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Avere un bambino cambia il cervello

Roberta Nazaro

Ultimo aggiornamento – 09 Gennaio, 2017

Avere un bambino cambia il cervello della mamma

Che il comportamento di una donna cambi durante la gravidanza è da sempre apparso più o meno evidente, in base alla soggettività della donna stessa. Inoltre, sono particolarmente noti anche l’istinto materno e i comportamenti iperprotettivi di una neomamma nei confronti del figlio appena nato, comportamenti comuni non solo negli esseri umani, ma anche negli animali.

Ma in che modo il parto influisce sulla donna? E perché nascono questi comportamenti d’istinto protettivo in una mamma? Un gruppo di ricercatori presso l’Universitat Autònoma de Barcelona, in Spagna, potrebbe aver trovato la risposta grazie a uno studio protrattosi per più di due anni, sulle donne incinte e sulle neomamme.

Istinto materno o cambiamento cerebrale?

Secondo un nuovo studio, il più che noto istinto materno, spesso ritenuto responsabile di molti strani comportamenti da parte di una futura mamma, potrebbe essere parzialmente causato da un cambiamento della struttura del cervello dopo il parto. Tali cambiamenti potrebbero persino durare fino a due anni. La maggior parte delle alterazioni avviene nella corteccia cerebrale e coinvolge l’interpretazione delle intenzioni e dei sentimenti altrui, aumentando l’intuito materno rivolto alle necessità e ai bisogni del bambino appena nato.

Come è stato condotto lo studio sul cervello delle neo-mamme?

Lo studio, pubblicato nella rivista medica Nature Neuroscience, ha previsto l’imaging a risonanza magnetica del cervello di 45 donne, 25 delle quali diventate mamme per la prima volta durante il periodo di studio. Mentre le altre 20 donne erano senza figli.

Lo studio è stato, inoltre, condotto anche su 19 uomini diventati papà e 17 uomini senza figli.

Quali sono stati i risultati ottenuti?

Le donne incinte sono state ulteriormente sottoposte a un’altra scansione, poco dopo il parto. Rispetto a tutti i gruppi, i ricercatori hanno scoperto che le neomamme mostravano una significativa diminuzione della materia grigia nella parte anteriore e posteriore dello strato corticale e nelle parti della corteccia laterale prefrontale e bilaterale temporale.

Queste stesse regioni cerebrali si attivano anche in risposta agli stimoli visivi, per esempio quando una mamma vede la foto del proprio figlio, ma non in risposta alla foto di altri bambini. Questo comportamento potrebbe suggerire che i cambiamenti di tali strutture potrebbero aiutare a incrementare la connessione e il legame con i propri figli.

Quali altri studi sono stati eseguiti?

Le stesse regioni del cervello tendono a restringersi nelle ragazze in fase adolescenziale, come se in qualche modo le regioni non necessarie del cervello venissero “escluse”, causando un aumento del processo cognitivo ed emozionale.

I ricercatori hanno poi affermato che lo sviluppo di questo processo dopo il parto potrebbe aumentare la capacità della mamma di riconoscere le necessità del suo bambino, decodificare lo stimolo sociale che potrebbe rappresentare una potenziale minaccia o promuovere il legame “madre-figlio”.

Nelle ragazze adolescenti, questo snellimento corticale è causato dagli ormoni come l’estradiolo, e ciò ha permesso agli autori di ipotizzare che anche gli ormoni possano essere i responsabili di tale restringimento cerebrale.

Scansionando nuovamente il cervello delle allora neomamme, a due anni dal parto, è stato scoperto che il cambiamento cerebrale era presente solo nelle mamme che avevano avuto un secondo figlio.

Istinto materno: è solo umano o è anche degli animali?

In realtà, le alterazioni cerebrali di questo genere sono state osservate anche nelle mamme roditori. Tali cambiamenti facilitano il compito delle mamme di cercare il cibo per la progenie. Ovviamente, umani e roditori si sono sviluppati con una pressione evolutiva completamente diversa, e altre specie fanno più affidamento alla cognizione sociale piuttosto che alla ricerca costante di cibo.

Nonostante ciò, gli impatti neurologici del parto sembrano puntare nella stessa direzione, ossia nel favorire le neomamme nella ricerca di cibo e al sostentamento dei i propri figli.

 

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Roberta Nazaro
Scritto da Roberta Nazaro

Sono insegnante di inglese e traduttrice, con laurea triennale in Scienza e Tecnica della Mediazione Linguistica e specialistica in Dinamiche Interculturali della Mediazione Linguistica presso l'Università del Salento. L'interesse per l'ambito medico mi ha portata al conseguimento del Master in Traduzione Specialistica in Medicina e Farmacologia conseguito presso il CTI di Milano.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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Roberta Nazaro
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