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Crampi e dolori alle gambe: potrebbe essere colpa del colesterolo alto

Elisabetta Ciccolella | Farmacista

Ultimo aggiornamento – 03 Giugno, 2021

arteriopatia periferica: sintomi e cause

Tutti sappiamo che elevati livelli di colesterolo rappresentano un fattore di rischio per le patologie cardiache. Al contrario, però, in pochi sanno che il colesterolo alto può determinare disturbi che interessano gli arti: in questo caso, in ambito medico, si parla di arteriopatia periferica.

Cerchiamo di capirne di più.

Arteriopatia periferica: ecco in cosa consiste

L’arteriopatia periferica costituisce una malattia che colpisce l’apparato circolatorio ed è caratterizzata da un ridotto afflusso ematico e, di conseguenza, di ossigeno a livello delle arterie di gambe e braccia causato da ostruzione e restringimento del lume delle arterie stesse. Generalmente, però, si tratta di una patologia che colpisce gli arti inferiori.

Sono tante, tantissime le persone che soffrono di arteriopatia periferica, un disturbo legato a un aumentato rischio di insorgenza di cardiopatia, infarto e ictus. Purtroppo, però, tale patologia può risultare asintomatica o presentarsi con sintomi lievi, comportando una diagnosi di difficile identificazione.

In particolare, il sintomo più peculiare che caratterizza la patologia è noto come claudicatio intermittens, ovvero un dolore muscolare che colpisce braccia e gambe nel corso dello svolgimento dei più svariati movimenti e che, tuttavia, svanisce in un breve lasso di tempo. Il sito dell’algia varia in relazione alla localizzazione dell’arteria ostruita ma, nella maggior parte dei casi, interessa il polpaccio.

Inoltre, in caso di arteriopatia periferica, si possono avere altri sintomi tutti correlati allo scarso afflusso di sangue causato dal restringimento o dall’ostruzione di una arteria periferica. Tra questi:

  • Crampi e spasmi notturni che interessano soprattutto tallone, avampiede e piede
  • Intorpidimento e/o debolezza dell’arto coinvolto
  • Variazione del colore dell’arto colpito che risulta bianco in posizione eretta
  • Piedi e arti freddi
  • Crescita ritardata e lenta di peli e unghie
  • Pelle dell’arto interessato che appare lucida e disfunzione erettile

Inoltre, negli stadi più avanzati della patologia, si possono avere sintomi quali sviluppo di ulcere ischemiche del piede che risultano spesso dolorose e di difficile guarigione, atrofia o riduzione delle dimensioni del muscolo del polpaccio legata ad un insufficiente flusso ematico con conseguente riduzione di numero e dimensioni delle fibre muscolari, distruzione dei tessuti e cancrena, potenzialmente letale per il paziente.

Arteriopatia e aterosclerosi: il legame

Il legame tra arteriopatia periferica e colesterolo è determinato dalla causa stessa dell’arteriopatia, ovvero l’aterosclerosi. In altre parole, elevati livelli di colesterolo favoriscono la formazione di placche aterosclerotiche che, a loro volta, possono causare arteriopatia periferica.

Dunque, l’arteriopatia periferica causata da aterosclerosi, condizione patologica che riguarda le pareti interne delle arterie e causata dalla presenza di placche formate da colesterolo, lipidi e trigliceridi che determinano il restringimento dell’arteria.

Oltre al colesterolo, altri fattori di rischio per l’arteriopatia periferica sono rappresentati da:

  • Età (over 50)
  • Genere sessuale (maschi)
  • Fumo
  • Diabete
  • Ipertensione
  • Obesità

Eliminare il fumo e seguire un regime alimentare sano, oltre ad eventuali terapie farmacologiche specifiche, possono dunque aiutare a migliorare la circolazione a livello degli arti inferiori. Perché non provarci?

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Elisabetta Ciccolella | Farmacista
Scritto da Elisabetta Ciccolella | Farmacista

La salute è il bene più importante. Questo è ciò che credo e che, da brava farmacista, cerco di trasmettere ogni giorno ai pazienti con cui mi rapporto.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
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