o meno di questa diffusissima patologia. Vi sono due possibilità:

  1. Rilascio della patente – In questo caso, il Medico Monocratico baserà la sua valutazione su un certificato di anamnesi compilato dal medico curante.
  2. Rinnovo della patente – Se si tratta di un semplice rinnovo, invece, verrà richiesto la compilazione di un’autocertificazione sostitutiva.

In qualsiasi caso, se si fosse la presenza di sintomi riconducibili alla Sindrome delle Apnee Notturne, il medico vi sottoporrà un questionario di autovalutazione, per capire il grado di sonnolenza notturno determinato da questo disturbo. Cosa succede, a questo punto?

  1. Verrà rilasciata la patente al soggetto richiedente, dopo che il Medico ne abbia accertato l’idoneità alla guida tramite l’iter sopra descritto. Questa via può essere intrapresa solo ed esclusivamente se vi è una documentazione che attesti l’assenza di sonnolenza diurna, sottoscritta da uno specialista in disturbi del sonno appartenente a una struttura pubblica.
  2. Il giudizio sull’idoneità psico-fisica alla guida sarà rimandato a una Commissione Medica Locale, che procederà con i dovuti accertamenti.

Come abbiamo visto, in quest’ultimo caso, subentrerà un nuovo soggetto: la Commissione Medica Locale (CML), che sottoporrà il paziente a un test dei tempi di reazione per poter valutare il grado di vigilanza. I risultati possono essere tre, che vanno a ricalcare tre differenti classi di rischio: basso, medio ed elevato. Si aprono, dunque, differenti scenari:

  1. I soggetti a basso e medio rischio saranno autorizzati alla guida.
  2. I soggetti ad alto rischio, invece, saranno rimandati a una ulteriore valutazione specialistica, che possa dimostrare o meno il controllo della sintomatologia con relativo miglioramento della sonnolenza notturna.

Ricordiamo, infine, che chi soffre di Osas si vedrà ridotta la validità della patente a un anno (per i conducenti di veicoli di categorie C e D) o a tre anni (per i conducenti di veicoli di categorie A e B), per favorire una vigilanza continua sul rispetto delle cure. Un’ultima raccomandazione. Non vivete questa misura come una limitazione, bensì come uno stimolo ulteriore a tenersi costantemente monitorati.

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a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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